Senza necessariamente avventurarmi in discorsi psicanalitici che non mi competono o tra il ginepraio delle declinazioni cliniche che il termine “narcisismo” può assumere, posso comunque sentirmi di affermare che è inevitabile associare nell’immaginario collettivo la figura di un “narciso” principalmente ad accezioni negative.
La vanità, la considerazione troppo alta di sé stessi (magari senza una corrispondenza reale alle effettive virtù della persona in questione), la convinzione di essere infallibili, la superbia, l’effetto Dunning-Kruger e, più in generale, la sopravvalutazione delle proprie capacità sono tutte implicazioni direttamente correlate al concetto di “narcisismo” nel senso comune.
Con la mia playlist di questo mese vorrei porre invece l’accento sulla connotazione più positiva di “self-confidence”. Una sana autostima derivante da una profonda conoscenza di noi stessi è fondamentale per volersi bene, ma anch’essa ha bisogno ogni tanto di un “aiutino”. Come al solito, ecco che ci viene in soccorso la musica. Il Minako’s Jukebox questo agosto suona con cinque canzoni motivazionali – curiosamente una per ogni diverso decennio e in rigoroso ordine cronologico – per un boost di sana autostima!
1. Queen – Don’t stop me now (1979)
“I’m a shooting star leaping through the sky like a tiger
Defying the laws of gravity
I’m a racing car, passing by like Lady Godiva
I’m gonna go, go, go, there’s no stopping me”
Mi alleno di rado (non ne vado fiera e non va bene, lo so), ma quando lo faccio questa canzone mi dà la carica e riesce (quasi) a non farmi sentire la fatica. In Don’t stop me now, Freddie Mercury e i Queen cantano a gran voce il sentirsi inarrestabili e il poter fare tutto quello che ci viene in mente, perché nessuno può osare fermarci. Il suo ritmo incalzante e il suo testo scanzonato e autoironico rendono perfettamente l’idea del senso di “onnipotenza” in ottica divertita e divertente.
Il chitarrista Brian May, in tempi più recenti, ha dichiarato di avere un ricordo dolceamaro della genesi di questo brano perché dietro la spensieratezza e il carattere automotivazionale del testo si nascondeva la celebrazione degli eccessi e dell’edonismo che Freddie iniziò a sperimentare in quel periodo. Allo stesso tempo, la leggerezza di questa canzone, contrastando con le composizioni più articolate di inizio carriera, riflette la volontà del gruppo di non volersi etichettare in un preciso genere e di sperimentare sempre nuove sonorità, reinventandosi disco dopo disco. Se non è sentirsi potenti questo!
2. Elton John – I’m still standing (1983)
“Don’t you know that I’m still standin’ better than I ever did?
Lookin’ like a true survivor, feelin’ like a little kid
And I’m still standin’ after all this time
Pickin’ up the pieces of my life without you on my mind”
È capitato a tutti di sentirsi “svuotati” dopo la relazione con un narcisista. Che sia essa stata una storia d’amore o un rapporto di amicizia, dopo essersi liberati dalla manipolazione e dall’annientamento personale che un legame del genere può causare, ci si sente dei veri e propri sopravvissuti. In I’m still standing Elton John canta in faccia al narcisista che nonostante le sue malefatte lui sta ancora in piedi ed è pronto a rimettere insieme i pezzi della sua vita.
La canzone ha fatto diverse comparsate sia in serie TV che al cinema, ma una particolare e curiosa coincidenza riguarda il suo legame con Taron Egerton. L’attore gallese, prima ancora di interpretare lo stesso Elton John in Rocketman, aveva già eseguito I’m still standing nei panni del gorilla Johnny, personaggio che ha doppiato nel film animato del 2016 di casa Illumination Sing. Tre anni più tardi, lo stesso brano sarà proprio quello che concluderà il biopic del cantante inglese rappresentando simbolicamente il momento della sua rinascita e del ritrovamento della fiducia in sé stesso dopo la terapia di riabilitazione.
Senza dubbio un brano incoraggiante per non permettere mai a nessuno di dirci cosa possiamo o non possiamo fare o essere.
