Ci sono artisti che apparentemente non hanno nulla in comune e provengono da background completamente diversi. In altri casi sono “divisi” da una reale o presunta rivalità. Ma quando si mettono a collaborare tra di loro avviene una vera e propria magia: ti accorgi che la commistione ha perfettamente senso e ringrazi il destino per aver reso possibile questa contaminazione di stili. Per il numero di questo mese sono andata a caccia per voi di cinque collaborazioni musicali epiche. Inseriamo le monetine e avviamo il Minako’s Jukebox!
1. Michael Jackson & Toto: Human Nature
La mia canzone preferita in assoluto di tutta la discografia del Re del Pop. Contenuta in Thriller, l’album dei record, Human Nature è stata scritta da Steve Porcaro, membro fondatore dei Toto. L’ispirazione per il brano arrivò al tastierista quando la figlioletta Heather corse da lui arrabbiata e in lacrime perché un altro bambino l’aveva spinta giù da uno scivolo. Porcaro rispose alla bimba che la cattiveria faceva parte della “natura umana”.
La traccia non era stata pensata inizialmente per Michael Jackson, ma si trattava di un brano scartato dalla lavorazione dell’album Toto IV. Arrivò nelle mani del produttore Quincy Jones quando David Paich, che ai tempi collaborava come autore per Jackson, non aveva una musicassetta vuota per registrare le sue proposte e ne usò una che sul retro conteneva delle demo di Porcaro, tra cui proprio Human Nature. Il resto è storia.
In veste di arrangiatori e strumentisti troviamo i già citati Steve Porcaro e David Paich alle tastiere e ai synth, Jeff Porcaro alla batteria e Steve Lukather alla chitarra. In pratica, Human Nature risulta essere una canzone dei Toto con Michael Jackson alla voce. Che dream team, eh?
2. Lady Gaga & Brian May: You and I
È risaputo che Lady Gaga sia una grande ammiratrice dei Queen. Il suo stesso pseudonimo prende ispirazione dalla celebre canzone della band inglese, Radio Ga Ga. In occasione di un’intervista, la cantante ha dichiarato:
“Adoro i Queen e Freddie Mercury. Freddie era unico, una delle più grandi personalità della musica. Non era solo un cantante ma anche un fantastico performer, un uomo di teatro e una persona che si trasformava costantemente. In breve: un genio”
Non stupisce affatto dunque che quando Brian May, chitarrista dei Queen, accettò di prendere parte a You and I per l’album Born This Way, “Mother Monster” si sia letteralmente buttata sul pavimento, indecisa se piangere o ridere.
La traccia contiene un campionamento da We Will Rock You dei Queen, scritta appunto da Brian May, ed è impreziosita dalle parti di chitarra elettrica e da un assolo di pochi secondi in cui il tocco del riccioluto musicista è inconfondibile fin dal primo istante. Coincidenza vuole inoltre che esista un brano dei Queen, contenuto in A Day At The Races, intitolato ugualmente You and I ma con cui la canzone di Gaga non ha niente a che fare.
Lady Gaga (nelle vesti del suo alter ego maschile Jo Calderone) e Brian May si esibirono insieme dal vivo con You and I in occasione degli MTV Video Music Awards del 2011.
3. Paul McCartney & Stevie Wonder: Ebony and Ivory
Inghilterra da una parte, Stati Uniti dall’altra. Rock da un lato, Soul dall’altro. Un incontro di voci che più inaspettato non si può. Allo stesso tempo non riesco a immaginare una “armonia perfetta” più della loro. I timbri vocali di Paul McCartney e Stevie Wonder in Ebony and Ivory si fondono insieme in un’amalgama tanto delicata da suonare quasi melensa.
L’ex-Beatle ha composto la canzone ispirato da una frase dell’attore, comico e musicista Spike Milligan:
“Note nere, note bianche, vanno suonate entrambe per ottenere un’armonia!”
