Parlare della paura con il sottoscritto è come, per citare Bart Simpson, sparare ai pesci in un barile. Troppo facile, vista la mia già citata nomea di fifone. Mi spavento per qualsiasi cosa sia, anche solo vagamente horror o ansiogena. E a me gli horror piacciono parecchio… Oltre a essere fifone sono anche masochista.
C’è però una paura che ho maturato sin dalla tenera età e che ritengo tutt’ora alquanto bizzarra.
Chiariamoci, ce ne sono tante che potrebbero essere considerate fuori dall’ordinario, come per esempio la podofobia, la paura dei piedi. O anche la geliofobia, ovvero la paura delle risate. Addirittura esiste la optofobia, la paura di aprire gli occhi! Ammetto che sentir parlare di questa potrebbe anche strappare un sorriso… Probabilmente sono una brutta persona oltre a essere un fifone, ne sono consapevole.
Una fobia particolare
La mia, però, non ha nulla da invidiare a quelle che ho citato poc’anzi. E potrebbe suscitare incredibile ilarità, perché è qualcosa che non ha nemmeno un nome specifico con cui poterla definire, cosa che mi ha lasciato un pochino deluso, lo ammetto.
Perciò, ve la rivelerò senza alcun indugio esattamente così com’è, senza paroloni scientifici: io ho una gran paura del rumore che fanno le lavatrici quando compiono il loro ciclo di lavaggio.
Sono tanti anni che mi chiedo il perché di questa paura, che si manifesta ogni qualvolta io o i membri della mia famiglia decidiamo di fare il bucato, il che vi fa capire il livello di ansia e di terrore che affronto in quei momenti.
Sento sempre una stretta potente alle viscere che mi toglie il respiro e mi spinge a correre il più lontano possibile dal bagno quando la lavatrice è in funzione, rendendo le cuffie uno strumento necessario per coprire definitivamente quel rumore infernale grazie ai brani dei Lacuna Coil o degli Arch Enemy, o magari con un buon film o un videogioco immersivo (magari non horror, per evitare di complicare le cose).
Mille pensieri mi attanagliano non appena mi appresto ad accendere la lavatrice e correre via come un centometrista mezzo secondo dopo aver premuto il pulsante: “E se la lavatrice scoppiasse all’improvviso?”; “Ho caricato troppo il cestello! Si bloccherà sicuramente e l’acqua inonderà tutta la casa!”; “Sta vibrando da matti, adesso si staccherà dal muro e distruggerà tutto il bagno!”.
E poi, c’è il mio pensiero spaventoso “preferito”, quello che faccio da quando avevo 6 anni:
“Sono sicuro che c’è un mostro all’interno che vuole uccidermi”
Lo so, è la cosa più stupida e insensata che potrebbe mai venire in mente a un essere umano dotato di intelletto, pensare che ci possa essere un mostro dentro la lavatrice che ruggisce e cerca di uscire dalla lavatrice sfondando l’oblò.
Purtroppo però questo pensiero mi viene ancora in mente nonostante io abbia 35 anni suonati, nutrendosi della paura che provo per questo particolare rumore che proprio non ne vuole sapere di svanire.
Sicuramente ci dovrei scrivere un racconto al riguardo, magari per esorcizzare questo terrore ingiustificato…
Anche se qualcuno ha già pensato a scrivere qualcosa di simile, per la precisione nel 1978.
Il racconto è The Mangler. E quel qualcuno è il Re del Terrore: Stephen King.
The Mangler: l’oggetto comune diventa mostro
Pubblicato nella prima raccolta horror mai realizzata dallo scrittore del Maine A Volte Ritornano (Night Shift), The Mangler (Il Compressore) è un racconto che narra di un agente di polizia, John Hunton, che indaga su diversi incidenti avvenuti in una lavanderia industriale: diverse persone sono state “divorate” da una stiratrice, all’apparenza normalissima.
Scavando più in fondo nella faccenda, Hunton scoprirà che nella stiratrice si annida un’entità demoniaca desiderosa di sacrifici umani. La creatura brama di uscire fuori dalla stiratrice e di sterminare tutti i membri della cittadina di Rikers Valley.
