Appartengo a quella generazione che ha scoperto il porno direttamente online, su YouPorn. Non sono mai stata in un cinema porno, o comprato riviste porno in edicola. Anche perché ho scoperto della loro esistenza quando già non esistevano più. Se l’avessi scoperto prima, di sicuro avrei comprato Blue.
Un po’ di storia
Si tratta di una rivista di fumetti erotici d’autore fondata nel 1991, che ha stazionato stabilmente nelle edicole italiane fino al 2009, quando ha chiuso col numero 200. Blue è la rivista erotica di cui l’Italia aveva bisogno, non quella che si meritava.
Nasce in un periodo in cui c’era una netta distinzione tra “erotico d’autore” e “porno pecoreccio”, in cui solo il primo sembrava avere la dignità di poter esistere. Il secondo era spesso di scarsissima qualità, sia a livello di storie che di prodotti editoriali, e questi due mondi sembravano non potersi incontrare.
Blue ribalta le carte in tavola, perché il suo fondatore non crede in questa distinzione tra cultura alta e cultura bassa. Blue è una creatura di Francesco Coniglio, editore che in Italia ha fondato anche la ACME (che pubblicava Lupo Alberto, Cattivik, Mostri, Splatter…) e aveva già sconvolto gli animi dei moralisti portando l’horror in edicola.
Per questo sulle pagine di Blue trovano asilo tantissimi autori esordienti, accanto a maestri del fumetto come Milo Manara, Paolo Eleuteri Serpieri, Roberto Baldazzini, Filippo Scozzari. La rivista inizialmente è quasi solo una rivista contenitore di fumetti, che si arricchisce di numero in numero con articoli e rubriche ricorrenti.
Non esiste tabù, si parla di tematiche poco trattate come il sesso nella terza età, di feticismi come quello dei piedi, di comunità LGBT+. Tra le pagine di Blue troviamo persino la serie furries di Vanessa Santato Pleasure Bon Bon e le prime pubblicazioni di Ralf König, che diventerà famoso col suo Il condom assassino.
Negli anni da Blue nascono una serie di riviste spin off tra cui X Comics (dedicata al porno esplicito) o Blue Japan (prima pubblicazione di manga erotici in Italia). La Blue Press, insomma, viene associata a contenuti erotici di qualità.
Blue: una rivoluzione culturale
Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale per quanto riguarda il modo in cui in Italia si guarda all’erotismo.
Sicuramente lo è per gli artisti, che vedono Blue come la loro arca di Noè e possono sperimentare in un ambiente di lavoro stimolante e ben retribuito. Lo è anche per i lettori, che si trovano tra le mani un prodotto di ottima qualità sia dal punto di vista delle storie che da quello editoriale, tanto che Francesco Coniglio commentava “Se il pornazzo in casa devi nasconderlo, Blue è un piacere ostentarlo.”
All’apice della sua carriera, nel 1994, la rivista vende più di 20.000 copie al mese. Blue alza bandiera bianca quando inizia a venderne meno di 2.000, col pubblico delle edicole che si sta riducendo sensibilmente (e questa fuga di lettori è in corso ancora oggi).
Il numero 201 di Blue a Lucca 2023
Nel 2023 Blue però ha un momento di rinascita. A Lucca 2023 esce infatti il numero 201, un numero da collezione dedicato alla memoria di Francesco Coniglio, scomparso a luglio dello stesso anno. Contiene una serie di inediti, oltre a una selezione di storie e articoli tratti dai primi 200 numeri.
Se siete curiosi di sbirciare tra le pagine di Blue ma non avete voglia di andare a frugare tra i mercatini dell’usato alla ricerca dei vecchi numeri, il 201 è facilmente reperibile online. Anche perché le pagine dei numeri originali rischiano di essere un po’ incollate, e non solo per l’età.
di Antonella Liverano Moscoviti