(Non) fate l’amore, non fate la guerra: sciopero del sesso

Sei sempre più preoccupata per la crescente tensione internazionale?

Vorresti fare la tua parte ma scendere in piazza richiede troppo sforzo?

L’ultimo rapporto sessuale della tua vita risale ai tempi della lira?

Fai la tua parte per la pace, dichiara di essere in Sex Strike!

Lo sciopero del sesso (o Sex Strike, per l’appunto) è una forma di protesta non violenta che, in particolare nel ventesimo secolo, ha riscosso parecchio successo. Come suggerisce il nome, comporta un’astensione completa dalle pratiche sessuali con lo scopo di fare pressioni e attirare l’attenzione sul tema che è oggetto della protesta.

Le sue origini sono ben più antiche del ventesimo secolo, e risalgono ad una commedia di Aristofane.

La Lysistrata

Poiché la Guerra del Peloponneso va avanti ormai da troppi anni, l’ateniese Lysistrata trova un modo alquanto singolare per manifestare il suo desiderio di pace. La donna convince sia le donne ateniesi che quelle spartane ad astenersi dai rapporti sessuali coi loro mariti fino alla fine del conflitto.

Nonostante le difficoltà (parecchie donne provano a mentire per tornare a casa dai loro mariti a consumare rapporti sessuali) la protesta alla fine ha successo. Gli uomini delle due città, disperati per la mancanza di sesso e con vistose erezioni, firmano un trattato di pace. 

Proprio per questo, nei Paesi anglosassoni lo sciopero del sesso è conosciuto anche come Lysistratic nonaction.

Lo sciopero del sesso ai giorni nostri

Nel ventesimo secolo, lo sciopero del sesso è diventato uno degli strumenti principali dei primi movimenti femministi.

In una società patriarcale, per molte donne quello sessuale era l’unico potere che potevano esercitare, e a volte nemmeno quello. Pensiamo all’Italia, dove fino al 1981 esisteva il matrimonio riparatore: un uomo dopo aver stuprato una donna, poteva sposarla per “risarcire” il danno di averle tolto la verginità. Negli Stati Uniti fino al 1993 una moglie non poteva denunciare il proprio marito per stupro, poiché si dava per scontato che all’interno del vincolo matrimoniale i rapporti fossero sempre consensuali. 

Il corpo delle donne è stato nei secoli oggetto di dibattiti a cui le donne hanno potuto partecipare poco e nulla. L’unico modo in cui potevano mostrare il loro disappunto era facendo pressione sugli uomini che esercitavano il potere. Non potendo accedere direttamente ai ruoli di potere, le donne manifestavano le loro posizioni nell’ambito domestico, attraverso strumenti come lo sciopero del sesso.

Gli scioperi del sesso più famosi

Colombia

Nel 2006 in Colombia decine di donne, fidanzate e mogli di membri delle gang di Pereira, diedero vita a “La huelga de las piernas cruzadas” (lo sciopero delle gambe incrociate). In un contesto sociale in cui appartenere ad una banda criminale era considerato  uno status privilegiato e attraente per le donne, negare il sesso toglieva potere ai membri delle gang. Nella città colombiana si registrò un calo del 26,5% degli omicidi. 

Invogliate dal successo delle loro connazionali, nel 2011 furono le donne di Barbacoas a scioperare, per chiedere la riparazione di alcune strade. 

Kenya

Nel 2009 fu la volta del Kenya che, per risolvere il rapporto conflittuale tra Presidente e Primo Ministro, iniziò un Sex Strike che cercò di coinvolgere anche le mogli dei diretti interessati. Le donne kenyote si offrirono addirittura di risarcire le prostitute che avrebbero partecipato allo sciopero, rimborsandole dei mancati guadagni.

Italia

Anche il nostro Paese nella storia recente ha avuto un esempio, seppure molto circoscritto, di sciopero del sesso. Nel 2008 un gruppo di donne napoletane minacciò di “lasciare i mariti a dormire sul divano” per protestare contro i danni e gli incidenti dovuti ai botti di Capodanno.

Liberia

Nel 2003 Leymah Gbowee, una delle leader del movimento Women of Liberia Mass Action for Peace, proclamò uno sciopero del sesso (unito ad altre forme di protesta) per attirare l’attenzione sulla situazione ingestibile che il Paese stava attraversando. Il movimento nasce dall’unione di due gruppi di preghiera, uno di donne cristiane e uno di donne musulmane. Questo movimento è stato determinante per la fine della Seconda Guerra Civile Liberiana con le sue proteste, tuttavia la cosa che è rimasta impressa nella mente di molti è stato proprio il singolare sciopero. Infatti si tratta di una forma di protesta estremamente mediatica, che cattura l’attenzione. Non è tanto lo sciopero del sesso in sé ad essere efficace, quanto la sua capacità di catalizzare gli sguardi. 

Le criticità dello sciopero del sesso

Come già accennato, affinché uno sciopero del sesso possa essere efficace, le donne devono essere libere di poter scegliere se avere o meno rapporti sessuali. E questo è ancora oggi un grande limite, purtroppo. 

Inoltre, si tratta di una forma di protesta fin troppo eterocentrica. Lo sciopero del sesso ad opera delle donne, ad esempio, non va a fare alcuna pressione sulla comunità gay. Anche se si basa sul fatto di attirare l’attenzione degli organismi di potere, ancora dominati in moltissimi Stati da uomini eterosessuali. Paradossalmente, è una forma di protesta che può funzionare solo all’interno di una società patriarcale perché ne sfrutta i modelli, come il fatto che gli uomini siano considerati incapaci di astenersi dal sesso e disposti a tutto (persino a firmare un trattato di pace) pur di ottenerlo.

di Antonella Liverano Moscoviti

Antonella Liverano Moscoviti
Antonella Liverano Moscoviti
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