Kinds of Kindness – Recensione della nuova fatica di Lanthimos

In contemporanea con la première del film al 77º Festival de Cannes, ci è stato possibile assistere a Kinds of Kindness, ultima fatica di Lanthimos.  L’utilizzo del termine fatica non è casuale. Con fatica si intende anche quella dal punto di vista organizzativo. La pellicola, infatti, è stata girata nello stesso periodo in cui veniva ultimato il montaggio di Povere Creature!, film che ha consacrato il regista greco al grande pubblico. Questa consacrazione è avvenuta, in parte, anche grazie alle scelte di casting. Così come in Povere Creature!, in Kinds of Kindness ritroviamo nuovamente Emma Stone, seguita da Willem Dafoe. In questo caso si sono aggiunti nomi come il sempre più quotato Jesse Plemons e la giovanissima Margaret Qualley.

Kinds of Kindness segna una sorta di ritorno alle origini per l’autore greco. Povere Creature! ha sicuramente aiutato a far conoscere Lanthimos al grande pubblico e, proprio grazie al film, il regista si è concesso il lusso di “tornare indietro” e rendersi riconoscibile nuovamente al suo pubblico di sempre. Dissacrante, ironico, a tratti coperto da una patina di apparente freddezza e apatia. Un Lanthimos che unisce il suo successo recente alle atmosfere macabre e assurde de Il Sacrificio del Cervo Sacro e Dogtooth.

Kinds of Kindness: il diavolo è nei dettagli

Molto spesso pubblico e critica si fanno sfuggire dettagli che, all’apparenza insignificanti o comunque di poco conto, aiutano in realtà ad ottenere una maggior comprensione della pellicola, su diversi livelli. In questo caso, è emblematico il titolo che Lanthimos ha deciso di dare al film. Tradotto letteralmente in italiano come Tipi di Gentilezza, la frase potrebbe riferirsi alle tipologie di gentilezza che vengono presentate all’interno dei tre atti che compongono queste impegnative 2 ore e 45. Il termine gentilezza, in questo caso, potrebbe essere assimilabile al concetto di pietà, nel senso moderno del termine.

Emma Stone in una scena di Kind of Kindness

Riportando la definizione del vocabolario Treccani di Pietà:

Sentimento di affettuoso dolore, di commossa e intensa partecipazione e di solidarietà che si prova nei confronti di chi soffre.

Kinds of Kindness è un manifesto alla pietà diviso in tre sezioni, ognuna delle quali si lega ad un diverso contesto in cui questa si manifesta. Allo stesso tempo, si tratta di un falso manifesto: una riflessione su come la pietà e l’empatia possano essere semplicemente accessori di facciata che nascondono una natura apatica e priva di sentimento.

Kinds of Kindness come nuovo cinema dell’assurdo

Kinds of Kindness è un concentrato di trame e personaggi assurdi, che sfuggono da qualsivoglia schematizzazione e regola. Con questo film, il regista greco ha posto un importante tassello all’interno della corrente del racconto dell’assurdo, anche se solo il tempo potrà dire se la pellicola resterà o meno negli annali. Il genere dell’assurdo è stato e continua ad essere esplorato da numerosi media diversi. Oltre al cinema, letteratura e poesia non fanno eccezione. L’assurdo, in questo caso, coincide con la mancanza di senso e dunque di scopo, portando i personaggi a compiere azioni appunto assurde e scollegate.

Frame dal film Rubber di Quentin Dupieux

L’absurdist fiction è un approccio narrativo ancora poco esplorato dal punto di vista cinematografico, nonostante la storia del cinema sia costellata da grandi registi la cui filmografia rientra perfettamente in questa sorta di genere. Tra questi, troviamo nomi di giganti come Ingmar Bergman e Luis Bunuel. Nella contemporaneità, oltre a Lanthimos stesso, ricordiamo anche un suo collega di nazionalità francese che ha partecipato al Festival de Cannes 2024 –  anche se con un film fuori concorso. Si tratta del regista e produttore musicale francese Quentin Dupieux. La pellicola presentata nell’edizione del festival di quest’anno è stata Le Deuxième acte.

Questa mancanza di collegamento è a primo impatto chiara anche nella struttura stessa, nella divisione in tre mini-film dentro al film stesso. L’unico elemento ricorrente è R.M.F., personaggio di cui si conoscono solo le iniziali, interpretato in tutti e tre gli installment da Yorgos Stefanakos – amico di lunga data del regista -, che ha partecipato come comparsa anche a Povere Creature!.

Gli attori-performer, la vera forza di Kinds of Kindness

La vera forza di Kinds of Kindness non sono i dettagli e non è l’assurdo. Il perno attorno cui ruota tutta la pellicola sono gli attori. In questo caso, gli attori si avvicinano sempre di più ad essere dei performer. Emma Stone in particolare, anche se gli altri non fanno eccezione, è estremamente fisica, nervosa e nevrotica, donando però una fisicità diversa ai tre personaggi diversi che interpreta. L’altra performer femminile, Margaret Qualley, dimostra tutta la sua potenza e bravura soprattutto nell’ultimo atto, in cui interpreta allo stesso tempo due gemelle, donando però caratterizzazioni completamente opposte a una e all’altra.

Emma Stone balla nell'ultima scena di Kinds of Kindness

Lanthimos ha fatto parlare gli attori, ancora meglio, ha fatto parlare i loro corpi e la loro espressività. Emblematica in questo caso l’ultima scena del film: Emma Stone che inizia a ballare in modo scoordinato e frenetico, in una sequenza che si prolunga fino a mettere a disagio lo spettatore, che si trova davanti al culmine di uno spettacolo assurdo.

di Dorian Leva

Martina Dorian Leva
Martina Dorian Leva
Articoli: 15