Alcuni giorni fa lo avevo proposto per scherzo al nostro direttore Daniele Daccò, mentre parlavamo del tema per il mese di maggio: gli Enigmi.
“Potrei scrivere qualche riga su uno dei grandi misteri dell’universo.”
“Le donne?” (cit.)
“No. Zack Snyder.”
“Ok.”
Così ho deciso di farlo per davvero e di lanciarmi in quella che, mi spiace dirlo, non sembra essere una buona candidata per diventare una storia a lieto fine.
Per cominciare, potrei elencare senza difficoltà i film e le idee disfunzionali che Snyder ci ha propinato negli ultimi anni, ma questo possono farlo tutti. Credo invece che sia più costruttivo provare a capire il perché di questo enigma. Quello cioè che vede un regista affermato e riconosciuto a livello mondiale, impegnato in pellicole e idee che, non solo non funzionano, ma che rischiano di comprometterne definitivamente credibilità e carriera.
Quadrato è meglio
Nella famiglia Snyder arriva la tragedia. Una di quelle che cambiano tutto e per la quale non si può che essere solidali per quanto accaduto. Non sorprende nessuno la scelta del regista di abbandonare il film sulla Justice League e forse nemmeno quella della Warner di affidare il completamento a Joss Whedon. Sappiamo tutti come è finita e fin qui nessuno si sognerebbe di incolpare Snyder.
Il regista non manca di sottolineare quanto il risultato sia distante dalla sua idea. Presto, i dettagli su com’era la visione originale di Snyder, si trasformeranno in un’ossessione di culto in rete. Tuttavia, alla sua uscita, la ZSJL che i fan hanno chiesto a gran voce, soffre principalmente di un (per essere gentili) problema.
Il DC Extended Universe, nel frattempo, è andato avanti.
Snyder ci prova. Conclude il suo film con una sequenza di venti minuti, pregni di materiale girato nei mesi precedenti l’uscita, e che essenzialmente non è altro che un lungo teaser per ogni idea, arco narrativo e grande piano che voleva realizzare. Ma ormai è tardi. Snyder non è più al timone, e quanto fatto e immaginato non può diventare canonico.
Tutta colpa degli Studios.
Lascia stare la mamma
Muoviamoci a passo di gambero e andiamo un po’ più indietro.
Qualcuno sostiene che lo Snyderverse abbia iniziato a incrinarsi con il film Batman V Superman. Snyder lo ammette pure, ma stavolta incolpa il pubblico, le cui aspettative, secondo il regista, erano quelle di assistere ad un film di supereroi.
Certo che noi, il pubblico intendo, abbiamo davvero una bella faccia tosta. Dopo Watchmen, 300 e Man of Steel, come potevamo non aver ancora capito che i suoi film per la DC dovevano essere l’alternativa seria al MCU? Eppure, per il regista, il pubblico non era pronto o interessato a impegnarsi. Insomma, colpa nostra, dai.
Certo, potrei citare una Diane Lane con i capelli imbiancati con la farina per far sembrare che Martha Kent fosse più vecchia di Lois Lane (Amy Adams), senza riuscirci minimamente. E grazie tante. Le due attrici hanno 9 anni di differenza, mica 30. Si potrebbe anche spendere qualche parola su quel Lex Luthor così distante dal personaggio dei fumetti da risultare imbarazzante.
Anche la geografia del mondo immaginario DC è stata un’interessante scoperta. Sembra infatti che Gotham City e Metropolis siano così vicine da essere a malapena separate dal laghetto dei cigni di Milano 3. La citazione che segue suggerisco invece di leggerla pensando a Francesco Nuti nelle gag della scuola quando faceva parte dei Giancattivi.
“Come hai detto che si chiama la tù mamma?”
Ma la colpa è stata del pubblico che non si è voluto impegnare.
Hentai con la spada
Nel caso stiate iniziando a intravedere uno schema comportamentale ben definito, sappiate che ho scoperto di recente che il regista vorrebbe realizzare una director’s cut anche di Sucker Punch – scritto, diretto e prodotto da Snyder – il che è stato un po’ come spararsi nelle parti basse, lanciarsi da un palazzo e darsi fuoco: questo film, come sappiamo, è stato un grosso flop.
A parte alcuni dettagli stilistici e di fotografia abbastanza pregevoli, il film è oggettivamente bruttino e non fa che inaugurare quella pratica, sempre più presente nei film di Snyder, del famigerato combattimento al rallentatore. Solo che qui ci sono ragazze in abiti sexy.
Indovinate un po’: Snyder aveva in mente un finale diverso che agli Studios non è piaciuto. Non l’avevano capito. Inoltre si era risentito del fatto che il pubblico fosse più interessato alle protagoniste che sembravano uscite da un Hentai, piuttosto che alla storia di ribellione che stavano raccontando.
Davanti a un paio di mutandine bianche non riusciamo davvero a pensare alla storia.
Siamo proprio delle bestie.
Gli imbarazzanti sette
Insomma non si sa più a chi dare la colpa. Snyder e consorte (co-produttrice), volevano che le due parti di Rebel Moon uscissero ad un mese di distanza e non quattro come voluto da Netflix. Il motivo? I coniugi Snyder pensavano che in questo modo il pubblico avrebbe ricordato più dettagli del primo film.
Se siete tra quelli che li hanno visti posso aspettare che finiate di ridere prima di continuare…
Così Zack Snyder batte il piede per terra (in slow motion) e si porta via il pallone che è suo, dicendo a tutti che prima della fine dell’anno Netflix ridistribuirà entrambe le parti di Rebel Moon, con scene estese e inedite, e con più violenza incensurata. Una nuova director’s cut perché altrimenti c’è il rischio che il film non lo capiamo.
In effetti non ha torto. Io per i primi 45 minuti della seconda parte ho creduto di vedere una pubblicità ad alto budget del Mulino Bianco.
Per concludere
Alla fine sembra proprio che, secondo quanto sembra voler suggerire lo stesso Snyder, egli non abbia colpe per la mancata riuscita di alcuni suoi film. Forse ci troviamo di fronte ad un genio la cui grandezza non siamo ancora in grado di comprendere. Oppure Snyder è un ragazzino di dodici anni che fa i capricci.
Per me è un enigma!
di Alessandro Felisi