Ci sono storie che riconfermano lo status quo ed altre che lo combattono con tutto ciò che hanno. Allo stesso modo, alcuni franchise prendono parte alla glorificazione dello stato vigente delle cose, del governo, della cultura globale, della mentalità corrente, nella quale alcune situazioni sono ritenute normali ed altre mostruose, talvolta in modo del tutto arbitrario. Ecco perché abbiamo bisogno della Famiglia Addams.
Creati dall’illustratore Charles Addams per The New Yorker come vignette autoconclusive nel 1938, all’inizio i membri della famiglia non avevano nomi propri. Erano, in sostanza, una famiglia di freak di stampo lievemente gotico ritratta mentre compie azioni mondane in maniera “stramba”. Quello che colpisce però è la serenità familiare al centro dell’apparente oscurità delle loro mura. Laddove ogni istituzione, famiglia compresa, tende a mostrare pareti immacolate all’esterno e celare i suoi mostri e segreti in cantina, la magione degli Addams, e quindi la Famiglia Addams stessa, è mostruosa fuori e meravigliosamente umana dentro.
Questo aspetto trova forse il suo compimento ed esaltazione nella serie ABC degli anni ’60. Mentre l’America era appunto nel pieno della sua riverniciatura in bianco (in senso sia estetico che culturale), ecco che la macabra magione degli Addams si staglia come una macchia di inchiostro indelebile nel quartiere perbenista. Questa volta, ai membri della famiglia viene dato un nome e la loro personalità, già molto spiccata, si accresce grazie ai geniali dialoghi e alla recitazione degli straordinari interpreti tra cui l’esilarante John Astin (padre adottivo di Sean Astin), la carismatica Carolyn Jones e Jackie Coogan (il Monello del Monello di Chaplin) che qui torna come l’iconico Zio Fester.
La maggior parte degli episodi ruota attorno ad un ospite, diciamo, “normale” che finisce suo malgrado a visitare gli Addams. Ad una prima occhiata, sembra che le gag ruotino attorno a quanto questi Addams siano strani e spaventosi. Insomma, il punto di vista è quello dell’Americano medio basito (F4). Eppure, già dal primo episodio, il mondo esterno, di cui è ambasciatore ogni ospite degli Addams, viene scardinato e messo in discussione. Le regole e le convenzioni vengono spogliate della loro dignità sociale con una singola battuta o mostrate nel loro aspetto mostruoso.
Proprio nel primo episodio, Mercoledì torna in lacrime dalla scuola. Le hanno letto una favola dove un povero drago viene macellato in maniera brutale da un cavaliere armato di lancia. Gomez e Morticia sono sconvolti e vanno dritti dal preside. Raccontare di una tale crudeltà sugli animali a dei bambini impressionabili è quantomeno barbarico. “Ma i draghi non esistono!” replica il funzionario scolastico. “E cosa le ha dato quest’impressione?”, dice subito Gomez quasi divertito dalla miopia di quello che oggi potremmo definire un Babbano.
Anche questa prima gag, come tutte quelle future, all’inizio sembra una facile battuta alla “Bastian Contrario”. Ma si evolve subito in una critica feroce. Non è un caso che il “drago cattivo” da uccidere sia proprio l’archetipo della nostra cultura, occidentale e Cristiana. In quasi tutte le culture Orientali e pre-cristiane, il Drago è il simbolo assoluto della Natura, un’entità sacra e divina, spesso dispensatore di saggezza e rivelazioni. È solo con l’arrivo del dio trascendente e con la cultura del “Peccato da debellare” che l’eroe mascolino si fa strumento del potere di questa entità celeste per sconfiggere l’ex dio immanente della Natura, che ora viene visto come “drago cattivo”, talvolta connesso direttamente al Diavolo stesso, come nel caso di San Giorgio, e perfino alla donna tentatrice.
Per aggiungere al danno la beffa, la cultura Positivista successiva ha invece tentato di eliminare la mitologia e la visione simbolica del mondo in ogni sua forma, Cristiana o pre-Cristiana. Insomma, i Normali prima rendono i draghi cattivi, poi li sterminano, e poi dicono che non sono mai esistiti. Questa “morte del Drago”, questo genocidio mitologico e culturale è proprio la fine di quel mondo pagano, forse oscuro ma più vero e profondo, che gli Addams difendono a gran voce. Perché, se lo status quo ha rovesciato il mondo per primo, allora gli Addams non sono né mostri né “Bastian Contrari”, sono una minoranza in estinzione.
Infatti, in questa difesa della controcultura rientra tutto il non detto dell’America e del Mondo: il genocidio dei Nativi Americani, la Caccia alle Streghe, il perbenismo ipocrita degli anni ’60, la repressione sessuale, razziale e anti-femminista e tutto quello che appunto si cela dietro i muri immacolati su cui è stata costruita la società moderna.
