Caos e regole. Nessuno è padrone di sé stesso, almeno non nell’interezza delle sue possibilità. A meno che non decidiamo di vivere su una palafitta in mezzo alle foreste amazzoniche, non possiamo interrompere il continuo flusso di informazioni provenienti dal mondo esterno. E anche in questo caso, avremmo bisogno comunque dell’assistenza altrui per scongiurare una giovane dipartita, che sia causata da stenti o malattie.
Stesso destino tocca il piano culturale: senza l’alterità, non possiamo intellettualmente avanzare, che si tratti di apprendimento sui libri o in presenza. A questo punto starete pensando: “My, che diamine c’entra tutto ciò col caos e le regole?”
Concordo, sembra tutto molto distante dall’argomento del magazine di questo mese, eppure ne è strettamente collegato.
Regole e caos governano il mondo
Dalle leggi che evitano agli esseri umani di calpestare la libertà vicendevolmente ai piccoli scherzetti in cui incappiamo giornalmente, maledicendo il destino.
Pongo, quindi, una domanda a chi legge: se il destino non esistesse, ma si rivelasse semplicemente come un qualcosa che accade, possiamo pensare di definirlo come un assurdo scherzo del caos? Esso, in effetti, è imprevedibile, randomico, ingovernabile, non-lineare.
Ciò non significa che dobbiamo vivere in un ambiente sociale privato dalle regole, ma evitarne l’asservimento totale, altrimenti cadremmo in un contesto dittatoriale e privo di stimoli creativi.
Creatività del caos
Dal caos nasce la creatività: lo dimostra ogni sovversivo che ha avuto il coraggio di compiere il cambiamento, il proprio e quello delle persone che ne avrebbero colto l’ispirazione.
Giordano Bruno andò contro la chiesa, finì sul rogo e dal 1500 continua a essere ricordato, studiato nei suoi azzardi linguistici e stimato. Pierpaolo Pasolini raccontò la società, scandalizzando e donando spunti di riflessione a chi aveva il coraggio di ascoltarlo, oltre le regole. Alda Merini raccontò la sua poesia da un manicomio, rompendo le gabbie e il silenzio imposto dai sedativi. Vincent Van Gogh volle rappresentare su tela tutti i colori che mancavano nel grigiore della sua stanza d’ospedale, dimostrando la brillantezza di un uomo dalla vita sbandata e poco lucida.
Ogni forma di repressione, quindi, non può che spingere il creativo a plasmare nuove realtà, liberando il pensiero oltre le sbarre della ragione per creare contesti inesplorati. Infiniti.
La perdita dell’equilibrio, come quella che accade tra un passo e l’altro, pone stelle luminose su lati del mondo che prima erano eclissati. Stelle che accompagnano il coraggio di continuare a esplorare, senza cedere all’incertezza.
Regole dell’ingovernabile, tra libertà e caos
Le regole, dall’alba dei tempi, sono i sistemi usati dai governi per imbrigliare le masse, forgiare un appiglio di sicurezza, evitare che il caos possa spingere troppo le proprie lancette. Mentre scrivo, mi viene in mente l’immagine di una caldaia: una di quelle vecchie, che si possono ancora scorgere in qualche film in bianco e nero. Il momento esatto in cui il termostato sembra piangere di sudore e la situazione precipita in un inevitabile kaboom.
Le regole sono uno spartiacque tra un individuo e l’altro, separano e creano un contesto di ordine apparente. È proprio questo a cui ci appelliamo quando non sappiamo come agire in determinate situazioni.
Pensate a un evento traumatico come un lutto improvviso, le prime reazioni sono: spaesamento, sconforto e cecità data dalle troppe lacrime versate. In questo caso, alcuni comportamenti regolamentati dal proprio contesto sociale ci vengono in aiuto, tendendo una mano fatta di piccoli passi e procedure per poter riprendere la propria vita da dove l’avevamo lasciata.
Alzarsi al mattino, fare colazione, buttarsi in doccia, vestirsi e uscire per lavorare/studiare/fare la spesa/semplicemente passeggiare.
Poi, tornare a casa, ricevere le persone care e consumare il cibo portato in dono, preparando un buon caffè dopo il pasto e lavando i piatti.
Tutti questi comportamenti chi li ha stabiliti? Perché ci alziamo la mattina e non in piena notte? Perché curiamo la nostra igiene personale?
Regole per poter sopravvivere al caos
Regole per non lasciarsi andare alla deriva dell’esistenza.
Eppure, ancora devo sottolineare che non siamo uomini-macchine, non abbiamo degli “If” ed “Else” a cui rispondere. Quindi, in tutto questo caos di riflessioni che si mordono la coda tra di loro, qual è la chiave di lettura?
L’ambizione umana deve scendere a patti con ordine e disordine. Un po’ come quando Doctor Strange dovette costringere Dormammu, il distruttore di mondi, a patteggiare con lui nell’universo Marvel.
L’uno non esclude l’altro, ma ne è una diretta conseguenza. Ospitare il disordine, contemplandolo come ordine naturale delle cose.
Miriam My Caruso