Non si smette mai d’imparare!

Ho deciso di iscrivermi a un corso di recitazione. Di nuovo.

Ora, è più che naturale che il primo pensiero che prende vita nel vostro cervello al sentire di una simile decisione sia “Perché? Non hai già imparato a farlo? Se lo fai già per mestiere perché torni a studiare?”. Chiunque lo penserebbe al posto vostro, alcuni miei esimi colleghi guarderebbero alla mia decisione con un misto di stupore e derisione: molti di loro non fanno più corsi di teatro perché credono di non avere più nulla da imparare.

Il guaio è che fino a qualche anno fa io ero tra questi. Grande errore, uno di quelli che rischia di affossarti la carriera.

Perché l’insegnamento più grande tra quelli che puoi carpire a teatro è che non si smette mai d’imparare…mai. Il mondo che si cela dietro il drappo rosso non finisce mai di stupirti e di donarti conoscenza, oltre che ridartela quando ne hai più bisogno, come nel mio caso.

Tornare “a scuola”

Dunque si ritorna “a scuola”, per me. Ovvero riaffronterò un anno artistico che prevedrà l’assimilazione e la comprensione di tecniche recitative di vario tipo e la messa in pratica attraverso la realizzazione di un saggio, cioè uno spettacolo teatrale vero e proprio.

Niente di semplice, badate bene, perché i corsi di teatro seri (purtroppo ce ne sono anche di farlocchi e quando ci si accorge dell’errore è troppo tardi) ti permettono di andare in scena con spettacoli degni dei più grandi palcoscenici del mondo: Shakespeare, Pirandello, Brecht, Cechov, Pinter e i grandi maestri della tragedia greca sono solo alcuni tra i grandi autori che si va ad analizzare .

E per uno come me, che quegli autori li conosce come le sue tasche, poterli riaffrontare di nuovo come allievo mi metterebbe di nuovo nella condizione di analizzarli sotto un’altra luce, una nuova magia. Con delle tecniche e delle capacità che non conosco e che imparerei per la prima volta dopo anni o che riscoprirei nascosti sotto la polvere del tempo, pronti a stupirmi ancora una volta.

Perché ammetto senza remore che alcuni degli strumenti e delle tecniche che ho fatto mie nel corso degli anni, ora mi sono sconosciute. Non mi sento più pienamente un attore novizio…ma solo un novizio.

Respirare il teatro

Non è un segreto che negli ultimi anni, soprattutto durante la pandemia di COVID che ha colpito il nostro pianeta, io abbia dovuto ridimensionare la mia carriera di attore per far fronte alle spese e trovare un lavoro da affiancare al mio mestiere, che potesse sostenermi economicamente e aiutarmi anche a realizzare i miei progetti personali.

Ma ciò ha notevolmente ridotto il mio tempo a disposizione per continuare a studiare e tenermi in esercizio,  usando anche i contenuti a sfondo teatrale che postavo regolarmente sulla mia pagina instagram. Senza contare la riduzione considerevole di spettacoli che andavo a recitare e che mi permettevano di mettere in pratica i miei studi personali.

E adesso, dopo due anni e mezzo di questo intenso calo, sento la profonda necessità di ricominciare da zero, con il bagaglio culturale che ho conquistato lungo la mia strada ad aiutarmi a risalire la cima e il desiderio cocente di tornare a fare una cosa che ogni attore ed attrice brama più della fama o del denaro: respirare il teatro.


Stare lì sopra il palcoscenico, come i grandi colossi della recitazione hanno fatto prima di me, sentire il calore delle luci sul volto, il legno che scricchiola e rimbomba sotto i piedi, la sensazione di estraniazione e di appagamento quando la tua anima esce fuori dal corpo per lasciar spazio al personaggio che interpreti…e il suono degli scroscianti applausi del pubblico estasiato alla quale hai regalato un sogno, il tuo. E lì, respirare a pieni polmoni l’aria che soltanto in quel luogo potrai trovare.

Ed è solo tornando all’origine di quella felicità, negli insegnamenti e nella condivisione con altri compagni con la tua stessa bramosia, sotto l’ala sicura di un regista esperto che respira quel teatro che tu conosci e sogni, che si può togliere la ruggine che grava sul nostro corpo.

Il percorso da seguire

E quindi, ho deciso di iscrivermi ad un corso di teatro. Di nuovo.

A 34 anni la strada dell’accademia teatrale è preclusa da un bel pezzo, non soltanto per il limite d’età raggiunto ma proprio per quel bagaglio d’esperienza accumulato negli anni che cozzerebbe troppo con un insegnamento più rigido e votato più alla formazione che alla riscoperta.

Il corso di teatro, il percorso di apprendimento che scelsi tanti anni fa e che mi ha portato dove sono ora, è la scelta giusta per poter ritrovare quello che ho perso lungo la strada, migliorare ciò che già possiedo e soprattutto imparare qualcosa di nuovo che posso trasmettere agli altri con quella passione che brucia ancora impetuosa dentro di me.

Pormi un nuovo limite da superare e guardare in alto, senza staccare i piedi da terra.

Ogni attore/attrice che si rispetti dovrebbe sempre mettersi in discussione circa la sua tecnica recitativa, cercare di carpire nuovi modi e nuove strade da percorrere, avere il coraggio di ritornare all’inizio quando si comprende di aver perso qualcosa, coltivando il desiderio di ritrovarlo in una nuova, sfavillante luce. Io ho intenzione di farlo e non vedo l’ora di iniziare, di tornare in scena senza alcun pensiero o preoccupazione se non quella di stupire il pubblico e me stesso.

Perché in fondo…non si smette mai d’imparare!

Attore Novizio al vostro servizio!

Valerio Angelucci
Valerio Angelucci
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