Intervista esclusiva a Steven John Ward, il Mihawk di One Piece

Il live action di One Piece, per la maggior parte di noi nerdacci, è stato uno degli eventi più attesi su Netflix dello scorso 2023. Ricordo mi arrivarono tantissimi messaggi privati che mi esortavano a vederlo prima possibile, ma io “no, devo gustarmelo con calma“. Neanche il tempo di terminare la frase che mi sono ritrovata all’ultima manciata di secondi dell’episodio finale.

Poi, qualche mese più tardi, viene reso noto il programma del Torino XMas 2023. E là, tra i tanti nomi deli artisti invitati, capeggiava lo sguardo fiero e tagliente di Steven John Ward, che interpreta Mihawk nella serie sopracitata. Intervistare un nome internazionale non è mai semplice, soprattutto per questioni di organizzazioni burocratiche. Consci di tutto e con il collega Filippo Bertozzo (Dicendinosaur) al mio fianco, abbiamo comunque deciso di rincorrere Steven per tutta la fiera, sperando di riuscire a strappare qualche dichiarazione esclusiva.

Abbiamo trovato un’accoglienza inaspettata, che ci ha dato modo di poter parlare in privato con Steven John Ward e, grazie a Filippo che mi sosteneva nell’inglese, siamo riusciti a portare a casa questa intervista a quattro mani.

Che poi John abbia voluto abbracciarci al termine delle nostre domande e parlare di dinosauri col mio collega paleontologo è un altro conto. Sta di fatto che, usciti da quella stanza dopo aver incrociato gli operatori Rai che ci davano il cambio, ci siamo messi a correre dal direttore, entusiasti e soddisfatti di quanto accaduto.

Di seguito la traduzione della nostra chiacchierata. Il resto, è storia!

Chi è Steven John Ward?

Steven John Ward è un padre, prima di tutto. Un idiota, per la maggior parte dei miei amici. Presto sarà un apicoltore. Sono il tipo di persona che vuole che le persone siano felici, cerco di dare energia e non prendere energia dagli altri. Desidero che chi mi sta intorno sorrida tutto il tempo, vorrei la felicità in tutto il mondo e questo è tutto ciò che voglio dalle persone che incontro.

Come ti sei preparato a interpretare uno spadaccino così carismatico qual è Mihawk?

mihaw interpretato da ward

La prima cosa che ho fatto è stata guardare una foto di Mihawk e notare la mole di addominali che aveva. Poi, mi sono guardato allo specchio e ho notato che avrei dovuto sudare parecchio per averli anche io. È irreale, un personaggio animato, non può avere tutti quegli addominali! [ride].

No, seriamente, ho fatto molti allenamenti di spada con un maestro giapponese, Koji Kawamoto, che mi ha raggiunto sul set. In particolare, mi ha allenato nell’uso di coltelli, spade corte, spade lunghe, insomma, abbiamo spaziato tra le varie tipologie e dimensioni di armi bianche, tra cui la Yoru, la spada di Mihawk, che è molto, molto più grande di una spada normale, sebbene lo stile di combattimento sia molto simile.

Mi sono allenato molto anche in altre discipline, come la boxe, “hit” – caratterizzata da movimenti molto veloci -. Lo scopo era far apparire i miei movimenti come molto semplici e, soprattutto, migliori rispetto allo stile di Mackenyu (Mackenyu Maeda), l’attore che interpreta Zoro. Mackenyu è un vero spadaccino marziale. Quindi, sì, dovevo apparire molto più bravo di lui [ride].

Ho trascorso tanto tempo ad allenarmi e a lavorare con il gruppo degli stuntmen, tra cui Shaun Verth che è stata la mia controfigura, anche se solo per una scena, per il resto ho fatto tutto io. Poi mi sono costruito una mia versione personale di Yoru, così quando tornavo a casa e non potevo allenarmi con il team sul set, potevo esercitarmi da solo nel mio piccolo giardinetto. I miei vicini (vivo in un condominio al piano terra, loro negli appartamenti superiori al mio) spesso mi spiavano, mentre brandivo questa terrificante spada gigante [ride].

Il duello con Zoro: come hai affrontato gli allenamenti fino al “ciak si gira”?

Parli del combattimento principale? Quella era la scena per la quale mi dovevo allenare principalmente, perché sapevamo che non potevamo permetterci di sbagliarla. Eravamo consci del fatto che sarebbe stata una scena grandiosa per il live action, dato che sia nel manga che nell’anime ha un’importanza elevatissima. Ci siamo allenati veramente tanto e Mackenyu è stato fantastico e gentilissimo.

Lui è uno spadaccino di formazione, capiva cosa fare in un secondo, mentre io ci mettevo un “qualcosina” in più per arrivarci. Mackenyu si è unito alle riprese solo quando ho raggiunto un po’ più di consapevolezza su cosa fare in scena, così da riuscire a lavorare ad un buon ritmo. Abbiamo speso molto tempo insieme per realizzarla, modificandola durante gli allenamenti e via via che tutti la vedevano sullo schermo, fino al giorno del ciak!

mihawk nella scena del duello in one piece netflix

 

Ma sì, è stato molto difficile perché c’era molta pressione per riuscire a fare tutto nella maniera corretta: c’era molta pressione per fare Mihawk al meglio, c’era molta pressione per fare “One Piece” al meglio, c’era molta pressione per ottenere *quella* specifica scena al meglio.

Quindi sì, c’era una tensione costante, è stato terrificante [ride]. Ma, alla fine, è stata un’esperienza molto divertente.

