Gli aironi in Giappone, tra malinconia e spiritualità

Il rapporto del Giappone con la natura è intrinseco.
Lo shintoismo, la religione autoctona, fonda le sue radici sul rapporto dell’uomo con il mondo che lo circonda, per questo troviamo facilmente riferimenti al mondo naturale nella mitologia, nel folclore e praticamente in ogni aspetto culturale.
Nello specifico, ci sono diversi volatili che ricorrono spesso.
Il primo che viene in mente è la gru, legata soprattutto agli origami e al disastro di Hiroshima, ma ce n’è un altro a tratti misterioso a tratti affascinante che si incontra spesso: l’airone.

La sua prima apparizione pare sia avvenuta nel Kojiki, uno dei libri più importanti della letteratura giapponese, nonché forse il più antico, redatto nel 712.
È qui che lo spirito di un principe, dopo che questi aveva perso la vita in una missione in terre lontane, viene ricondotto a casa da uno splendido uccello bianco: per gli esperti si trattava proprio di un airone.

Gli aironi in Giappone: il teatro

Nel teatro Noh e Kabuki esistono delle opere dedicate a questo volatile.
“Sagi” (鷺 – airone) ne è un esempio. Basata su Heike Monogatari, romanzo epico, la storia verte sulla grande famiglia Taira e lo scontro con il clan Minamoto. In questa opera, l’imperatore Daigo ordina a i suoi uomini di catturare uno splendido airone su cui ha messo gli occhi, ma questi riesce a convincerli a lasciarlo libero danzando per loro.

“Sagi musume” ( 鷺娘 – la vergine airone), una bellissima fanciulla in abiti bianchi, danza a lungo su un palco innevato. Rappresenta la creatura che ha assunto fattezze umane. Man mano che la performance continua, l’atmosfera cambia a seconda del colore dei kimono che indossa la danzatrice, dal rosso per la passione fino a toni più scuri quando i sogni d’amore si infrangono e rimane solo malinconia e sofferenza. Alla fine la creatura si accascerà al suolo e il sipario calerà su di lei.

Gli aironi in Giappone: l’arte

Una serie di stampe del 1700 racconta di un airone che viene salvato da un giovane. Dopo qualche tempo, il volatile tornerà ad assumere le fattezze di una donna, che per ripagarlo intreccerà per lui splendidi tessuti.
Una figura dolente e innamorata, sempre attorniata da un’aura malinconica. Lui non può conoscere il suo segreto, quale sia la sua vera forma, e quando la rivelazione avviene debbono dirsi addio per sempre.
Interessante notare che esiste una versione dello stesso racconto in cui la creatura in questione è una gru invece che un airone.
Non un unico artista viene mosso e ispirato da questa triste storia, ma in realtà tantissimi: Harunobu Suzuki, Utamaro, Shunso Katsukawa, Kuryosai Isoda, Yoshitoshi.

vergine airone

Gli aironi in Giappone: la cultura pop

Negli anni ’80 Kenshiro (Ken il guerriero) diventava amico di Rei, l’Airone d’acqua di Nanto, personaggio tanto affascinante quanto sfortunato. Anch’egli aveva un’aura malinconica e una bellezza unica nonostante la spietatezza delle sue tecniche.

Ma ancora più vicino nel tempo è Il ragazzo e l’airone, l’ultimo film dello Studio Ghibli, che aveva come co-protagonista un airone mutaforma che fungeva da Caronte per il personaggio principale. Una figura ambigua le cui fattezze non mettono a proprio agio.

A differenza della gru, che rappresenta pace, fortuna e longevità, l’airone pare invece incarnare il collegamento con l’altro mondo, la morte e la tristezza. Una figura dolce-amara, che suscita un sentimento di poesia proprio come una giornata di pioggia o come un paesaggio silenzioso dopo una nevicata.

Postille

Postilla 1
Il castello di Himeji, cittadina ridente che si trova non lontana da Kyoto, è conosciuto anche come “l’airone bianco”.

Postilla 2
Shirasagi no mai
La danza dell’airone bianco è una danza rituale che viene rappresentata al tempio Sensoji di Tokyo dal 1652, ed è originaria circa dell’11simo secolo.
Le performer abbigliate come aironi danzano accompagnate dalla musica di tamburi e flauti, con lo scopo di tenere lontane le epidemie.

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Monica Fumagalli
Monica Fumagalli
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