Pittore e disegnatore, ma anche scenografo e costumista, nonché illustratore e ritrattista d’eccezione (fin dal suo esordio per Il Messaggero nel 1957). La grandezza di Tullio Pericoli è tale da rendere ostico ogni tentativo di circumnavigarne le dimensioni.
Tullio Pericoli: vita e carriera
Nato nel 1936 a Colli del Tronto (AP) nelle Marche, Tullio si trasferisce a Milano nel 1961 su spinta del giornalista e scrittore Cesare Zavattini.
Celebre soprattutto per i ritratti di celebrità della cultura che realizza dal 1984 per il quotidiano la Repubblica e la striscia satirica “Tutti da Fulvia sabato sera” (apparsa per un certo periodo sul concorrente Corriere della Sera) in coppia affiatata con il pubblicitario Emanuele Pirella, Pericoli è in grado di spaziare da un affresco nel salone della casa editrice di Livio Garzanti al “cencio” del Palio di Siena nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Un artista «extraterrestre»
La sua personalità artistica è vulcanica, tanto che ha confessato che «come artista sento di avere un potere extraterrestre: quello di cogliere un’idea che risuona nell’universo», riconoscendo che «dipingere mi mette in contatto con cose che mi stupiscono e vanno al di là del mio modo normale di pensare».
I suoi paesaggi, trasognati eppure così reali, parlano e dicono molto al suo lettore tanto quanto le sue vivide rappresentazioni delle personalità di ogni tempo: come ha scritto Marco Vallora nel 1985, «saggi penetrantissimi, analisi inesorabili ed esaurienti».
Tullio Pericoli descritto da Tullio Pericoli
Nelle sue tavole, ha spiegato il grande illustratore, «c’è qualcosa del cinema, ma soprattutto c’è molta pittura rinascimentale del nord Europa, una pittura che non aveva una prospettiva centrata, come quella italiana, usava punti di vista inaspettati. Un po’ in tutto il mio lavoro c’è comunque il tema dell’enciclopedia, il piacere di confrontarmi con i maestri del passato».
«Vivo uno stato d’animo in cui l’euforia si mescola con una certa ossessione», ha detto una volta: ma lo si può dire anche dei fortunati che possono godere della bellezza delle sue opere.
di Loris Cantarelli