Editoriale: Narciso annegò nel proprio riflesso

Accarezzava il suo volto di fronte allo specchio, delicatamente. Con un dito percorreva il contorno delle labbra, la fossetta sulla guancia destra, fino a risalire alle ciglia fitte. Ignorava le imperfezioni, mentre si osservava: tutto il suo mondo era concentrato in un riflesso.

Questa è la visione a cui penso, mentre sussurro la parola “Narcisismo”. Un momento solitario e contemplativo, dove le proprie forme trovano una dimensione irreale attraverso il riflesso di uno specchio. Riduttivo, però, rispetto a un sentimento/fenomeno/attitudine che ha molteplici ambiti in cui annidarsi: dall’amore ai rapporti sociali, dall’etica delle azioni al protagonismo sfrontato dell’ego.

Un male moderno, tra i tanti, che sta conoscendo una deriva sempre più egoriferita. Narcisismo spesso conduce a calpestare gli altri, sminuire chi ha sentimenti di cristallo, sgretolare anche sé stessi pur di ricercare un’ombra della perfezione che ci siamo disegnati nei pensieri.

Gattonando allo specchio

american psycho mirror

Lo sdoppiamento dell’identità avviene in tenera età. Dopo giorni passati a conoscere solo parti di noi stessi, allungando le mani di fronte ai nostri occhi o tastando i polsi tra le gengive, la coscienza si risveglia davanti lo specchio della camera dei genitori. Là, dove la madre si rassetta il vestito prima di uscire, ora vi sono due occhietti vispi intenti ad allungare dita paffute e labbra a cuore.

Tutti quei frammenti raccolti dalle parole di chi ci cullava o da una visione periferica del nostro corpo qui si assemblano, in un lampo, generando un simulacro della nostra figura: un Io ideale.

Quindi, nella stanza, il bimbo rimane in compagnia di due identità: quella reale, che può strofinarsi gli occhi e sbattere le ciglia, e una ideale, quella che lo tormenterà nella ricerca estenuante della propria perfezione.

Il modello accompagna gli individui nella pretesa di cambiare sé stessi, in una corsa furiosa che, a conti fatti, rimarrà irraggiungibile. Ed è proprio questo l’elemento tragico: Narciso, nel tentativo di unire il reale al suo ideale, affoga nel proprio riflesso.

Narcisismo nel sopprimere l’aria altrui

Narciso, in questa fase di miglioramento delle proprie fattezze, strappa pezzi da chi lo circonda, tappezzando il corpo di sentimenti rubati alle esperienze altrui.

Cinismo e narcisismo, qui, si uniscono nella moderna contemplazione dell’autodeterminazione. Se l’altro è un ostacolo, va debellato. Se l’alterità è un contorno, il centro della disputa è pur sempre l’ego, che sia per piccoli o grandi affanni.

E si assiste alla soppressione della libertà altrui, la prepotenza nel ferire, la meschinità nel calpestare. A nulla valgono le parole o i patti: ego comanda, l’altrui deve inchinarsi. 

Narciso e l’amore che soffoca

metamorfosi di narciso dalì

Narciso può scambiare sé stesso anche nel sentimento d’amore con gli occhi dell’altra persona. Egli può definirsi amante, raccontare di grandi viaggi e sentimenti paragonabili alla vastità dell’universo. Perché amore giace negli occhi di chi lo guarda. Quindi, se l’altra persona ama l’Ego, l’Ego ricambierà amando ancora di più sé stesso.

Soffoca, quindi, Amore. Soffoca negli occhi di chi realizza l’assenza di sentimento, la sottrazione della propria identità a beneficio dell’altro.

“Si ama male.”

Amore in Narciso può anche esistere, ma secondo patti e sentimenti che travalicano la propria individualità.

Si è sé stessi, si badi bene, ma non si è soli. Quindi amore che accompagna, distraendo dall’ossessione del proprio riflesso.

Volersi bene, oltre l’ossessione narcisistica

Volersi bene è prioritario: la ricerca del godimento, a conti fatti, smuove anche le montagne. Quindi, piccoli gesti in dono a sé stessi, estraniati dal pensiero altrui, sono come oro colato tra le dita di chi ne beve il nettare.

Crescere, però, nel rispetto altrui, osservando e coltivando le esperienze e i sogni anche assieme agli altri è un dono che in pochi riescono a comprendere.

Io stessa, molte volte, faccio fatica, ma in libertà e rispetto si respira meglio. Oltre lo specchio, oltre il simulacro di una perfezione inesistente. Cibandosi di ciò che alimenta la propria esperienza di vita, lunga o breve che sia, ma l’unica che ci è concessa.

Miriam My Caruso

Miriam Caruso
Miriam Caruso

Caporedattrice di Niente da Dire, è giornalista pubblicista dal 2018, nel campo nerd, divulgativo e musicale.
Nel 2018 fa il suo ingresso nel digital marketing grazie ad Arkys, verticalizzandosi nella SEO e imparando a mettere a punto strategie di marketing per le aziende.
Nel contempo si laurea in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione nel 2020, acquisendo la lode con una tesi antropologica dedicata al Cannibalismo e agli Zombie di Romero. Nel tempo libero, per non cambiare strada, scrive racconti e gioca a giochi da tavolo e canta, sotto la doccia, fuori, ogni volta che può.

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