In questa visione puritana, sempre di matrice Cristiana, anche il sesso, assieme alla Donna e al Drago, viene profondamente demonizzato. Si preferisce il bacio casto, la coppia angelicata alla passione sincera. Per questo, nella serie, Gomez e Morticia diventano la prima coppia televisiva sposata a condividere un letto matrimoniale. La loro ipersessualità trasuda da tutti pori, da ogni battuta, da ogni gesto, flirtano e amoreggiano in ogni momento e (miracolo recitativo assoluto) lo fanno con innocenza. Perché il messaggio di Gomez e Morticia non è un semplice schiaffo irriverente alla cultura perbenista. Al contrario, si vuole mostrare quanto abbracciare apertamente la propria natura, la propria sessualità e i propri kink renda la coppia e la famiglia più serena, più felice e, per paradosso, più pura. La sessualità si mostra qui come un altro aspetto di quel tanto demonizzato Drago, che non va negato, ucciso e neppure ingabbiato, ma solo ascoltato.
E così, dopo un paio di decenni di battaglia, anche la censura televisiva e cinematografica collassa, e la Famiglia Addams si reincarna nei suoi primi due lungometraggi, dove Gomez e Morticia (interpretati dai superbi Raùl Julià e Anjelica Huston) esplodono completamente nella loro, adesso esplicitata, ipersessualità. Non solo i loro strumenti erotici e/o di tortura vengono mostrati sullo schermo, ma tutti gli aspetti gotici e prettamente horror della famiglia vengono enfatizzati nella scenografia e nei dialoghi. Ne viene fuori un ritratto meravigliosamente irriverente, ispirato anche alle opere del primo Tim Burton, che non vede l’ora di spruzzare sangue sulla folla e di incendiare le fondamenta ipocrite dell’America perbenista.
Ed è proprio in questo contesto più apertamente iconoclasta che si fa strada e simbolo il personaggio di Mercoledì. Interpretata da una geniale Christina Ricci, l’iconica bambina con le trecce diventa uno strumento implacabile di vendetta. Se Gomez e Morticia sono incredibilmente gentili e tolleranti con chi non li tollera, Mercoledì è una ghigliottina pronta a calare sui monarchi del mondo moderno (non a caso la sua bambola decapitata si chiama Maria Antonietta).
Rendendosi conto del potenziale crescente della loro interprete, gli autori ampliano il suo ruolo, trasformando la metà migliore di La Famiglia Addams 2 (Addams Family Values) in uno spin-off su Mercoledì, dove la piccola iconoclasta riscrive la mitologia Americana del Ringraziamento, dando fuoco al villaggio di scena dei Pellegrini, denunciando il genocidio dei Nativi Americani, e persino bruciando sul rogo l’insopportabile “Pellegrina” Sarah Miller. Mercoledì non sta più piangendo la morte dei draghi, la sta denunciando. E la sta vendicando.
Sui due film d’animazione prodotti dalla Illumination stenderò un velo pietoso, ricordando solo l’ottimo voice-cast e il merito di aver enfatizzato, seppur goffamente, come Mercoledì sia una figura anticonformista persino all’interno della sua anticonformista famiglia. Perché questo piccolo passo va a rinforzare la sua natura ribelle e pronta alla rivalsa, e aumenta la nostra curiosità di scoprire cosa mai combinerà la nostra Mercoledì ora che non è più solo una bambina.
Per questo aspettavo con ansia la serie di Tim Burton e per questo sono felice di dire che, malgrado i suoi limiti, Mercoledì fa esplodere finalmente il potenziale creativo e distruttivo della sua protagonista. Certo, la regia è molto manierista e la narrativa della scuola di reietti avvolta dal mistero ricalca la dinamica di “Giallo ad Hogwarts” della saga di Harry Potter, ma Jenna Ortega ha compreso il personaggio, ed è una forza della natura.
Senza letteralmente battere ciglio (Burton le ha chiesto di non farlo), Mercoledì difende gli emarginati, vendica i reietti, pesta a sangue i bulli Pellegrini e li mette letteralmente alla gogna, mentre l’intera serie si scaglia senza pietà contro l’America del passato e del presente, e contro tutta quella cultura che esalta i cacciatori di draghi e streghe, e li trasforma in eroi.
Mercoledì è tornata, ed è la Campionessa dei Mostri, la Figlia delle Streghe pronta a bruciare il mondo che ha bruciato loro, quel mondo che ha vinto la guerra mitologica, conquistato la terra con l’inganno, trucidato i draghi, e che ha riscritto tutti i diversi come i “mostri cattivi”.
Ha inizio una nuova generazione di Addams, una generazione molto più e agguerrita delle precedenti, giustamente arrabbiata e pronta alla rivalsa, pronta a rammentare con ogni mezzo a noi e al mondo che la parola “mostro” significa letteralmente prodigio.
di Lorenzo Pelosini “Riverrunner”