Non smettete di amare.

Oggi il Double R è addobbato a festa per onorare il Pride Month. Al centro della sala troneggia uno striscione colorato con scritto love is love. Ammetto che forse è uno degli slogan che preferisco in questo mese di lotta e celebrazione.

L’amore è amore.

Ho scelto di esaltare questo sentimento, fondamentale per ogni essere umano, attraverso i brani che ascolteremo in questo articolo speciale. Perché l’amore non può essere fermato. Nessuno può dirci chi dobbiamo o non dobbiamo amare. E allora quello che vi voglio dire oggi è: non smettete di amare.

Il concetto di “non smettere di amare” è piuttosto ricorrente nella musica pop e rock. Esistono, infatti, diverse canzoni che hanno in comune praticamente lo stesso titolo, con poche variazioni.

Giusto per citarne alcune, nel 1958 è uscita I can’t stop loving you di Don Gibson, più conosciuta nella versione di Ray Charles del 1962. Nel 1987 è invece la volta di Michael Jackson con la sua I just can’t stop loving you. I Van Halen pubblicano nel 1995 Can’t stop lovin’ you. Un’altra canzone perfettamente omonima, interpretata dagli Aerosmith in duetto con Carrie Underwood, vede la luce nel 2013.

Mi avvicino al jukebox, inserisco la moneta e seleziono il primo brano di oggi. Indovinate un po’ come si intitola.

Phil Collins, Can’t stop loving you

Because I can’t stop loving you
No, I can’t stop loving you
No, I won’t stop loving you
Why should I?

Pubblicata nel 2002 come singolo estratto dall’album Testify, Can’t stop loving you di Phil Collins, è in realtà la “cover di una cover”. Scritta da Billy Nicholls (tra le altre cose anche corista degli Who) nel 1977 e registrata con la sua band White Horse, venne reinterpretata l’anno seguente da Leo Sayer: proprio da quest’ultima versione Collins trae ispirazione, dopo averla sentita alla radio.

Le atmosfere vagamente country del brano originale vengono trasformate in un pop-rock che ben si sposa con lo stile caratteristico dell’ex-cantante e batterista dei Genesis. Il tutto viene impreziosito con un bridge nuovo di zecca, composto apposta per l’occasione, che precede la modulazione di un semitono in cui il musicista britannico decide di eseguire l’ultima strofa e l’ultimo ritornello.

Il pezzo si conclude e io frugo nelle mie tasche per trovare un’altra moneta con cui ascoltare ancora un ultimo brano dal nostro jukebox.

Toto, Stop Loving You

I can’t stop loving you
Time passes quickly and chances are few
I won’t stop till I’m through loving you, girl

Uscita nel 1988, Stop Loving You viene estratta dall’album The Seventh One, l’ultimo che vede il tastierista Steve Porcaro in formazione (rientrerà nella band nel 2010, per poi lasciarla nuovamente nel 2020).

Come vocalist principale troviamo Joseph Williams, figlio del compositore John Williams (di cui ho già parlato qui), e partecipa ai cori anche Jon Anderson degli Yes.

Il brano è perfettamente rappresentativo dello stile dei Toto: una sezione ritmica dal groove trascinante, una voce solista potente che canta una melodia accattivante, cori che si aggiungono sul ritornello (come nella migliore tradizione della band) e virtuosismi chitarristici e tastieristici a profusione (apprezzabili soprattutto nello special strumentale tra gli ultimi due ritornelli).

Amore = Rispetto

Entrambi i brani parlano di un amore incondizionato e, nonostante raccontino di storie già finite, i rispettivi interpreti continuano a volere il bene e la felicità della persona amata. Il dolore e la delusione legati alla fine di un amore sono stati trasformati in qualcosa di costruttivo, mantenendo dei sentimenti positivi e sfociando nell’ispirazione per la composizione di una forma d’arte quale è la musica e la canzone.

Se tutti noi fossimo un po’ più educati al culto del bello e della creatività come mezzo di espressione e accettazione delle nostre emozioni (e di quelle degli altri), probabilmente ci sarebbe molto più rispetto tra gli esseri umani. Anche quando l’amore finisce, se non si smettesse di amare, inteso nel senso più profondo di rispettarsi, il mondo sarebbe un posto migliore. Se ci rispettassimo, non importerebbe a nessuno chi amiamo.

E se ci amassimo e ci rispettassimo, allora tutte le notizie di violenze, stalking, femminicidi e altri orrori, scomparirebbero dai nostri giornali.

L’amore è rispetto. L’amore è vita. L’amore è lasciare gli altri liberi di amare, di vivere.

L’amore è amore. Non smettete di amare.

di Marta “Minako” Pedoni

Marta Pedoni
Marta Pedoni

Marta Pedoni è una cantante, attrice e performer. Ha inoltre studiato doppiaggio cantato a Roma presso la Scuola Ermavilo fondata da Ernesto Brancucci.
In arte Minako, sceglie questo nome in onore di Sailor Venus. Classe 1990, la sua vita (nonchè la sua personalità) si divide tra arte e scienza, in equilibrio tra razionalità e sensibilità. Tutto ciò si traduce, per farla breve, in una Principessa Disney laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico.
Quando non è su un palcoscenico a cantare, recitare e ballare o non viaggia su un aereo, parla di musica su Niente Da Dire e conduce con Daniele Daccò Il Cornetto Del Mattino sul canale Twitch de Il Rinoceronte Viola.

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