Kangee, Guardiano del Nido

Ho 14 anni, è la prima volta che chatto in rete, Internet è relativamente una novità, almeno in casa nostra, e io sto parlando in un forum per comprare una carta di Magic.

Una carta che nemmeno mi serve per il mio mazzo ufficiale, in realtà. Ho sempre giocato nero, Paludi, Demoni e Non Morti, ma ultimamente ho fatto un mazzo “Uccelli” – non ridete – e mi serve una carta rara specifica: “Kangee, Guardiano del Nido”.

Della serie “Invasione”, praticamente potenzia tutti gli “Uccelli” in campo. Non ridete.

Mi serve, devo comprarla, ma non ho mai fatto una “transazione” in rete: di fianco a me c’è mio padre, infatti.

Siamo entrambi poco certi sulla sicurezza di mettere 10mila lire dentro una busta, inviarla a un tizio, e aspettare la sua lettera di rimando contenente la carta rara. Lui assicura che “invia sempre, puoi chiedere a tutti nel forum”, ma noi comunque l’indirizzo dobbiamo darlo.

Ok, bisogna provare, il forum è dedicato a Magic The Gathering e lui è conosciuto nella community, ci sta. Proviamo.

“Dammi il tuo indirizzo che ti mando i soldi”.

Mio padre approva, mia madre non c’è, manca a entrambi la coscienza e il buon senso, quindi lo facciamo. Noi, saggiamente, diamo l’indirizzo di mia nonna, non si sa mai: mettiamo in pericolo lei.

Prendiamo accordi alla “volemose bene”, schiaffiamo le lire in busta e il mattino dopo via in posta, tutto va liscio. Erano anni naif dove tutti erano naif, la busta arriva, “tutto rego” si diceva ai tempi. Giorni dopo, nel forum ci arriva un flag e nei commenti privati scopro che Kangee Guardiano del Nido ha preso il volo diretto verso casa di mia nonna.

Quanto ci vorrà? Tra una cosa e l’altra una settimana.

Le poste non volano mai

Due giorni dopo: sfidone di Magic in fumetteria, uso il mio mazzo uccelli. Sì, proprio quello.

La fumetteria è immersa nel solito brusio: chi parlava di nuovi volumi, chi sfogliava carte alla ricerca dell’affare perfetto.

Io ero lì, con il mio mazzo di uccelli (non ridete, per piacere), pronto per la partita del giorno, del secolo. Di fronte a me c’è uno sconosciuto dall’aria tranquilla, ma con lo sguardo di chi sa il fatto suo.

Le prime mosse scorrono rapide e i miei uccelli volano fieri sul campo. Lui invece gioca senza fretta, piazzando creature e incantesimi come se avesse tutto sotto controllo. Sto per vincere, me lo sento, attacco con tutto, la classica mossa finale. Le mie creature hanno tutte “Volare”, non può fermare tutti i danni.

Lo sconosciuto comincia a calare danni a destra e a manca, ma lo fa con preoccupazione, di chi sta lottando per la propria vita. Morto questo, morto quest’altro, niente, i miei uccelli sono troppi. Conto i danni, sicuro di aver fatto i dieci che mi separano dalla vittoria.

“Nove danni”, dice lui. Io non ci posso credere, ricontrollo tutto: sì, nove schifosi danni.

Il turno dopo attacca lui e mi uccide, fine. Ho perso. Niente di epico.

Ho perso perché non avevo Kangee.

Passano le settimane, dal forum mi arrivano foto di conferme di invio, ma niente. Di Kangee neanche l’ombra. Penso di essere stato fregato, mi incavolo, mi confido, ma la realtà non cambia finché mi ricordo che ho usato l’indirizzo di mia nonna.

Chiamo dal mio telefono avorio e grigio topo della SIP.

“Pronto, nonna? Sì, sì. Mangio abbastanza. Sì, la mamma è qui. Tutto bene a scuola, sì. Senti, non è che una settimana fa è arrivata una lettera strana con dentro una carta colorata?”

Allontano la cornetta, mia nonna sta urlando fortissimo in direzione di mio nonno per chiedergli notizie.

Riattacco sbiadito.

Mio padre fa il classico gesto con le mani di “Allora?”.

Non ho la forza di parlare, ma dentro di me risuona la frase:

“L’ha buttata, credeva fosse pubblicità. Ci ha tenuto anche a dirmi che l’ha strappata a metà prima di gettarla”.

Addio, mazzo Uccelli.

di Daniele “Il Rinoceronte” Daccò

Daniele Dacco
Daniele Dacco
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