Non sono certa di aver controllato proprio tutte tutte le fedi disponibili, ma posso affermare che la quasi totalità delle religioni considera la pornografia un peccato.
Le motivazioni possono variare leggermente, ma il risultato non cambia: la pornografia spinge alla lussuria, mette a rischio il sacro vincolo del matrimonio, è una forma di adulterio, danneggia l’anima in maniera irreparabile…
Fino a qualche secolo fa, forse bastava la promessa della dannazione eterna a dissuadere i più devoti (anche se non mi pare che sia mai esistita un’epoca porn-free). Oggi però le fiamme dell’inferno hanno smesso di incutere timore e anche le religioni hanno deciso di aggiornarsi per combattere questo nemico dell’anima. Parleremo prevalentemente di religioni cristiane, sia perché più vicine alla nostra cultura, sia per la quantità di fonti disponibili.
Pur di allontanare i fedeli dal terribile peccato della pornografia, la Chiesa ha scelto di allearsi negli anni con due nemici storici della sua istituzione: il femminismo e la scienza.
Femministe e religione contro il porno
“Il nemico del mio nemico è un mio amico”
Probabilmente seguendo questa filosofia, religione e femminismo si sono alleate nella battaglia contro la pornografia.
L’evento “infelice” che le ha fatte incontrare è stata l’uscita nelle sale cinematografiche di Deep Throat (La vera Gola Profonda, 1972). Il femminismo degli anni ‘70 è permeato da un forte sentimento anti-porno: l’industria viene accusata di normalizzare la violenza sulle donne e di essere, per sua stessa natura, abusante. Non esiste, per queste pensatrici, un porno “buono” o “etico”, e l’avvento al cinema del porno chic mette femministe e religiosi dalla stessa parte della barricata per abbattere questo nemico comune.
Le evidenze scientifiche
Non sempre scienza e religione vanno a braccetto. Come nel caso del movimento femminista, però, la religione ha deciso di sfruttare a suo vantaggio anche la sua arcinemica scienza.
Come già visto, l’idea del porno come peccato che porta alla dannazione eterna non basta più, quindi si va alla ricerca di qualcosa di più “concreto” con cui spaventare e dissuadere dal consumo di pornografia.
Una delle armi più efficaci è quella della dipendenza da pornografia, un disturbo che in effetti esiste, ma va diagnosticato e curato nelle sedi opportune. Vi basta fare una ricerca su Google per scoprire che negli Stati Uniti i centri di riabilitazione per pornodipendenti sono una realtà abbastanza diffusa.
Molte associazioni religiose tendono ad ingigantire il problema, in modo che non sia applicabile a una sparuta minoranza che effettivamente ha problemi di abuso, ma potenzialmente ad una platea molto più grande.
Hai un problema di dipendenza?
Alcuni siti di associazioni religiose anti-porno mettono a disposizione dei propri utenti un pratico e semplice test per capire se la dipendenza da porno li coinvolga. Al posto di indagare il rapporto tra persona e pornografia, però, spesso questi test contengono anche domande del tipo “Quante volte a settimana ti masturbi?”, facendo intendere che il problema non sia soltanto il consumo di pornografia, ma tutto ciò che ha a che fare con il sesso al di fuori del matrimonio.
In puro stile Helen Lovejoy, la crociata religiosa contro il peccato del porno ha un obiettivo primario: proteggere i bambini.
Partendo da un obiettivo più che condivisibile (evitare l’accesso al porno online ai minori), anche in questo caso i fedeli riescono a portare il problema così all’estremo da sfiorare l’assurdo.
Porno online e abuso sui minori
Una gran fetta delle persone che vorrebbero abolire il porno è convinta che ci sia una diretta correlazione tra il consumo di pornografia e gli abusi sui minori. Il principio è lo stesso del “si inizia con una canna e si finisce con l’eroina”.
Uno degli esempi più lampanti di questo pensiero lo troviamo nel documentario “Raised on Porn”, che dura una mezz’oretta ed è disponibile su Youtube. Nel documentario troviamo una serie di interviste a persone che hanno avuto problemi più o meno gravi collegati al consumo di pornografia.
Una di queste persone, Jacob, racconta di aver guardato così tanto porno negli anni da essere finito per caso su video che ritraevano abusi su minori. Sul pc di Jacob sono stati ritrovati ben 9000 tra foto e video pedopornografici.
PER CASO.
Questo tipo di narrazione è puro terrorismo psicologico e può influenzare chi ha poca istruzione sui temi legati al sesso. Per di più, partendo da una “base scientifica” si dà credibilità al racconto ed ecco che si passa da “Il porno è peccato” a “Il porno è pericoloso e può renderti un molestatore”, che di sicuro fa molta più presa.
Non esiste un porno cristiano?
Si sa che il Diavolo è subdolo. Non bastano la scienza, le femministe, le ricerche sulle dipendenze a riportare le pecorelle smarrite sulla giusta strada. Se vi fate un giro su Pornhub potreste imbattervi nel porno mormone. Che è praticamente uguale al porno normale, solo che le donne lavano i piedi ai “mariti” prima dell’atto e la parte in cui si spogliano occupa più o meno l’80% del video. Ovviamente è molto popolare nello Utah.
Che nemico subdolo e impossibile da sconfiggere!
di Antonella Liverano Moscoviti