Alien: Romulus, la recensione – Una splendida nostalgia

Quando nel 2022 la 20th Century Fox annunciò un nuovo capitolo della meravigliosa saga horror-fantascientifica Alien, iniziata nel 1979 con il primo e spettacolare film girato da Ridley Scott e sceneggiato da Dan O’Bannon e Roland Shusett (curatore del soggetto insieme a O’Bannon), ero sia eccitato all’idea che completamente terrorizzato. E non del diabolico Xenomorfo, credetemi.

Gli ultimi due capitoli ufficiali del film, Prometheus e Alien: Covenant, erano stati (scusate il francesismo) delle schifezze colossali, con una sceneggiatura raffazzonata e tremendamente noiosa (Prometheus) o completamente svogliata (Covenant) e che buttava a caso delle tematiche potenzialmente interessanti ma sviluppate in maniera becera e pigra. A causa di quest’ultima ho addirittura coniato un termine tutto mio, “l’Effetto Covenant”, per descrivere un tipo di scrittura cinematografica senza passione e votata solo al guadagno facile.

Nemmeno la regia di Scott, tornato a girare un Alien dopo ben 33 anni dal primo, è riuscito a salvare questi due capitoli dallo sfacelo. Anzi, probabilmente ha contribuito ad affossarli ancor di più, oscurando completamente il futuro del franchise.

Perciò il mio livello di allerta era alle stelle e gridava a squarciagola di abbandonare la nave quando uscì il primo teaser trailer di Alien: Romulus, settimo capitolo del franchise diretto da Fede Álvarez, che ha curato anche la sceneggiatura. Quando lo vidi, quel trailer, ne rimasi però incredibilmente affascinato e la speranza tornò a rifiorire dentro di me, pregando con tutto il cuore che non fosse un altro flop come i suoi due predecessori e attendendo con trepidazione il 14 Agosto 2024, data d’uscita del film.

E, ora che l’ho visto, mi piacerebbe condividere con voi la mia opinione in merito, cercando di non fare minimamente spoiler. Ma se volete rimanere vergini di opinioni che possono influenzare la vostra visione, fermatevi qui e ci rivediamo dopo che l’avrete visto!

Romulus: l’incubo fluttuante

La sinossi del film di Alvarez è presto detta. Collocata cronologicamente tra il primo e il secondo capitolo della saga, la storia vede come protagonisti sei giovani coloni della Frontiera, bloccati su un pianeta minerario chiamato Jackson’s Star, sotto il controllo dell’onnipresente Weyland Yutani, la storica e crudele compagnia che fa capolino nell’intero franchise.

Stanchi di essere sfruttati dalla compagnia per lavorare come schiavi nelle miniere e desiderosi di un futuro più roseo per loro, i ragazzi riescono a individuare poco fuori la superficie del pianeta un’intera stazione spaziale della Weyland, zeppa di materiale che potrebbe permettere ai coloni di effettuare un viaggio interstellare senza problemi in cerca di nuovi lidi.

Un lavoro facile: entrare, prendere tutto il materiale disponibile e poi darsela a gambe. Ma ovviamente, per i sei coloni di Jackson’s Star, tra cui la giovane Rain e il suo fratellastro Andy, l’entrare nella stazione spaziale Romulus & Remus è l’inizio di un’incubo. All’interno di essa entreranno in contatto con gli esseri più terrificanti e letali dell’intera galassia. Gli Xenomorfi, infatti, infestano la stazione pronti a ghermire e incubare tutti gli esseri viventi che entreranno nel loro territorio, trucidando chiunque osi contrapporsi a loro.

Questa è, in sintesi, la trama di Alien: Romulus, evitando tutti gli spoiler possibili. Ed ora ecco che arriva (giustamente) la domanda che molti di voi si stanno ponendo: “Com’è questo nuovo Alien?”

Alien: Romulus – I lati negativi

Per potervi darvi la mia opinione su Alien: Romulus devo prima fare una premessa importante: io sono un grande fan della saga. Ho visto e rivisto tutti i film, anche i capitoli più brutti. Leggo e analizzo voracemente l’incredibile lore che si è creata negli anni grazie ai libri, ai fumetti e anche ai videogiochi dedicati al franchise. Amo in maniera spasmodica il gioco di ruolo dedicato ad Alien, editato e distribuito qui in Italia da Wyrm Edizioni, al quale gioco con la mia splendida compagna Persebeau (fan accanita anche lei del franchise) ogni volta che ne abbiamo l’occasione.

Per celebrare l’arrivo nelle sale del nuovo film ho addirittura organizzato, con i miei cari amici e colleghi di Niente da Dire, una campagna One-shot su Twitch chiamata San Cristobal, che potrete trovare su YouTube a breve. Questo vi fa capire quanto io ami questo franchise, perciò comprenderete anche quanto mi riesca difficile essere obiettivo nel giudicare Romulus. Però voglio comunque provare a esserlo e partire proprio con il descrivervi i difetti di questo film. Ce ne sono e non possono essere ignorati neppure dal fan più accanito.

I difetti di Alien: Romulus si trovano tutti nella sceneggiatura del film, totalmente necessaria per la realizzazione di una buona pellicola. Storia già vista, no? Non proprio, fate attenzione: a differenza di Prometheus e Covenant qui la storia c’è ed è comunque solida, ma purtroppo è costellata da piccoli buchi di sceneggiatura che si notano e fanno storcere il naso anche a chi di scrittura creativa ne sa ben poco.

Alcune soluzioni narrative viste nel film sono davvero deboli e non pienamente credibili, se inserite nel contesto della saga. E questo mi ha particolarmente infastidito, visto che potevano essere facilmente risolte  con pochissime correzioni molto più efficaci, rendo il tutto più coerente e plausibile. Anche qualcosa di scontato sarebbe stato apprezzato, non ci voleva per forza chissà quanta originalità.