Il poliziotto dovrà affrontare questa minaccia assieme all’amico Mark Jackson, cercando di esorcizzare il demone all’interno della stiratrice per poter fermare la sua sete di sangue.
Non rivelerò il finale, vi posso soltanto dire che è totalmente in linea con lo stile di King.
La paura negli oggetti quotidiani
Ok, mi rendo conto che il mostro che terrorizza i protagonisti in questione è una stiratrice, non una lavatrice.
Comunque, la storia è ambientata in una lavanderia industriale e l’elettrodomestico demoniaco si può tranquillamente accumunare alla mia fobia, quindi capirete benissimo come le mie paranoie si siano moltiplicate dopo aver letto quel racconto.
In verità, non è soltanto per questo che ho voluto parlare proprio di The Mangler, ma c’è un altro motivo ben più importante che volevo esporre in questo articolo di cui questo racconto è un degno rappresentante.
Un concetto su cui a volte non poniamo la giusta attenzione.
The Mangler: una paura sincera
Ciò che Stephen King è riuscito a fare in questo racconto è mostrarci come ogni cosa che noi reputiamo normale e innocua possa diventare terrificante e sconvolgere le nostre certezze.
Uno strumento come un elettrodomestico può rappresentare un vero e proprio spauracchio per una persona che, in un particolare momento della sua vita, lo associa ad un’esperienza spaventosa o gli provoca un fortissimo senso di smarrimento e disagio.
Sebbene la presenza di una stiratrice posseduta possa suscitare ilarità nella stragrande maggioranza delle persone, ad alcuni di loro invece provocherà un terrore che non riesce a comprende e che non sapeva di possedere legato a quel determinato oggetto.
Ed è lì che The Mangler sfodera il suo vero tocco di genio: quella stiratrice ti viene presentata davvero come un mostro orripilante divoratore di essere umani, senza battute o giochi di parole divertenti.
L’intera storia viene raccontata con una profonda serietà e con un senso d’importanza che non t’immagineresti, dando spazio ai dettagli cruenti e ai pensieri dei personaggi che vivono quella situazione come un vero e proprio incubo. Per loro non c’è nulla da ridere, niente di cui scherzare: in quella lavanderia c’è una stiratrice posseduta che uccide le persone e loro potrebbero essere le prossime. E questo non può che suscitare una profonda e sincera paura.
Mai scherzare con la paura: The Mangler e il terrore dell’inaspettato
Che il Re del Terrore fosse bravo a spaventare i lettori anche con cose così innocue come stiratrici o giocattoli, è abbastanza risaputo, altrimenti non avrebbe ottenuto questo soprannome. Basta guardare a storie come The Monkey, Christine La Macchina Infernale o Cyclette.
Tuttavia, The Mangler è forse l’opera che più rappresenta quell’ideale di terrore dell’inaspettato, del bizzarro. Qualcosa che agli occhi degli altri è soltanto una barzelletta su cui ridere su, ma che per altri è qualcosa che toglie il sonno e genera incubi impossibili da cancellare.
Quello che l’essere umano dovrebbe comprendere è che la paura non può essere definita, né possiede una “graduatoria”. Per molti, il terrore che si avverte vedendo un paio di piedi o ascoltando una risata è uguale o addirittura più forte di quello che si proverebbe nel vedere un mostro degli abissi o un letale serial killer armato di coltello.
Nessuna fobia è troppo bizzarra
Perciò chi soffre di queste particolari fobie non dovrebbe mai vergognarsi ad ammetterlo e cercare un aiuto che possa farlo sentire meglio. E coloro che scoprono queste paure bizzarre o ascoltano le confessioni di un amico o di un conoscente, non dovrebbero mai riderne o schernire coloro che ne sono soggetti. Perché non importa che tu sia spaventato dal buio, da un paio di piedi o dal rumore che proviene da una lavatrice…
Con la paura non si scherza mai.
Attore Novizio al vostro servizio!