Come è stata la tua interazione sul set con il resto del team? Parlo del rapporto con gli altri attori e, soprattutto, con la supervisione di Oda stesso?

Iniziamo con Oda: semplicemente non l’ho mai incontrato. Potrei sbagliarmi, ma credo che solo Iñaki [Iñaki Godoy, Luffy, nds] lo abbia conosciuto, mentre gli altri quattro protagonisti credo ci abbiano parlato solo al telefono. Ma non ne sono sicuro. Siamo un cast numerosissimo, quindi non c’era modo che Oda incontrasse tutti noi. Ciò nonostante, sentivamo la sua presenza costante perché, mentre stavamo girando, gli showrunner Matt e Steve erano con noi a ogni passo. Non sono abituato a vedere uno showrunner su ogni singolo set, in ogni singola scena.

Ogni volta che c’era qualcosa di sbagliato, Matt consultava Oda, per poi passare le informazioni a noi. Tutto veniva fatto nella maniera più meticolosa possibile e in questo modo sentivamo la presenza costante di Oda stesso sul set.

Spero di incontrarlo un giorno, probabilmente sverrò [ride], ma di sicuro, come prima cosa, lo ringrazierei.

Qual era la prima parte della domanda? Oh sì, il cast!

Ovviamente, hanno scritturato un sacco di attori sudafricani per lo show ed è una cosa per

cui sono estremamente grato. Conoscevo già molti di loro, ma ho avuto la possibilità di conoscerli meglio sul set, apprezzando le loro qualità attoriali. È stata un’esperienza incredibile. Anch’io sono un casting director, è il mio lavoro ufficiale dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio, eppure non ho mai visto persone del mio paese recitare così bene. Cioè, mi spiego meglio, sì, avevo visto recitare bene nel mio paese, ma non mi aspettavo fossero così bravi! Ma credo tu voglia sapere anche del mio rapporto specifico con i 5 attori principali e poi Baggy, Shanks, e gli altri personaggi.

Sono persone incredibili. Tutti loro!

Il cast di One Piece, sinergia e professionalità

cast di one piece per netflix

Iñaki: ciò che vedi in scena è ciò che hai nella vita reale. È una bomba di energia, ma non ruba l’energia, la dà. È sempre entusiasta, sempre pronto, volenteroso di provare cose nuove. È fantastico.

Emily [Emily Rudd, Nami, nds] è la persona più dolce del mondo, è un’attrice incredibile. Quando sei sul set e sta recitando, è una gioia vederla all’opera.

Taz [Taz Skylar, Sanji, nds] è esilarante. Io, lui e Jacob [Jacob Romero Gibson, Usopp, nds] passavamo quasi tutti i giorni ad allenarci nella sala adibita anche agli stunt, conoscendoci meglio. Jacob non smette mai di sorridere, è una persona solare. Taz è in grado di fare tutto. Letteralmente tutto! Cioè, lui fa sky-diving nel tempo libero, è un appassionato di sport estremi, è molto divertente da guardare. Chi sto dimenticando?

Ah, si, Mackenyu! Entrambi sapevamo che dovevamo instaurare una buona relazione, anche se on-screen eravamo in competizione. Ma c’è qualcosa che rende magico il fatto di conoscere qualcuno off-screen e poi recitare con lui nell’essere completamente l’opposto.

Mackenyu mi ha aiutato molto, soprattutto nell’arte del combattimento, era tipo “No no no no, non fare così, fai così…”, è stato fenomenale. È una persona eccezionale, l’ho visto due settimane fa in Saudi Arabia, era molto felice. Gli voglio tanto bene, come voglio bene a tutti gli altri.

Ultima domanda, quale personaggio ti piacerebbe interpretare sullo schermo? Che sia storico o ispirato da una serie, romanzo o qualsiasi altra opera di fantasia?

Può essere qualunque cosa? Ok, allora ne ho due. Mi piacerebbe moltissimo cimentarmi col Joker di Batman, anche se quello di Joaquin Phoenix è fantastico, non potrei mai… [ride]. Interpretare il Joker adesso sarebbe scoraggiante, ma ho sempre adorato l’idea di farlo fin da quand’ero bambino. È il più psicopatico degli psicopatici.

Se facessero il live action di Bleach, mi piacerebbe la parte di Byakuya Kuchiki, il fratello di Rukia. Adorerei interpretarlo, so che è un personaggio difficile e non so se sono alto abbastanza, ma ehi, è il cinema, possiamo mascherare qualsiasi cosa! Ma si, ripeto, adorerei fare Byakuya, è così figo [ride]. Sono molto nerd per Bleach…

E l’esperienza nell’aver interpretato uno spadaccino come Mihawk potrebbe aiutarti nel ruolo di Byakuya?

100%! Sono molto simili come personaggi, non occorre che faccia dei salti mortali di creatività. Sarebbe meraviglioso, avrei anche trovato il modo di interpretarlo… un giorno, forse…

Miriam Caruso e Filippo Bertozzo

Miriam Caruso
Miriam Caruso

Caporedattrice di Niente da Dire, è giornalista pubblicista dal 2018, nel campo nerd, divulgativo e musicale.
Nel 2018 fa il suo ingresso nel digital marketing grazie ad Arkys, verticalizzandosi nella SEO e imparando a mettere a punto strategie di marketing per le aziende.
Nel contempo si laurea in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione nel 2020, acquisendo la lode con una tesi antropologica dedicata al Cannibalismo e agli Zombie di Romero. Nel tempo libero, per non cambiare strada, scrive racconti e gioca a giochi da tavolo e canta, sotto la doccia, fuori, ogni volta che può.

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