Maxwell’s Daemons: il GCC fantasy-scientifico dei Boltzbrains

C’era una volta uno scienziato scozzese di nome James Clerk Maxwell che visse nell’800 e fu fantasioso abbastanza da sfidare nientepopodimeno che le inviolabili leggi della termodinamica. E così ideò l’esperimento mentale del Diavoletto di Maxwell, dove l’esserino in questione ha una vista infinitamente più efficiente della nostra, tale da poter vedere l’accelerazione di una molecola. Per semplificare all’osso, il microscopico diavoletto azionerebbe, in questa teoria, un marchingegno capace di far passare le suddette molecole in movimento attraverso una botola tra due gas in equilibrio e violare così il secondo principio della termodinamica.

Da questo esperimento concettuale prende il nome Maxwell’s Daemons – tales from the Sliver, ideato dai ragazzi della casa indipendente Boltzbrains che, come il fisico scozzese, sono stati ingegnosi abbastanza da inventare il primo gioco di carte collezionabili “fantasy-scientifico” – così lo definiscono loro stessi – dove protagonista assoluta è la chimica e i personaggi altro non sono che molecole che assumono la forma di creature del nanomondo. I cosiddetti “Demoni”, appunto, che secondo la lore del gioco provengono da un altro piano della nostra realtà e che per rendersi visibili assumono la forma di questi “avatar” attraverso un percorso che i Boltzbrains chiamano “mistico, psichedelico”.

Boltzbrains: scienziati e creativi

I Boltzbrains sono Alberto Pintus e Emanuele Petretto, entrambi scienziati, ma anche creativi, musicisti e artisti. Alberto è un chimico e Emanuele ha studiato Scienze dei Materiali. Con un dottorato a testa, hanno lavorato come ricercatori e nel campo delle simulazioni molecolari.

“Anche nella ricerca c’è una spinta creativa, in un certo senso”, mi raccontano. “Tuttavia, l’ambiente accademico ci andava un po’ stretto”.

Da qui la scelta di fondare una casa indipendente di sviluppo di giochi ispirati alla scienza, il cui scopo primario è sicuramente quello ludico e d’intrattenimento, ma in cui la componente di divulgazione scientifica è caratterizzante.

Maxwell’s Daemons: gioco, narrazione e divulgazione

Maxwell’s Daemons è un gioco di carte collezionabili fantascientifico, espandibile, con alcune meccaniche di gioco che dipendono dal lancio dei dadi”, mi spiegano. “L’idea è nata circa due anni fa, nel tempo il gioco è cresciuto e sta entrando nella fase Beta. La cosa che assorbe la maggior parte del nostro tempo è probabilmente la compilazione dei mostruosi fogli Excel dove raccogliamo tutte le caratteristiche chimiche degli elementi e dei composti. È la Chimica che ci dice come dobbiamo caratterizzare i personaggi”.

Ma niente paura, per giocare non è necessario essere degli esperti di chimica: “Come per ogni gioco, basta leggere il regolamento”, rassicurano i ragazzi di Boltzbrains. “Poi magari un po’ di chimica la imparate giocando o vi appassionerete a tal punto che vi verrà voglia di approfondire la materia”.

In Maxwell’s Daemons siamo sul pianeta Terra, sì, ma da un punto di vista nanoscopico. L’ambientazione è su un minuscolo granello di materia (lo “Sliver” del sottotitolo, appunto), che fa da sfondo a una guerra tra due fazioni di Demoni, controllati dai due giocatori che si sfidano: i Carboniani e i Siliconiani.

I Carboniani (composti a base di Carbonio) sono più “agili” rispetto agli “inerti” Siliconiani (basati sul Silicio), sanno volare, possono padroneggiare attacchi radioattivi e evocare degli alleati metallici (i Golem). Entrambe le fazioni possono schierare anche Globs e Sciami, rispettivamente creature liquide e gassose, capaci di innescare reazioni chimiche. Gli Sciami, per esempio, vista la loro natura volatile, possono stare sulla plancia per un numero limitato di turni. I Siliconiani, però, non hanno questo limite con le creature gassose, perché gli sono più “affini”.

maxwell's daemons

La chimica detta le leggi del gioco

“Come dicevamo, il comportamento e la personalità di queste creature, così come tutta la lore del gioco, rispettano le leggi scientifiche della chimica, con qualche licenza narrativa e alcune semplificazioni, ovviamente (stiamo pur sempre giocando!)”, proseguono i Boltzbrains.

Ed ecco che per evocare i Siliconiani e i Carboniani dal mazzo delle creature molecolari bisogna schierare prima gli Elementi necessari a comporli, da pescare dal mazzo delle risorse. I Globs e gli Sciami richiedono invece di essere attivati da “Carte Molecola”, sempre dal mazzo delle risorse, mentre per evocare i Golem metallici è sufficiente avere in campo la risorsa Elemento di cui sono fatti.

