Editoriale: il dramma silente delle menzogne

La capacità di mentire candidamente o ingannare sé stessi. Dire il falso per non ferire o deturpare il vero per colpire a fondo. Mentire persino a noi stessi. Le menzogne sono intrinseche nella natura degli esseri umani, in essere già prima di poter correre dritti sulle proprie gambe. E se per un verso le bugie possono rendere il contesto sociale più accomodante, dall’altro possono rivelare un profondo senso di disagio o, addirittura, sofferenza da parte di chi le utilizza per difendere il proprio mondo interiore.

Prendiamo le bugie bianche, ad esempio. Quelle che si dicono abitualmente sullo stare bene o facendo apprezzamenti che non si pensano minimamente. Possono essere confortevoli e, alcune volte, richiesti dal contesto sociale. Ma molti le disprezzano come mezzo ipocrita per connettere gli esseri umani.

Basti pensare al famoso episodio della serie Netflix The Sandman dedicato proprio alle menzogne, per l’esattezza stagione 1 ep. 5. Nel corso della visione ci viene mostrata una scena che accade unicamente in un unico posto, una tavola calda, privata da qualsiasi filtro: gli avventori agiscono e parlano unicamente in base a ciò che pensano, con l’unico obiettivo di perseguire la verità. Il risultato ci mostra una realtà distopica da incubo e sangue, dove le persone hanno perso anche quel briciolo di speranza che, nella bugia, li portava a perseguire i propri sogni. Recuperatelo, se potete.

La menzogna per sé stessi

Per giustificare noi stessi, a volte, siamo persino in grado di racimolare le migliori scuse, omissioni e falsi ricordi che neanche un poeta riuscirebbe a rimare in modo così fluido. Le motivazioni che portano a questi atteggiamenti sono veramente tante: l’insicurezza, il trauma, la ricerca di pietismo, l’egoismo. Si parte dai sentimenti più fragili fino ad arrivare a quelli più abietti.

Le menzogne, in fondo, sono in grado di traslarci in posti torbidi e dai confini poco chiari. Come il nostro riflesso davanti a uno specchio appannato. Grimilde, la regina di Biancaneve, chiedeva conferma al suo specchio di essere la più bella del reame, poi bastò un dissenso della voce della verità per scatenarne l’ira. Un velo di Maya squarciato e mille tempeste oltre le finestre.

Quanto descritto costituisce il tentativo di proteggere il proprio riflesso denudato da artifici, costruendo un mondo che non esiste ma che è esattamente a misura delle proprie esigenze.

La menzogna per gli altri

Simile a quella per sé stessi, ma con una presa di coscienza più forte, anche se esistono ovviamente delle eccezioni. Mentire agli altri presuppone il fatto di essere coscienti e in grado di deturpare la realtà con parole e racconti fuorvianti. Anche se, spesso, si diventa così bravi a mentire da vedere il mondo da una lente distorta, ingannando anche sé stessi. Se una bugia è talmente convincente, la logica stessa ci può trarre in inganno.

Si mente per ferire o per proteggere gli altri, per ledere una persona o portarla distante da una situazione pericolosa. Mentiamo a tutti, nessuno escluso: dalle persone che odiamo a quelle per cui proviamo distacco fino ad arrivare ai cari che amiamo. È un fattore culturale imprescindibile dalla natura stessa dell’uomo e di alcune altre specie in grado di ingannare chi sta loro attorno per difendersi o cibarsi.

Si arriva, persino, a diventare mille persone diverse in un unico corpo. Vivere tante vite e nascondersi in una valanga di bugie, senza controllo, fino ad annegare nella propria misera incapacità di essere coerenti e corretti.

La menzogna malvagia

Mentire, a volte, può portarci verso una deriva malvagia: mettere alla prova l’altro, giudicarsi più intelligenti e in grado addirittura di manipolare gli altri. Perché le bugie possono essere, sì, manipolative e sono in grado di influenzare anche persone che sono esterne al contesto in cui si pronunciano.

Pensiamo a una fandonia raccontata da una persona invidiosa, con il solo scopo di generare screzio in una coppia di amici o innamorati. Di queste situazioni ne vediamo tante ogni giorno e sono sicura che chi legge avrà ora in volto quel sorriso amaro di chi ne sta immaginando una mentre scorre queste parole con gli occhi.

Però il solo gesto di ordire delle trame per intrappolare chi, con onestà, ascolta parole di veleno può rivelare una condizione di pochezza e mancanza di coraggio rilevanti. Ingannare per vendicarsi può essere sintomo di fragilità e code di paglia a fuoco.

La menzogna può essere detta a fin di bene (e non entro ulteriormente in concetti di natura morale o altro), per gioco o preservazione di sé stessi e di chi ci sta attorno. Se pronunciata per lo scopo sbagliato, sappiamo bene da tutte le esperienze che viviamo ogni giorno cosa accade di rimando.

Ma essere un po’ Pinocchi, a volte, aiuta a vivere in maniera più leggera. Però senza esagerare!

Miriam My Caruso

Miriam Caruso
Miriam Caruso

Caporedattrice di Niente da Dire, è giornalista pubblicista dal 2018, nel campo nerd, divulgativo e musicale.
Nel 2018 fa il suo ingresso nel digital marketing grazie ad Arkys, verticalizzandosi nella SEO e imparando a mettere a punto strategie di marketing per le aziende.
Nel contempo si laurea in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione nel 2020, acquisendo la lode con una tesi antropologica dedicata al Cannibalismo e agli Zombie di Romero. Nel tempo libero, per non cambiare strada, scrive racconti e gioca a giochi da tavolo e canta, sotto la doccia, fuori, ogni volta che può.

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