Peccati di gola: cinque esempi cinematografici

Diciamo le cose come stanno: alcuni dei cosiddetti “peccati capitali” non solo ci piacciono, ma sono parte del nostro modo di essere. Dal momento che siamo persone evolute, non li viviamo come cose da temere o nascondere, e tanto meno permettendo loro di controllare le nostre vite. Non troppo spesso, almeno.

Metto per un momento da parte il più quotato di tutti, la lussuria, per concentrarmi su quello più subdolo, piacevole, irresistibile e rovinoso: il peccato di gola. La storia del cinema e della letteratura è costellata di esempi in cui cedere alla gola ha condotto alla rovina o alla riscoperta di sé.

A volte sono finali lieti, come quelli di cui ci piace tanto parlare in questa rubrica, mentre altre volte no. Per questo mese di aprile, ho deciso quindi di regalarvi cinque deliziosi esempi cinematografici in cui il peccato di gola ha portato i protagonisti ad un finale inaspettato.

1. Chocolat

Iniziamo da uno dei miei film preferiti del regista premio Oscar Lasse Hallström. Tratto dal romanzo omonimo di Joanne Harris, Chocolat è una di quelle storie in cui viene magistralmente rappresentato il peccato di gola, non come cosa da combattere, ma piuttosto dalla quale farsi sedurre e attraverso la quale ritrovarsi.

Sebbene all’inizio sia Vianne Rocher (Juliette Binoche), con la sua chocolaterie, a rivoluzionare le vite degli abitanti della piccola cittadina francese di Lansquenet-sur-Tannes, il cambiamento più grande lo affronteranno proprio lei e la figlia quando abbandoneranno la vita da nomadi per entrare a far parte di una comunità.

La scena in cui il Conte Paul De Reynaud (Alfred Molina) si abbuffa di cioccolato nella vetrina fu girata l’ultimo giorno di riprese, per evitare che una possibile indigestione potesse far ritardare la lavorazione del film.

2. Il senso della vita

Diversamente dal dolce esempio di cui sopra, nel film Monty Python’s The Meaning of Life, la gola porterà alla rovina il signor Creosote (Terry Jones). In questa scena, inserita nella Parte VI – Gli anni del declino (The Autumn Years), vediamo un cameriere interpretato da John Cleese, alle prese con un gigantesco cliente.

Per tutta la scena, il signor Creosote, caratterizzato da un’indole volgare e maleducata, oltre che da una grossa mole, mangia e vomita copiosamente. Dopo aver divorato tutto il menù del ristorante, accetta di ingoiare una mentina digestiva che si rivelerà per lui come la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso.

3. Survival of the fattest

Dal 1965 al 1970, per un totale di 138 episodi, la serie televisiva Get Smart, di cui uscì un film nel 2008 con Steve Carell, ci ha regalato momenti di meravigliosa satira sul genere spionistico. L’episodio 15 della prima stagione, intitolato “Problemi di peso” (Survival of the Fattest), è un perfetto esempio della geniale follia degli autori.

In questo episodio, l’organizzazione internazionale del male nota come KAOS rapisce il principe Sully di Ramat mentre è in visita in America. Il paese di Ramat ogni anno tiene una pesata del monarca e dà al principe il suo peso in oro.

Se il principe non raggiungerà 300 libbre in tempo per la pesatura, una fazione nemica dell’America prenderà il controllo di Ramat. Quel denaro è necessario per mantenere solvibile il suo paese. L’obiettivo di KAOS è di far dimagrire il principe.

Principe Sully: “Discuterò di tutto ciò che desideri non appena avrò finito il pranzo.”
Max: “E questo sarà…?”
Principe Sully: “Tra circa quattro ore.”

4. Ratatouille

“Non amo la gastronomia. Io la venero. E se non la venero, io non la celebro”
Una di quelle frasi che se non è entrata nella storia del cinema poco ci è mancato. A pronunciarla è il famoso critico culinario, Anton Ego, nel film di animazione Pixar, Ratatouille.

Sebbene in questo caso non sia appropriato parlare di peccato di gola, non potevo tuttavia esimermi dal menzionare questo personaggio che in maniera tanto inaspettata comprende finalmente la filosofia del compianto Auguste Gusteau, che aveva in precedenza criticato e deriso.

Sarà proprio attraverso il cibo che egli ritroverà una parte di sé che pensava perduta, gettandosi alle spalle la sua carriera da critico e abbracciando uno stile di vita dedito al piacere per la buona cucina. Di qualunque provenienza essa sia.

5. La cena

Chiudiamo in bellezza con un film di Ettore Scola: La cena. Interamente ambientate nel ristorante “Arturo al Portico”, diverse storie si dipanano tra un piatto e l’altro. Attraverso i dialoghi dei clienti e del personale nelle cucine, si scoprono scorci di vita dai quali emergono i disagi e le preoccupazioni.

Abbiamo Isabella con la figlia Sabrina, che con difficoltà confida alla mamma l’intenzione di fare il noviziato in convento; il professore di filosofia sposato ad una sua studentessa o i due attori che parlano del nuovo spettacolo teatrale che interpreteranno.

Più in là vediamo una coppia che parla del futuro della loro relazione (la ragazza è incinta), mentre una donna seducente siede alla tavola accanto. Tutto questo tra gli intermezzi dei discorsi dello chef, un comunista deluso dalla politica.

Questi sono solo alcuni esempi, quelli legati alla mia memoria e di cui ho deciso di parlare.
E voi? Avete altri film o libri a tema “gola” di cui vi piacerebbe parlare? Fatemi sapere!

di Alessandro Felisi

Alessandro Felisi
Alessandro Felisi

Attore, drammaturgo e scrittore di romanzi per ragazzi: è la mente dietro le mappe della redazione.

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