La metafora dei tasti neri e dei tasti bianchi del pianoforte come simbolo di solidarietà tra tutte le persone del mondo lo colpì tanto da trasformare il brano in un duetto che decise di interpretare con Stevie Wonder, a cui McCartney è tuttora legato da una profonda stima artistica oltre che da un’amicizia di lunga data.
Il messaggio del brano è semplice, puro e universale, nonché più attuale che mai: proprio come le note musicali, gli esseri umani non possono fare a meno gli uni degli altri e solo restando uniti possono creare quell’armonia e quella pace che dovrebbe tenere insieme il nostro pianeta.
4. Whitney Houston & Mariah Carey: When you believe
Il sogno che ogni giovane aspirante cantante pop ha visto realizzarsi nel 1998. Un evento di proporzioni bibliche che solo un film d’ispirazione biblica (appunto) poteva rendere realtà.
Il brano When you believe, tratto dalla colonna sonora de Il Principe d’Egitto, vedeva infatti unite in un duetto incredibile i due mostri sacri per eccellenza del pop femminile, le due più virtuose voci che hanno ispirato migliaia di ragazze (come me) a diventare cantanti: Whitney Houston e Mariah Carey.
L’idea di far collaborare le due più grandi superstar del tempo fu del co-fondatore della Dreamworks e produttore Jeffrey Katzenberg. Le dive interpretarono dal vivo il brano in diverse occasioni, tra cui alla cerimonia degli Oscar 1999, dove When you believe si aggiudicò il premio per la miglior canzone.
Mentre i media del tempo portavano avanti la narrazione tossica di una rivalità tra le due artiste, le cantanti si sono espresse positivamente l’una nei confronti dell’altra, dichiarando reciproco rispetto e stima.
Addirittura si speculò che durante la produzione di When you believe fecero in modo di registrare separatamente (in due continenti diversi, pare) pur di non incontrarsi.
Mariah Carey dichiarò invece che la canzone era l’occasione perfetta per vederle collaborare e che si divertirono molto a dispetto di tutto il drama che ruotava attorno alle loro presunte tensioni.
Whitney Houston ammise che prima di quell’esperienza non avevano mai avuto occasione di parlare né di lavorare assieme: tuttavia raccontò che l’opportunità di “cameratismo” con Mariah Carey la rese felice di scoprire che due donne “rivali” possono comunque essere amiche. Dove sta la verità non lo sapremo mai.
5. Philip Bailey & Phil Collins: Easy Lover
Prendete un ex membro di uno dei gruppi inglesi progressive rock più famosi di tutti i tempi, aggiungete la voce di una band R&B, funk e disco anni ‘70, condite il tutto con un pizzico di sound eighties e frullate. Ecco la ricetta di Easy Lover, duetto tra Phil Collins e Philip Bailey, uno dei cantanti degli Earth, Wind & Fire.
Nel 1984, Collins stava lavorando come produttore all’album di debutto solista di Bailey, Chinese Wall. Alla fine di una sessione di registrazioni, Philip Bailey avvicinò l’ex-Genesis e gli chiese di scrivere una canzone insieme, dato che nessuna delle tracce del disco vedeva la firma di Collins.
I due iniziarono così, insieme al bassista Nathan East, una jam session che durò per tutta la notte e da cui tirarono fuori una strofa e un ritornello, che registrarono per non dimenticarli il giorno dopo. Era la forma embrionale di Easy Lover, accreditata poi a tutti e tre i musicisti.
Easy Lover divenne un successo tale che lo stesso Phil Collins la incluse in seguito nella sua raccolta …Hits del 1998, insieme ai brani più noti della sua carriera solista.
Non si può negare che in molte di queste storie di collaborazioni musicali il destino ci abbia messo uno zampino determinante, regalandoci delle perle che probabilmente non avrebbero visto la luce in altro modo. Queste sintonie tra artisti anche molto diversi tra loro ci permettono di conoscere altri lati degli stessi, che si valorizzano a vicenda influenzandosi l’un l’altro. Perché non può esserci mai musica senza condivisione.
di Marta “Minako” Pedoni