Dopo aver visto Snowpiercer, il film del 2013 diretto da Bong Joon-ho, la mia curiosità per la graphic novel originale “Le Transperceneige” è cresciuta notevolmente. Alla fine, ho deciso di immergermi nella lettura di questa storia e per scoprirne tutte le sfumature.
Pubblicato in Italia da Editoriale Cosmo, la graphic novel di genere fantascientifico è stata scritta da Jacques Lob e illustrata da Jean-Marc Rochette. Il primo, un rinomato sceneggiatore di fumetti francese, ha creato una storia ricca di significato e profondità, esplorando temi come la lotta di classe e la sopravvivenza in un mondo post-apocalittico. Il secondo, con il suo stile artistico distintivo, ha dato vita a questo mondo ghiacciato e claustrofobico, rendendo ogni pagina un’esperienza visiva unica.
L’ultimo rifugio dell’umanità
Tutto è cominciato con una guerra. Non è chiaro chi l’abbia iniziata. Ma ciò che è certo è che qualcuno ha lanciato un’arma che ha fatto precipitare la Terra in un’era glaciale di dimensioni planetarie. Miliardi di persone sono morte, ma alcune sono riuscite a trovare un modo per sopravvivere. Prima della guerra era stato costruito un treno a moto perpetuo noto come Snowpiercer. È lungo 1001 vagoni. Gira intorno al mondo su un binario che si estende per tutto il globo. È l’ultimo rifugio dell’umanità.
La storia segue le vicende di un uomo di nome Proloff e una donna di nome Adeline Belleau. Proloff proviene dalla coda, l’ultima fila del treno e l’ultimo degli ultimi nell’ordine sociale. Adeline proviene dalla terza classe e fa parte di un movimento per integrare i membri della coda nella società più ampia a bordo dello Snowpiercer. Una serie di eventi fa sì che l’improbabile duo si faccia strada verso la parte anteriore del treno e verso le risposte sulla natura stessa della linea ferroviaria.
Snowpiercer: l’organizzazione della società
Come ci si può aspettare dalle divisioni in classi sociali, i passeggeri di Prima Classe sono i più privilegiati. Conducono una vita agiata, immersi nel lusso, nel vizio e nel consumismo sfrenato. Sono proprio loro che hanno finanziato la costruzione del treno, garantendosi così una posizione di assoluto vantaggio.
Subito dopo, troviamo i viaggiatori di Seconda Classe, che si occupano della produzione e della manutenzione dei beni necessari per il funzionamento del treno. Anche se non godono degli stessi privilegi della Prima Classe, vivono comunque in condizioni relativamente confortevoli.
Infine, la parte più affollata del treno è la Terza Classe, situata in coda. Qui si trovano i più poveri, coloro che vivono in condizioni di estrema precarietà e sovraffollamento. La loro esistenza è segnata dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza, in un ambiente dove le risorse sono scarse e le condizioni di vita sono dure.
Nel corso della storia vediamo da dove il treno si rifornisce di cibo, le varie forme di intrattenimento disponibili, come la cultura si è adattata a questo viaggio infinito, e molto altro ancora. La classe media si nutre di carne di tino, mentre la Prima Classe alleva conigli per integrare la propria dieta. Per quanto riguarda la coda del treno… Beh, meno se ne parla, meglio è. Ci sono anche alcune serre meccanizzate per la coltivazione di frutta e verdura. Se vi state chiedendo da dove prendono l’acqua, viene raccolta dalla neve e dal ghiaccio mentre il treno viaggia.
Una scena piuttosto buffa è quella nel vagone del cinema: il film che viene mostrato in riproduzione è “Star Wars Episodio VII”, che all’epoca dell’uscita di Snowpiercer non esisteva, ma ora sì.
Tematiche: Regole, Caos e riscatto umano
La storia esplora una serie di tematiche profonde e complesse, che vanno ben oltre la semplice narrazione di un mondo post-apocalittico.
Oltre alla suddivisione in classi, la società affronta anche le difficoltà e le strategie di sopravvivenza in un mondo dove le risorse sono limitate e il clima estremo rende la vita all’esterno del treno impossibile. Il treno è governato da un regime totalitario che mantiene l’ordine attraverso il controllo rigido e la repressione, esplorando così le dinamiche di potere e le ribellioni che si verificano al suo interno.
Un altro tema importante è l’ambiente e la catastrofe ecologica. La storia si svolge in un mondo devastato da un tentativo fallito di contrastare il riscaldamento globale, mettendo in luce le conseguenze delle azioni umane sull’ambiente. Il treno stesso è un simbolo del progresso tecnologico e della capacità umana di adattarsi a condizioni estreme, ma anche una forza che può essere utilizzata per il controllo e la repressione.
Infine, i passeggeri del treno vivono in un isolamento forzato, separati dal mondo esterno e spesso anche gli uni dagli altri. Questo tema esplora le conseguenze psicologiche e sociali di vivere in uno spazio chiuso e limitato.
Il treno, simbolo per eccellenza dell’era industriale, incarna perfettamente la vita e la società umana in relazione al progresso tecnologico e culturale. gli autori hanno saputo magistralmente trasporre nel microcosmo dello Snowpiercer l’intero nostro mondo, sia a livello materiale, con le sue strutture e sovrastrutture, sia a livello psicologico e sociale, rappresentando la divisione in classi sociali che si riflette in ogni singola carrozza. Ogni vagone del treno diventa così una metafora della nostra società, con le sue disuguaglianze e complessità, offrendo una riflessione profonda sul nostro modo di vivere e di organizzare la comunità umana.
Abbracciare il caos
In conclusione, la storia ci offre una potente riflessione sul delicato equilibrio tra regole e caos nella nostra società. Attraverso le sue storie, sia nel fumetto che nella serie TV, ci viene mostrato come le regole possano essere sia una fonte di ordine che un mezzo di oppressione. Tuttavia, è nel caos e nella ribellione che emerge la vera essenza dell’umanità: la lotta per la giustizia, la libertà e l’uguaglianza.
In un mondo sempre più complesso e interconnesso, ci viene ricordato che il progresso non può essere raggiunto senza sfidare le strutture esistenti e che, a volte, è necessario abbracciare il caos per costruire un futuro migliore. La speranza risiede nella nostra capacità di trasformare il disordine in opportunità, di trovare equilibrio tra regole e libertà, e di creare una società più giusta e inclusiva per tutti.
di Federica Curcio