I giovani, il porno, l’educazione sessuale

I fatti di cronaca di quest’estate, in particolare gli stupri di gruppo a Palermo e Caivano, hanno riportato alle cronache uno degli slogan più amati: è tutta colpa del porno! (O dei videogiochi/ della musica metal/degli influencer/del web/di chi preferite voi, basta che ci sia un colpevole singolo, facile da individuare e su cui direzionare tutta la rabbia di una folla inferocita).

Le critiche alla pornografia piovono da ogni lato della barricata: tra chi chiede di bandirla e chi invoca una maggiore attenzione all’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. 

Inizio con un gigantesco disclaimer: ad oggi NON esistono studi risolutivi sulla questione dei danni della pornografia sui giovani. Troverete ricerche che si contraddicono tra di loro e nessuno ha la verità in tasca. Chiunque vi dica che “gli studi hanno dimostrato” vi sta raccontando solo una parte della storia. E state certi che si tratta della parte che coincide con le proprie idee.

Il sessismo non nasce col porno

Parliamo subito dell’elefante nella stanza. Il sessismo non è un problema del porno. Il sessismo permea tutti i media, essendo il prodotto di una società che è ben lontana dal risolvere i propri problemi con le questioni di genere. Non si può accusare il porno di essere l’unico responsabile di una visione sessista, quando in tv è ancora possibile vedere delle vallette mezze nude che sono lì come elemento di sfondo e a malapena aprono bocca.

Il porno è il criminalotto della classe, quello che è facile guardare storto perché si presenta male, coi piercing e tatuaggi. Quando sparisce qualcosa dagli zaini dei compagni, tutti puntano il dito contro di lui. È più facile trovare un unico colpevole che ammettere che l’intera società ha un problema radicato che è difficile da risolvere, perché significa ripensare da zero il modo in cui viviamo.

Aggiungiamoci che gli episodi di violenza sessuale non riguardano mai il sesso. Lo stupro è una questione di potere e prevaricazione (avete presente i racconti di carceri e saponette?), non di piacere. Basterebbe questo ad assolvere il porno dalle accuse di spingere i giovani allo stupro, visto che sono realizzati per eccitare lo spettatore.

Il porno influenza gli adolescenti?

Purtroppo in Italia non abbiamo studi recenti e attendibili sul rapporto tra giovani e pornografia, quindi per capire un po’ meglio il fenomeno dobbiamo spostarci nella patria del tè.

Un team di ricerca nel Regno Unito ha cercato di capire quanto il porno avesse influenzato un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni. Davanti alla domanda diretta, tutti i ragazzi affermano che sì, il porno ha effettivamente influenzato il modo in cui vivono la sessualità. All’uso del porno sono associate alcune profonde lacune sull’uso di dispositivi di protezione, come il preservativo o il dental dam; la mancanza di attenzione alla questione del piacere femminile e la scarsa conoscenza dell’uso dei lubrificanti.

Alcuni dei ragazzi intervistati dichiarano di “far scivolare accidentalmente” il pene nell’ano durante un rapporto vaginale perché credono che la propria partner non accetterebbe mai di fare sesso anale se esplicitamente richiesto, quindi la “ingannano”. Anche sulla questione del consenso, quindi, sembrano essere parecchio confusi e pensano che basti iniziare a fare qualcosa per ottenere il consenso della partner a proseguire.

I ragazzi ammettono che il porno ha condizionato il modo in cui vivono la sessualità, ma quando provano a spiegare in che modo, saltano fuori anche altri fattori completamente slegati dal porno e più legati a come la sessualità e il genere vengano raccontati in tutti i media.

Un esempio? Quasi tutti questi studi sull’uso del porno e delle sue conseguenze coinvolgono solo giovani uomini etero, non si studiano gli stessi effetti quando si parla di ragazze. Gli uomini sono sempre considerati come più libidinosi, che copiano quello che vedono nel porno e non hanno altre fonti per informarsi. Anche negli studi, la donna è relegata ad un soggetto passivo, che si limita a subire.

Il porno sostituisce l’educazione sessuale?

Proviamo a immaginare lo scenario peggiore. È vero che il porno sostituisce l’educazione sessuale?

Anche in questo caso, la risposta è molto più complessa di quello che sembra.

Partiamo con una panoramica sull’Italia, fanalino di coda dell’insegnamento dell’educazione sessuale in Europa (in compagnia di Cipro, Romania, Bulgaria e Lituania). L’educazione sessuale nelle scuole italiane non è obbligatoria. Quindi, anche in questo caso, per capirne di più dobbiamo chiedere ai cugini irlandesi.

Uno studio in Irlanda ha cercato le connessioni tra educazione sessuale a scuola e uso del porno come mezzo di informazione, con risultati sorprendenti. L’educazione sessuale nelle scuole risulta carente soprattutto quando si parla di persone non eterosessuali. Mediamente, un ragazzo omosessuale usa il porno più spesso per cercare informazioni rispetto alla sua controparte etero. 

In generale, il 70% dei partecipanti al sondaggio dichiara inadeguata l’educazione sessuale ricevuta a scuola. In particolare, i ragazzi lamentano che l’educazione sessuale sia troppo spesso focalizzata solo su rischi e malattie veneree. Gli intervistati preferirebbero un approccio che racconti meglio anche la dimensione emotiva/sentimentale, non fermandosi al sesso eterosessuale. Le ragazze lamentano di essersi sentite trattate come meno “sessuali” degli uomini, il cui desiderio è spesso descritto anche a scuola come più forte. Inoltre, l’ambiente scolastico rende più difficile fare domande perché gli uomini si sentirebbero devirilizzati mostrando di non sapere e le donne si imbarazzerebbero nel mostrare la propria curiosità sugli argomenti.

Quando si parla di pornografia, l’89% delle donne e il 98% degli uomini ammettono di aver visto  almeno un porno. Lo scopo della fruizione, però è diverso: le donne sono spinte principalmente dalla curiosità, gli uomini dalla volontà di masturbarsi. 

Il risultato che sorprende è che una scarsa soddisfazione con l’educazione sessuale ricevuta a scuola non è correlata a un maggiore ricerca di porno per scopo informativo.

Ciò va a contraddire quello che spesso si pensa, il fatto che il porno sia usato per sopperire ad una scarsa educazione sessuale a scuola. Questo risulta verosimile solo quando si parla di persone queer.

Di sicuro non c’è una risposta semplice o univoca. Anzi, una c’è:

Basta prendersela col porno.

Antonella Liverano Moscoviti

Antonella Liverano Moscoviti
Antonella Liverano Moscoviti
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