Gli scontri tra le creature nel gioco sono regolati dai tiri dei dadi e in base ai loro indicatori numerici sulla carta. La scala di questi valori è semplificata ma rispecchia fedelmente la natura reale degli elementi e dei composti chimici. Gli acidi e le basi quindi si neutralizzano tra loro, altre sostanze partecipano a reazioni di ossidoriduzione, e i metalli hanno le loro caratteristiche di durezza e resistenza alla corrosione degli acidi. I Golem radioattivi, invece, sono tra i più potenti di tutto il gioco, ma attenzione! I loro attacchi potrebbero danneggiare la loro stessa fazione.

Una lore fantasy-scientifica

“Lo scontro tra Siliconiani e Carboniani è fondamentalmente una guerra religiosa, mi raccontano Alberto e Emanuele. “Lo scopo del gioco è la distruzione dell’Infrastruttura, ovvero la base operativa o il luogo sacro dell’avversario, e ovviamente la difesa da parte di ogni fazione della propria. Ogni Carta Infrastruttura condiziona in modo peculiare gli schieramenti durante la partita perché ognuna di esse ha creature più adatte di altre a proteggerla. È lunica carta che viene scelta e dichiarata all’inizio del gioco”.

Ma come mai la scelta è caduta proprio sul carbonio e sul silicio per i due “popoli” rivali?

“I composti di carbonio e silicio assumono conformazioni geometricamente simili nello spazio”, mi spiegano. “Il mondo minerale è basato sul silicio, quello della vita sul carbonio. Inoltre, le teorie di Esobiologia identificano il silicio come uno dei possibili candidati a sostituire il carbonio in eventuali altre forme di vita aliene”.

Narrazione e fondamenta scientifiche si intrecciano anche sotto questo aspetto, perché la geometria che assumono entrambe le famiglie di composti è quella tetraedrica. Il Tetraedro è infatti venerato sia dai Siliconiani che dai Carboniani. O meglio, due versioni diverse di esso, tanto che una fazione appare eretica agli occhi dell’altra e viceversa.

Succede che intorno allo Sliver, il granello di materia su cui è ambientata la storia e che rappresenta un pianeta per i nostri Demoni, vola un insetto. I personaggi, che lo vedono come se fosse un oggetto astronomico, apprendono in qualche modo che è fatto di carbonio. I Carboniani lo riconoscono quindi come propria divinità e si autoproclamano popolo “eletto”, facendo scoppiare la guerra coi Siliconiani. Essendo tutto a un livello microscopico, anche la percezione del tempo è molto dilatata rispetto alla nostra: tutto avviene nell’attimo di un battito d’ali dell’insetto, che dal punto di vista delle creature dura decenni.

Il futuro di Maxwell’s Daemons

“La lore di Maxwell’s Daemons è espandibile in modo quasi sconfinato perché la chimica è vastissima e ci offre tantissimi spunti. Per esempio, se pescassimo dalla Biochimica potremmo spostare l’ambientazione dallo Sliver a una cellula. Tales from the Sliver è solo una singola storia di Maxwell’s Daemons, ma ce ne saranno altre”.

Il sogno dei Boltzbrains è quello di espandersi anche oltre i confini del gioco di carte e ramificare la lore attraverso altre forme ludiche e di narrazione come per esempio manuali per giochi di ruolo, libri-game, racconti e, perché no, magari anche un videogioco. “Vorremmo sicuramente portare avanti i nostri progetti di giochi ispirati alla scienza e continuare a fare divulgazione scientifica a diversi livelli, rivolta a varie fasce d’età, dall’adolescente all’adulto”.

Potete seguire i Boltzbrain e Maxwell’s Daemons sulle loro pagine ufficiali Instagram qui e qui.

di Marta “Minako” Pedoni

Marta Pedoni
Marta Pedoni

Marta Pedoni è una cantante, attrice e performer. Ha inoltre studiato doppiaggio cantato a Roma presso la Scuola Ermavilo fondata da Ernesto Brancucci.
In arte Minako, sceglie questo nome in onore di Sailor Venus. Classe 1990, la sua vita (nonchè la sua personalità) si divide tra arte e scienza, in equilibrio tra razionalità e sensibilità. Tutto ciò si traduce, per farla breve, in una Principessa Disney laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico.
Quando non è su un palcoscenico a cantare, recitare e ballare o non viaggia su un aereo, parla di musica su Niente Da Dire e conduce con Daniele Daccò Il Cornetto Del Mattino sul canale Twitch de Il Rinoceronte Viola.

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