Intervista a Jessica Cioffi in arte Loputyn, tra illustrazione e magia

Cupo, riflessivo, misterioso, magico. Il legame tra natura ed esseri umani da sempre affascina il pensiero collettivo, in un sentimento di ritorno alle origini che odora di muschio bagnato e foglie riarse. Un immaginario che si riversa in gocce di china su fogli bianchi, per trovare una propria dimensione reale tra un incantesimo e un chiaro di luna.

Adoro la sensazione di quiete sognante trasmessa dalle tavole di Jessica Cioffi, in arte Loputyn. Il femminile trova, qui, la sua espressione più florida, con giovani donne sinuose, dai lineamenti di porcellana, intente a ballare avvinghiate a lupi terrificanti.

Sentimenti contrastanti, che si concentrano nei dettagli di una vegetazione incolta, fatine curiose e streghe in preghiera per evocare la Dea durante le notti di plenilunio.

Ho potuto incontrare Jessica per parlare della sua immaginazione, la sua storia e la collaborazione con ReBelle. Una chiacchierata magica, che vi racconto qui di seguito.

Chi è Jessica Cioffi?

Sono un’illustratrice professionista. Come persona, invece, mi piace pensarmi selvatica.

Qual è stato il primo fumetto che ha dato il via alla tua carriera da illustratrice?

intervista loputyn miriam caruso

Il primo fumetto, anzi manga, che mi ha fatto pensare “ok, voglio cimentarmi in questo lavoro” lo lessi da bambina, spinta dalla curiosità di scoprire cosa vi era dietro gli anime che guardavo in tv. Così iniziai a sfogliare le pagine di Lady Oscar e ne scoprii dietro un nuovo mondo: quello appunto dei manga e dell’illustrazione.

Fu quello il primissimo input che ho ricevuto e che mi ha fatto pensare: “voglio farlo!“.

Come nasce la collaborazione con la casa editrice ReBelle edizioni e ReBelle Box?

Ho iniziato a collaborare con ReBelle anni fa per alcune Box a tema esoterico e magico. Il progetto era molto stimolante e perfettamente in linea con la mia creatività. Si è subito instaurato un rapporto di amicizia, oltre che di collaborazione professionale. I ragazzi della ReBelle sono molto creativi e hanno portato il loro progetto a diventare sempre più importante sul panorama italiano. Attualmente, collaboro con loro in maniera ancora più stretta e continuativa.

Parliamo della simbologia contenuta all’interno delle tue illustrazioni. Tutto ciò che nasce dalla tua creatività, sia nel concepire le Graphic Novel che per i lavori di illustrazione singoli, è pieno di una simbologia che sembra ripetersi. Come se fosse una tua firma. Raccontami questo aspetto.

La simbologia contenuta nelle mie illustrazioni la considero facente parte di un percorso di vita. Mi spiego meglio: nella vita di ogni persona, secondo me, vi sono tanti simboli che si ripetono. Anche se le situazioni che viviamo sono diverse e ci mettiamo alla prova in vari modi, questi ritornano. Io non ho fatto altro che raccoglierli e dare un senso a tutto il pattern della mia vita.

Per quanto riguarda l’influenza esoterica, che ruolo ha nel tuo lavoro? Hai anche illustrato un gioco di ruolo per Officina Meningi, Last Sabbath firmato da Atropo Kelevra e Valentino Sergi, o ancora i tarocchi e gli oracoli dalle illustrazioni eteree.

last sabbath

Per me la stregoneria e l’esoterismo sono legati in maniera molto forte alla sfera femminile. Quindi se penso al mio di mondo femminile, lo collego inevitabilmente alla natura e di conseguenza alla stregoneria e all’esoterismo. Sono cresciuta in campagna e quando ero piccola mia nonna, anche lei con uno stretto legame con questi aspetti magici ed esoterici, me li ha trasmessi.

Crescendo ho fatto tutto un altro percorso di vita, però alla fine torno sempre lì. Anche nei disegni emerge questo aspetto, un passato che mi fa ritornare negli stessi posti. Mi fa sentire il bisogno di provare ancora quelle sensazioni familiari.

Nei tuoi disegni vi è spesso la rappresentazione di una figura maschile dalle fattezze di lupo. Le donne, in contrasto, sono candide e spesso alla mercé di questa figura famelica.

lupi di loputyn

Ho riflettuto tantissimo sulla figura del lupo, la disegno da quando ero bambina anche in modo un po’ inconsapevole. Negli anni è diventato un elemento ricorrente, come se fosse un modo per rappresentare qualcosa che magari non capisco. Ciò si declina in vari ambiti della mia vita. Anche tornando al discorso naturale: è quella parte ferina che non si riesce realmente a controllare.

Da una lato, quindi, rappresento il legame con la natura, che è bellissimo ed idilliaco, anche romanticizzato. Dall’altro, però, vi è presente anche il concetto di morte, di materie organiche, che per me sono rappresentate dal lupo. Il lato oscuro e inevitabile della vita.

Jessica, cos’è che ti lascia senza Niente da Dire?

La montagna. Sto riscoprendo il gusto del camminare e perdermi nella vegetazione. Quando arrivo in alto, finalmente trovo il silenzio e rimango senza niente da dire. È una forma di liberazione.

Miriam My Caruso

Miriam Caruso
Miriam Caruso

Caporedattrice di Niente da Dire, è giornalista pubblicista dal 2018, nel campo nerd, divulgativo e musicale.
Nel 2018 fa il suo ingresso nel digital marketing grazie ad Arkys, verticalizzandosi nella SEO e imparando a mettere a punto strategie di marketing per le aziende.
Nel contempo si laurea in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione nel 2020, acquisendo la lode con una tesi antropologica dedicata al Cannibalismo e agli Zombie di Romero. Nel tempo libero, per non cambiare strada, scrive racconti e gioca a giochi da tavolo e canta, sotto la doccia, fuori, ogni volta che può.

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