3. Michael Bolton – Go the distance (1997)
“I’ll be there someday, I can go the distance
I will find my way if I can be strong
I know every mile would be worth my while
When I go the distance, I’ll be right where I belong”
Una canzone per mantenere gli occhi puntati sull’obiettivo e affrontare la scalata verso il raggiungimento di esso, non importa quando difficile e faticosa sia. Go the distance è il tema portante della pellicola d’animazione Disney Hercules e la sua atmosfera eroica ci spinge a credere in noi stessi e ad affrontare qualsiasi percorso tortuoso che la vita ci parerà davanti, con la pace e la serenità nel cuore che hanno i veri eroi.
Eroica è anche l’esecuzione di Michael Bolton: la voce del cantante statunitense raggiunge la vetta di un incredibile Do diesis sul finale del brano. L’interprete, lo scorso gennaio, ha purtroppo subito un importante intervento per un tumore al cervello che lo ha costretto ad annullare il tour che aveva in corso e tutti gli impegni lavorativi, per permettersi di recuperare e guarire circondato dall’affetto della sua famiglia.
In questo senso, la canzone si carica di un ulteriore significato simbolico, che spero porti a Michael Bolton fortuna e ogni bene possibile.
4. Christina Aguilera – Beautiful (2002)
“I am beautiful no matter what they say
Words can’t bring me down
I am beautiful in every single way
Yes, words can’t bring me down,
So don’t you bring me down today”
Christina Aguilera è stata giustamente soprannominata dai media Voice of a generation (la voce di una generazione). E infatti, molte delle sue canzoni parlano dritte al cuore soprattutto a chi nei primi anni Duemila stava affontando l’adolescenza, con tutte le crisi che essa comporta. In particolare, la definizione dei tratti della propria personalità, le decisioni da prendere riguardo il futuro e soprattutto la costruzione delle proprie certezze e della sicurezza in sé stessi. Per fare alcuni esempi, The Voice Within, Fighter e Can’t Hold Us Down hanno tutte in comune i temi della forza d’animo, della fiducia nel proprio istinto e del non lasciarsi influenzare negativamente dagli altri.
Tuttavia, Beautiful è sicuramente il brano più noto e più rappresentativo di queste tematiche, non solo all’interno della discografia della cantante ma di tutto quel periodo. Beautiful è diventata l’inno di tutti coloro – adolescenti e non – avessero bisogno di scoprire o ritrovare l’amore per sé stessi e urlarlo con fierezza al mondo intero.
5. Lady Gaga – Born this way (2011)
“Don’t hide yourself in regret
Just love yourself, and you’re set
I’m on the right track, baby
I was born this way”
Lady Gaga fin dai suoi esordi ha accolto sotto l’ala protettrice delle sue canzoni e del suo attivismo tutte le persone che all’interno del forzato concetto sociale di “normalità” si sentissero “diverse” e non accettate. Born this way è in un certo senso l’erede spirituale di Beautiful di Christina Aguilera, un inno aggiornato alla sensibilità degli anni 2010 e che in breve tempo è diventato il baluardo di tutte le vittime di discriminazioni che sono state ingiustamente spinte dalla società a sentirsi in qualche modo “sbagliate”.
Tuttavia, anche Mother Monster non è esente da “scivoloni”. Alcune parole pronunciate nel testo sono state percepite come offensive, nello specifico i termini “cholo” e “orient” per riferirsi nel primo caso alle persone di origine messicana/latino-americana e asiatica nel secondo. In particolare, l’espressione “cholo” è stata considerata come imbevuta di pregiudizi nei confronti dei Latini perché nel linguaggio gergale viene utilizzata in riferimento alle persone coinvolte in gang di strada.
Come sempre potete trovare tutti i brani di cui abbiamo parlato nella playlist a questo link. Salvatela per i momenti in cui avete bisogno di un’iniezione di fiducia e di sana autostima. O semplicemente per ricordarvi che siete forti ma soprattutto meritevoli di amore.
di Marta “Minako” Pedoni