Perché si mente?

Chi più, chi meno, tutti nel corso della vita abbiamo detto delle menzogne. Da piccoli le usavamo per farci “grandi” con gli amici o per nascondere qualche marachella e, una volta adulti… Beh, in effetti non è cambiato molto, anche se si sono aggiunte nuove dinamiche.

Da adulti entrano in gioco motivazioni più complesse: c’è chi deve frequentare per forza (per lavoro o altro) una persona che gli sta antipatica, chi mente per nascondere tradimenti, chi per manipolare gli altri… E potremmo andare avanti all’infinito. Ma la base di partenza rimane sempre la stessa: mantenere una visione di noi stessi il più positiva possibile agli occhi degli altri.

A volte, però, le menzogne non vengono dette per danneggiare qualcuno, ma vengono usate per proteggere le persone a noi care o per non ferire i sentimenti di qualcuno. Sta di fatto che una menzogna resta una menzogna e quando viene scoperta genera una ferita, spesso accompagnata da un allontanamento da parte dell’altra persona.

Ma allora, perché le diciamo? Perché si mente?

L’uomo è un animale sociale e ha bisogno dell’approvazione di chi lo circonda. Mentire diventa quindi una sorta di competenza sociale, utile per mantenere l’armonia, evitare conflitti e favorire la convivenza. In alcuni casi può persino diventare una necessità per sopravvivere o trovare un lavoro.

Quando mentire diventa una patologia

Con il tempo, alcune persone iniziano a trarre un piacere quasi viscerale dalla menzogna, fino a non poterne più fare a meno, anche a costo di ferire chi hanno intorno. Ed è qui che nasce una vera e propria patologia: la mitomania.

La mitomania è un comportamento cronico e compulsivo che porta a mentire continuamente, anche senza un reale vantaggio, e può avere un impatto devastante sulla vita di chi ne soffre. Spesso il mitomane finisce per credere alle proprie bugie, e non riesce a smettere nemmeno quando viene scoperto. Anzi, si giustifica arricchendo ulteriormente la sua storia con nuove menzogne, in un circolo vizioso che lo porta sempre più all’isolamento.

In fondo, mentire è parte della nostra natura, ma quando la bugia diventa un rifugio da cui non si riesce più a uscire, rischia di compromettere seriamente il nostro benessere e le nostre relazioni.

La verità, per quanto possa far male, è l’unico strumento che ci permette di costruire legami autentici e duraturi.

Per chi racconta quotidianamente piccole menzogne, è importante chiedersi: sono davvero necessarie o servono solo per sfuggire a noi stessi?

Essere onesti, con gli altri e con noi stessi, è il primo passo verso una vita più serena e autentica.

La menzogna nel cinema

Il cinema è il primo grande creatore di menzogne: costruisce storie, ci fa credere che mondi fantastici possano esistere, trasmette insegnamenti e ci spinge alla riflessione.

Racconta bugie con uno scopo: comunicare un messaggio. È un inganno, sì, ma uno che non vuole ferire né ingannare veramente.

Ecco cinque film a tema “menzogna” che vi consiglio di vedere:

Liar Liar (1997)

Una commedia con Jim Carrey, in cui un avvocato abituato a mentire per lavoro si ritrova improvvisamente incapace di dire bugie, a causa del desiderio espresso dal figlio, stanco delle menzogne del padre. Il film mostra, in modo semplice e diretto, quanto le bugie possano ferire le persone che amiamo.

The Prestige (2006)

Thriller ambientato nel mondo dell’illusionismo, racconta la rivalità tra due maghi disposti a tutto pur di superarsi. Ogni trucco nasconde una verità più oscura. Consigliatissimo per chi ama magia e intrighi.

Shutter Island (2010)

Un thriller psicologico diretto da Martin Scorsese, in cui un investigatore scopre una rete di menzogne mentre indaga su una struttura psichiatrica. A mio parere, una pietra miliare del cinema che non può mancare nella propria lista.

The Talented Mr. Ripley (1999)

Un dramma psicologico che segue Tom Ripley, un giovane che si appropria della vita di un uomo ricco, ingannando tutti attraverso una fitta rete di bugie. Mostra il lato estremo e inquietante della menzogna.

Gone Girl (2014)

Thriller psicologico di David Fincher. La verità viene manipolata in un gioco inquietante tra una moglie scomparsa e un marito sospettato. Un film imperdibile, ricco di colpi di scena e con un finale inaspettato. Ultra consigliato!

di Lorenzo Baldoni

Redazione
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