In una location che sembra uscita da un libro di fantascienza per giovani lettori, tra scacchiere giganti, teste di drago alle pareti e giardini con nicchie nascoste e tanti segreti, ha avuto luogo la decima edizione di Stranimondi, fiera dedicata alla letteratura ma soprattutto alla cultura.
Un evento, un mondo
La Casa dei Giochi di Milano ci ha accolti in una giornata uggiosa, grigia, perfetta per rintanarsi con un bel libro in mano.
Il salone fumoso era pieno di gente che chiacchierava e gonfio di libri dalle copertine più disparate, proprio come una taverna in una sessione di D&D.
Le varie zone sono separate in base ai colori: ogni colore ospita case editrici differenti o eventi variegati, come presentazioni e approfondimenti.
Neanche a farlo apposta, la presentazione di Horishi – Maestro d’inchiostro era nella sala viola, e Daniele – Il Rinoceronte – Daccò si è occupato di farmi da relatore. Con me si è incamminato per le strade di Tokyo per raccontare le vite del mio tatuatore un po’ particolare.

Il pubblico è stato caloroso e ci ha accolti con grande interesse e tante domande, segno che chi frequenta questa fiera lo fa con mente curiosa e voglia sempre di scoprire nuovi mondi.
Unica sbavatura il mio nome che era scritto con il pennarello e nel modo sbagliato a differenza di altri che erano stampati e, soprattutto, corretti.
Stranimondi: gli ospiti
Tra i tanti ospiti di spicco citerò in particolare Lisa Tuttle, di origine texana, vincitrice di un John W. Campbell Award. Nel 1986 scrive The Encyclopedia of Feminism e subito dopo cura una trilogia horror tutta al femminile: “Non solo col rasoio”. È conosciuta per le sue opere weird ma anche per dell’ottima fantascienza.
Vorrei menzionare anche Charlotte J. Bright, di Torino, dalla facoltà di ingegneria aerospaziale alla pubblicazione di svariati titoli nel campo fantascientifico e fantasy. Tra i suoi libri ricordiamo la Trilogia del Nerva e Sognavo le stelle.
C’è sicuramente più bisogno di eventi e realtà con la volontà di creare spazio per gli autori e le case editrici indipendenti, fagocitati spesso dalla frenesia del mercato. C’è bisogno di curatori disposti a rischiare per la novità, il piccolo, gli emergenti, perché solo così si potranno portare nuova linfa e nuove storie alla vita.
Una fiera diversa, uno strano mondo che ci ha ospitati, e con noi ha ospitato tantissimo pubblico, per un weekend intero.
Stay kind
Love, Monigiri
