Uccelli che fanno soldi: storia del money shot

I porno possono avere degli incipit molto variegati: una ragazza che non ha i soldi per pagare la pizza, un taxi dalla dubbia licenza, un divano nero… Però finiscono tutti nello stesso modo. La scena finale dell’eiaculazione dell’attore è così importante da aver acquisito negli anni il glorioso nome di money shot, l’inquadratura che fa fare i soldi. Il fatto che un film porno debba finire sempre con l’eiaculazione dell’attore ci sembra scontato, ma nella storia del cinema non è sempre stato così.

In principio fu lo stag film

I film porno come li conosciamo oggi nascono intorno agli anni ‘70. Prima di allora il porno già esisteva, anzi. È nato insieme al mezzo cinematografico, in una forma leggermente diversa. Il porno delle origini prende il nome di stag film, e comprendeva video girati illegalmente, da attori che spesso indossavano maschere per non farsi riconoscere. Visto che le leggi dell’epoca erano molto stringenti sui contenuti sessuali, ritenuti come un affronto alla moralità e al decoro, non era solo illegale girarli, ma anche possederli o proiettarli. Questo ovviamente non ne ha impedito la diffusione, in luoghi ben precisi come i gentlemen’s club o i bordelli. Nel secondo caso in particolare, i film porno erano proiettati nelle sale d’attesa per “scaldare” i clienti prima dell’incontro con la prostituta di turno. E l’eiaculazione non veniva mai mostrata, perché avrebbe smontato l’entusiasmo del cliente, che invece doveva rimanere carico il più possibile in modo da passare più tempo con la ragazza, e magari chiedere anche dei servizi extra.

Il meat shot

Negli stag film, la scena chiave era una ripresa ravvicinata dei genitali degli attori durante la penetrazione, che veniva definita meat shot. Le riprese estremamente ravvicinate erano una novità assoluta nel cinema delle origini, visto che gli spettatori erano abituati al teatro dove gli attori sono sempre a figura intera. E lo stesso cinema all’inizio ne ricalcava lo stile, tenendosi le riprese ravvicinate solo per momenti esclusivi, come “effetto sorpresa” per lo spettatore. Il cinema porno, quindi, nasce per un pubblico esclusivamente maschile ed è fallocentrico. Purtroppo, ci siamo persi gran parte del cinema porno delle origini, visto che molte pellicole sono andate distrutte.

L’era della gola profonda

La liberazione sessuale degli anni ‘60, i movimenti studenteschi, i profondi cambiamenti politici e sociali si riflettono anche sul cinema, e sul cinema porno. Nascono gli exploitation movies, film che sfruttano temi particolarmente d’impatto come il sesso o la violenza, e sono una boccata d’aria fresca in un panorama cinematografico pudico dominato dal regolamento del codice Hays (che verrà abbandonato nel 1968). Vengono importati negli USA una serie di documentari che raccontano la vita sessuale in Europa e nei sex club. Con la scusa della verità documentaristica, questi film mostrano vere e proprie scene pornografiche. Il fatto che i documentari venissero da oltreoceano permetteva di esplorare la sessualità, e anche i desideri considerati più sconvenienti per l’epoca, bollandoli come un qualcosa di lontano ed esotico. Ancora oggi esistono pseudo-documentari di questo tipo, vi basta girare su Cielo in seconda serata per imbattervici.

Il film che ha cambiato tutto

Nel 1972 esce Deepthroat, il film che ha cambiato la storia del porno dando vita al cinema porno narrativo. Ci sono trame ben sviluppate, il film non si limita a mostrarci l’atto sessuale ma ci racconta anche il contesto in cui è maturato. Con l’arrivo del cinema narrativo non ci basta più vedere l’atto della penetrazione. Vogliamo sapere che non solo l’amplesso è avvenuto, ma in un’epoca di liberazione sessuale vogliamo essere sicuri che sia stato soddisfacente. E il bollino del controllo qualità è proprio il money shot. Deepthroat a modo suo e per la sua epoca è stato rivoluzionario. Il film suggerisce infatti che la liberazione sessuale non possa essere la stessa per tutti, e spinge all’esplorazione e alla ricerca di ciò che più piace. Sdogana l’idea che non esista un solo modo di vivere la sessualità, ma che ognuno abbia il suo e nessuno di questi sia di per sé sbagliato. 

L’importanza del money shot

L’idea di catturare su pellicola l’autenticità del piacere non nasce di certo con il porno narrativo. Anche negli stag film tutta una serie di scelte registiche suggerivano l’orgasmo: occhi che roteano all’indietro, spasmi muscolari, gemiti… Con il money shot, questo piacere diventa tangibile. Le eiaculazioni avvengono prevalentemente all’esterno del corpo femminile, in modo che il seme sia visibile. È anche quando non lo è, come nelle scene in cui l’eiaculazione avviene nella bocca della pornostar, segue comunque di solito un’inquadratura in cui l’attrice fa colare fuori lo sperma per mostrare che l’eiaculazione è effettivamente avvenuta. Ovviamente la predominanza del money shot distrugge qualsiasi pretesa di immortalare il piacere femminile, troppo poco visibile. Negli anni più recenti lo squirting è diventato l’equivalente femminile del money shot, portando agli onori della cronaca attrici particolarmente talentuose come Cytherea o Flower Tucci. Generalmente, però, è il pene a rimanere al centro dell’attenzione nella scena, e la performer coinvolta sembra provare piacere semplicemente nel guardare l’uomo che eiacula. O sentirlo, nei casi in cui l’eiaculazione avviene ad esempio sulla schiena. 

I soldi nel porno li fanno gli uccelli. Che siano quelli che guardano il film, o quelli che lo recitano, cambia poco.

di Antonella Liverano Moscoviti

Antonella Liverano Moscoviti
Antonella Liverano Moscoviti
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