Impegno e dedizione, conoscenze e studi approfonditi in anni di sacrifici. A volte il Natale porta con sé, oltre ai regali e alle cene in famiglia, anche laute soddisfazioni.
In redazione siamo orgogliosi che il nostro paleontologo Filippo Bertozzo abbia contribuito nella buona riuscita del titolo Dino Path Trail, che ha da poco vinto il premio People’s Choice Award bandito da Red Bull Indie Forge. Un titolo indie che voleva fare dell’accuratezza scientifica la sua punta di diamante peculiare.
Filippo, infatti, ha potuto fornire consulenza operativa sui dinosauri presenti nel videogioco, non lasciando nulla al caso. I consigli non sono mancati: da piccole chicche stilistiche a specie di dinosauri che chi è amante di questi animali ormai estinti difficilmente può trovare in un videogioco.
Quindi, lasciamo che sia lo stesso Filippo a raccontarci questo titolo e prepariamoci a entrare nel mondo di Dino Path Trail.
Dino Path Trail: la trama
Una gang di banditi rapisce la sorella di Lucy e uccidono la madre. Spetta solo a Lucy l’arduo compito di salvarla. Nel corso della sua missione, la ragazza prenderà la via chiamata “Dino Path Trail” che passa attraverso una serie di valli dove le persone non possono morire. Esplorando queste terre e salvando varie persone perse all’interno di queste valli, Lucy incontrerà un uomo misterioso che sembra avere un legame con sua madre. Tutto sembra essere legato a un destino beffardo. Per salvare la sorella, Lucy dovrà spezzare la maledizione che incombe su queste valli, come fece sua madre anni orsono…
Il gioco
Dino Path Trail è un videogioco indie che ha recentemente vinto il People’s Choice Award nella prestigiosa competizione Red Bull Indie Forge e si sta facendo scoprire sempre di più, ogni giorno che passa.
Il gioco è un survival di tipo roguelike, isometrico, ambientato nel Selvaggio West, ma con un tocco preistorico, dato che in questo mondo i dinosauri (e altre creature del passato) non si sono mai estinte.
L’esperienza videoludica offerta dai ragazzi di Void Pointer offre un accattivante mix di esplorazione, raccolta e gestione delle risorse, crafting e combattimenti basati sulle tempistiche di schivata (che possono conferire dei bonus). I giocatori verranno messi alla prova dinanzi a mappe generate proceduralmente, dove il livello di difficoltà aumenterà lungo il tempo di gioco, e dovranno adattare le proprie strategie sui vari biomi che incontreranno.
Ma ricordiamoci che è un roguelike, quindi, se morite… Si ricomincia da zero!
I dinosauri
Ovviamente non potevo parlare di un gioco che non avesse i miei beneamati rettiloni fluffosi del passato preferiti.
Ma c’è un aspetto in più nella storia che merita di essere raccontato.
Quasi due anni fa, i ragazzi di Void Pointer mi contattarono chiedendomi se potessi fare loro da consulente scientifico affinché i modelli degli animali preistorici fossero quanto più aggiornati alle scoperte più recenti. Ovviamente, bisogna tenere conto dello stile grafico del gioco, che prevede una certa stilizzazione degli animali, così come anche alcune licenze artistiche che i creature designers del team hanno voluto incorporare nei loro modelli.
I ragazzi del team si sono subito dimostrati interessati all’aspetto più scientifico dietro ai dinosauri e agli altri animali, richiedendomi immagini aggiornate, modelli scheletrici recenti, ma soprattutto una spiegazione dei vari biomi dove le varie specie vivevano, e quali nicchie ecologiche potessero occupare.
Vedrete come molti – o quasi tutti – i dinosauri saranno piumati. Forse anche di più di quello che effettivamente erano, ma è una scelta stilistica molto caparbia!
Considerazioni finali su Dino Path Trail
A discapito di quello che la gente potrebbe pensare, io non sono – né mi ritengo – un gran videogiocatore, quindi la mia impressione tecnico-qualitativa del gioco considerato come “sistema di gioco” è molto superficiale.
Ho avuto modo di testare in anteprima Dino Path Trail (sapete, dovevo vedere come gli animali si muovessero, come fossero fatti e quali finestre di interpretazione potevo avere) e ho rischiato il rage quit più e più volte a causa della sua difficoltà. Ma la possibilità di esplorare questo mondo così particolare, che unisce due entità molto affascinanti, i dinosauri e il Far West, mi ha catturato in maniera profonda.
Può essere che questa emozione sia nata dal mio immenso amore per l’opera The Valley of Gwangi (“La Vendetta di Gwangi”), il film di Ray Harryhausen del 1969, che potrebbe aver in qualche modo ispirato i Void Pointer nella creazione della loro ambientazione. In quel film, un gruppo di cowboys scoprivano un’antica e dimenticata valle nelle badlands del Messico, dove il tempo si era fermato al Mesozoico, con diversi animali preistorici ancora vivi e vegeti. Animali da sfruttare per denaro…
Sono estremamente felice per loro della vittoria alla Red Bull Indie Forge. Sono convinto che il progetto riuscirà a ritagliarsi una bella fetta di mercato, anche grazie al fatto che il gioco nella sua interezza, dalla musica agli elementi scenici, dalla storia alle meccaniche di gioco, è estremamente curato fin nei minimi dettagli.
E poi, diciamocelo, quanto è soddisfacente vedere un prodotto su cui ho dato il mio sostegno in termini di conoscenze avere successo?
Mi raccomando, andate su Steam e mettete il videogioco in Wishlist, è importantissimo. Aiuterete i ragazzi di Void Pointer con un semplice click del mouse!
Buon Natale!
Filippo Bertozzo
Miriam My Caruso