Uno dei programmi di punta di Real Time è Primo Appuntamento, un format in cui si fanno incontrare due sconosciuti nella speranza che scocchi la scintilla. Il conduttore Flavio Montrucchio spesso inizia la puntata citando delle “statistiche sui primi appuntamenti” che credevo fossero completamente inventate fino a qualche settimana fa. Perché poi ho scoperto che una serie di studi sui primi appuntamenti esiste eccome. E da dove possono saltare fuori, se non dagli Stati Uniti?
Gli studi americani
Il primo appuntamento dev’essere un tema particolarmente caro agli statunitensi, visto che troviamo studi sul tema a partire dagli anni ‘70. Da quel momento, tutti gli studi successivi hanno sempre confrontato i risultati con quelli precedenti, alla ricerca di cambiamenti sostanziali man mano che la società evolveva.
Se pensiamo agli anni ‘70 negli Stati Uniti, pensiamo al Vietnam, alle lotte per i diritti civili, ai movimenti studenteschi. Un mondo alquanto lontano dal nostro, almeno apparentemente. Tutti gli studi dagli anni ‘80 in poi, infatti, hanno soltanto confermato i risultati dei primi studi degli anni ‘70. Quando si parla di relazioni tra uomo e donna, gli stereotipi continuano a prevalere anche a distanza di 50 anni, anche se la società sembra essere cambiata profondamente.
I criteri di valutazione
Tutte le ricerche sulle aspettative per quanto riguarda i primi appuntamenti hanno come protagonisti studenti e studentesse del college. Parliamo quindi di persone con una formazione universitaria, che però sembra non intaccare gli stereotipi sui ruoli di genere. Negli anni, gli studi hanno valutato diversi aspetti: dalle motivazioni che spingono a chiedere un primo appuntamento (sesso, socializzazione, ricerca di un partner, status,…), alle aspettative su chi dovrebbe organizzarlo e pagare.
Chi, dove, come, perché
Per quanto riguarda la scelta del luogo giusto per il primo appuntamento, la maggior parte dei partecipanti agli studi sceglierebbe un posto pubblico, con una scelta piuttosto ampia tra bar, cinema, ristoranti… Qualcuno azzarda persino l’idea di un primo appuntamento in chiesa. Tra un appuntamento al buio e uno insieme al gruppo di amici, quasi tutti preferiscono la seconda opzione, magari riservandosi la possibilità di rivedersi da soli in un’altra occasione. L’unica variabile che è cambiata negli anni riguarda gli inviti: dagli anni ‘80 in poi aumenta la percentuale di donne che chiedono al partner di uscire. Ai giorni nostri, quasi non si notano differenze su chi fa la prima mossa.
Harry ti presento Tinder
Nel grande gioco della seduzione, le app di incontri giocano un ruolo fondamentale. Se prima un appuntamento al buio era davvero al buio, oggi è difficile trovarsi davanti un perfetto sconosciuto. Pur evitando Tinder, è comunque normale avere delle conoscenze sui social che poi si concretizzano nella vita reale. Quindi si arriva all’appuntamento sapendo già qualcosa del proprio potenziale partner, come età, lavoro e interessi. Questo aiuta a rompere il ghiaccio, traslando i primissimi stadi della relazione online. Ha però un enorme svantaggio: crea un’immagine e delle aspettative. E visto che sui social non sempre rappresentiamo tutti i lati di noi stessi, quell’immagine può essere facilmente infranta se di persona non siamo all’altezza delle aspettative.
La variabile del sesso
Non vi stupirà, ma gli uomini sono quelli che di solito si aspettano sesso al primo appuntamento. Non importa quante variabili cambino, per gli uomini intervistati ogni scusa è buona. È la donna a chiedere di uscire? Palesemente ha un interesse sessuale. Vuole dividere il conto? Sta dimostrando di essere indipendente nelle proprie scelte (e vuole fare sesso). L’uomo paga per la donna? Ovviamente lei ricambierà col sesso dopo. La donna sceglie un posto appartato per il primo appuntamento? Beh, sapete già il perché. Dalle donne ci si aspetta che siano più selettive con il partner, visto che potenzialmente stanno cercando il padre dei propri futuri figli, e quindi si suppone che lo scelgano attentamente. Gli uomini invece sono più aperti al sesso occasionale. E pur sapendo che lo stereotipo delle donne le vuole più selettive, questo non sminuisce le aspettative maschili sul fare sesso al primo appuntamento. Se avete trovato qualche contraddizione, beh, che dire…
Il mito dello stupro
Tutte le aspettative maschili sul sesso al primo appuntamento, e l’errata interpretazione di alcuni comportamenti femminili (accettare un passaggio a casa, andare nell’appartamento di lui, farsi pagare la cena…), possono confluire nel cosiddetto “mito dello stupro” (o cultura dello stupro). Parliamo di tutta una serie di credenze che mirano a giustificare l’atto, discolpando chi lo compie e colpevolizzando chi lo subisce. Questo mito lo conosciamo bene, è lastricato di frasi come “Se si veste così se la va a cercare”, “Perché è andata a casa di lui se non voleva farci sesso?”, eccetera…
Anche in questo caso, gli stereotipi di genere la fanno da padrone, tanto che queste credenze sono radicate sia negli uomini che nelle donne. Queste ultime in particolare, tendono a sentirsi più pressate durante i primi appuntamenti nel “ricambiare” una cena offerta con del sesso, oppure ad evitare situazioni che potrebbero essere compromettenti come un appuntamento in un luogo isolato.
Quindi non solo gli studi citati da Montrucchio esistono, ma ci raccontano pure quanto siano difficili da scardinare le aspettative sui ruoli di genere.
di Antonella Liverano Moscoviti