Diplomata all’Istituto Statale d’Arte a Trieste – dov’è nata nel 1961 – e all’Accademia di Belle Arti a Venezia, Barbara Jelenkovich in poco più di trent’anni aveva già illustrato oltre un centinaio di libri per ragazzi (tradotti in una quarantina di lingue), tra cui alcuni davvero sorprendenti per effetti pop-up, tattili e addirittura luminosi.
Suo figlio è da sempre il modello per tutti i suoi protagonisti disegnati («La mia fonte di ispirazione sono i bambini. Mi basta guardarli muovere o sentirli parlare per avere tantissime idee») anche se suo marito «fa uno dei mestieri più amati dai bambini di tutto il mondo, il Comandante dei Vigili del Fuoco» e il suo lavoro le piace soprattutto perché «sempre diverso nei soggetti da illustrare ma anche negli effetti pittorici da ricercare e sperimentare ogni volta».
Nella sua carriera ha firmato libri e illustrazioni ma anche gadget esclusivi con le sue creazioni stampabili e realizzabili in casa, costumi per spettacoli teatrali ispirati ai suoi libri, scenografie per un concerto del celebre festival sassone di Moritzburg, maschere e il cartone animato coreano “Toto the hedgehog”.
Il suo “realismo magico” («Non sono capace di stare zitta, ma soprattutto mi piace dare parola alle mie emozioni, ai miei sentimenti, ai miei pensieri e alla mia fantasia») coinvolge bambini di ogni Paese, ma anche gli adulti non mancano di rimanere ipnotizzati da tante sue realizzazioni. Perché «il bambino è padre dell’adulto» (frase a effetto, ma vera, del celebre psicanalista austriaco naturalizzato statunitense René Spitz).