Lo sviluppo dei personaggi è il secondo problema di questo film: i personaggi di Romulus, a partire da Rain e il suo fratellastro androide Andy, soffrono di una mancanza di approfondimento necessario a farceli apprezzare appieno. Si sa quasi nulla dei personaggi, non si conoscono determinati retroscena, né i loro obiettivi. Vengono descritti sommariamente e rappresentati in maniera quasi macchiettistica. Manca il loro “viaggio dell’eroe”, quello che ha sempre caratterizzato i personaggi dei primi 4 Alien e dei vari contenuti aggiuntivi realizzati negli anni successivi. Anche qui è un vero peccato, perché la base di partenza c’è e poteva essere molto interessante, se coltivata con più attenzione.

Ultimo problema, e nemmeno questo è piccolo, è la base citazionistica su cui si regge Romulus: l’intero film è costellato di citazioni e riferimenti all’intero franchise di Alien. Sebbene siano ben realizzate, sono davvero troppe e alle volte non necessarie, dando l’impressione che l’intera sceneggiatura sia un enorme “taglia e cuci” di citazioni e riferimenti. Per citare Persebeau, la mia compagna con cui ho visto il film, Alien: Romulus dà l’idea di “un gigantesco mostro di Frankenstein, messo insieme con i vari capitoli della saga. Un film senza una sua identità”. Un’analisi più che azzeccata.

Alien: Romulus – I lati positivi

Ma ora mi cambio d’abito: tolgo gli abiti da critico e metto quelli da fan.

Sì, perché nonostante i difetti di cui Alien: Romulus soffre, a me il film è piaciuto molto.

Il settimo capitolo di Alien racchiude tutto ciò che un fan del franchise ha sempre amato. Una splendida corrente nostalgica che ti ripropone la stessa ambientazione, le stesse vibes e la stessa atmosfera che hanno caratterizzato i primi 4 film della saga e che si sono persi con i successivi. Le sensazioni claustrofobiche, il ritmo serrato, l’ansia crescente e l’azione adrenalinica trasudano dall’ottima regia di Álvarez, un vero fan che in questo capitolo butta tutto il suo amore per una saga con cui è cresciuto, prendendo tutto ciò che c’era di positivo in tutti i capitoli e facendolo convergere su Romulus.

Arriva addirittura a citare lo splendido Alien Isolation, il videogioco creato da Creative Assembly e pubblicato da SEGA nel 2014. Un capitolo che la Fox decise di rendere canonico per la bellezza e cura con cui è stato realizzato.
Gli attori (Cailee Spaeny e David Jonsson, in primis) hanno donato una splendida performance e ci hanno creduto fino all’ultimo, nonostante le già citate limitazioni dei personaggi che non gli hanno permesso di esprimersi al massimo. Il film ha comunque dato loro modo di farsi notare dal grande pubblico.

Gli Xenomorfi sono più agguerriti e terrificanti che mai e ho adorato che siano state valorizzate e rese ancora più temibili le loro forme primordiali. Senza contare l’inserimento di particolari sulla loro crescita mai visti sul grande schermo e noti solo ai fan più sfegatati e legati al franchise. Il finale è un vero e proprio horror nell’horror, e mi ha donato un nuovo incubo da sognare la notte (grazie eh, Álvarez. Come se ne avessi avuto bisogno!).

Un nuovo inizio

alien: romulus

Per quanto mi riguarda, non è stato facile dividermi tra l’obiettività analitica e il gusto personale, visto che questa volta non potevo sopprimere nessuno dei due. Alla fine ho semplicemente deciso di seguire il mio cuore e il mio gusto personale. Alien: Romulus mi è piaciuto molto e sono rimasto davvero contento e soddisfatto dalla visione, che ripeterò molte e molte volte in futuro con l’acquisto del Bluray.

Quello che Fede Álvarez ha realizzato è un film di un fan per i fan, pieno di quelle atmosfere oscure e labirintiche mischiate all’ansia più opprimente che abbiamo imparato a conoscere e amare. Un film dove l’Alieno torna protagonista e con lui tutta la sua lore e i suoi misteri, con quell’adrenalina che ti fa rimanere attaccato allo schermo per tutto il tempo per scoprire come i protagonisti riusciranno a cavarsela… O come sarà orrenda la loro morte.

Non tutti i fan di vecchia data però saranno soddisfatti da questo Alien, perché i problemi di sceneggiatura e la mancanza di spessore dei personaggi ci sono e non si possono nascondere, nemmeno sotto ingombranti citazioni. Ciò che molti appassionati ora vogliono non è solo un ritorno alle origini, ma un nuovo inizio. Non basta più accontentarsi di una splendida nostalgia, ma c’è bisogno di novità che rinnovino ciò che è stato fatto, mantenendone invariato lo spirito.

Ora che la saga è tornata sui binari giusti, se si vuole continuare sulla strada tracciata da Álvarez, c’è bisogno di una nuova storia originale che appassioni e tenga incollati allo schermo vecchi e nuovi fan. Sappiamo già che la cosa è possibile e ne abbiamo le prove. Basta solo attingere a ciò che la lore ha da offrire.

Per questo io, da vecchio fan quale sono, ringrazio Fede Álvarez per aver riportato finalmente un Alien degno di questo nome al cinema. Ma è ora di impostare una nuova rotta e partire verso l’ignoto, in cerca di una nuova e terrificante storia.

Perché lo spazio è vasto e lì nessuno ti può sentire urlare.

Attore Novizio al vostro servizio!

Valerio Angelucci
Valerio Angelucci
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