Tra il 1991 e il 1992, il mangaka Yukimobu Hoshino pubblica la sua opera sci-fi Blue Hole.
Personalmente, da paleontologo, sono felice di potervi parlare di questa opera. Non è tra i manga “d’autore” più conosciuti, è difficile reperirlo, e al momento ho i due volumi in francese (per dirvi…). Ma la trama linearmente complessa, i personaggi ben strutturati e l’enorme quantità di riferimenti paleontologici e paleoartistici fanno di Blue Hole una perla rara.
A discapito di quello che la gente potrebbe credere, non ci sono numerosi fumetti (né occidentali, né orientali) sui dinosauri, anzi, si contano proprio sulle dita di una mano. E quei pochi (mi viene in mente Negaloyd di Vincent Perriot, per esempio), per quanto possano avere personaggi e trama ben articolati e interessanti, peccano enormemente sull’aspetto di ricostruzione artistico-scientifica degli animali.
Ispirazioni e visioni artistiche
Blue Hole ha la “scusante” di esser stato fatto agli inizi degli anni ’90, rifacendosi così alle conoscenze paleontologiche dell’epoca. E per le informazioni che erano a disposizione del pubblico nell’era pre-Jurassic Park, l’autore Hoshino ha dimostrato di aver fatto le sue ricerche.
Va anche detto che Hoshino è fortemente legato ad una visione “vintage” della preistoria, ispirato sin dalla tenera età dalle ricostruzioni storiche, sopratutto di scuola americana.
A detta dell’autore stesso, il suo autore occidentale di riferimento era Rudolph Zallinger, famoso per aver creato il rinomato murales “L’Era dei Rettili” (“Age of Reptiles”) esposto allo Yale Peabody Museum, in America, nel 1947.
Blue Hole: la trama
Blue Hole ruota intorno al personaggio di Gaïa, una ragazza nativa del Madagascar che, assieme al nonno, vive di pesca marina. L’economia locale è basata sulla caccia ai celacanti (Latimeria calumnae), grossi pesci che, a causa della loro estrema somiglianza superficiale con i loro antenati preistorici, vengono definiti “fossili viventi” (un’appellativo infelice, che dovrebbe essere abbandonato, ndr).
Un giorno, un enorme rettile marino attacca i due, uccidendo il nonno.
Dopo esser stata ripescata da una nave di ricerca oceanografica, Gaïa accetta di guidare il Capitano Foss, a bordo del suo sottomarino, verso il cosiddetto Blue Hole, un enorme fenditura nel fondo oceanico da cui provengono i celacanti. Il team scopre che altre creature marine si stanno facendo strada negli oceani, dimostrando come il Blue Hole sia una faglia temporale che conduce al Mesozoico.
Una seconda spedizione, agli ordini del Dottor Hawk, viene condotta a bordo della Chronos per studiare questa straordinaria scoperta. Purtroppo, la nave viene risucchiata nel Blue Hole e distrutta, e i sopravvissuti si ritrovano 65 milioni di anni nel passato.
I protagonisti, via via decimati dai pericoli naturali ivi presenti, scoprono che Hawk ha un piano tanto bizzarro quanto folle: eliminare il problema dell’inquinamento del mondo moderno costruendo un enorme cilindro tra i due mondi, scaricando i nostri rifiuti nella Preistoria.
Minacce nel presente, nel futuro e nel passato
A detta di Hawk, le conseguenze del suo piano non hanno importanza, anche per il fatto che un asteroide impatterà nel Golfo del Messico da lì a poco e distruggerà il mondo.
Non solo, quindi, la minaccia di voraci Tirannosauri, pericolosi Tylosauri o Triceratopi imbizzarriti, ma anche inimicizie interne e l’oscura ombra di un oggetto cosmico in direzione verso il Pianeta.
Ad aggiungersi alla complicata realtà è la scoperta di un ulteriore Blue Hole, che porta ancora più indietro nel tempo, collegando i dinosauri di fine Cretaceo ai pesci del Devoniano. Un salto, da 65 a 380 milioni di anni, che è anche più esteso di quello che separa noi dai primi dinosauri del Triassico!
Le creature di Blue Hole
La fauna che Hoshino ha deciso di inserire all’interno dell’opera è estremamente variegata, e non si sofferma sulle solite quattro specie in croce presenti in opere simili.
Certo, vi è sempre la presenza costante – e noiosa – del Tyrannosaurus, ma ormai è chiaro come questa specie sia un prerequisito commerciale imprescindibile di qualsiasi prodotto a tema dinosauri.
È interessante, però, notare come l’opera inizi rifacendosi alle ricostruzioni novecentesche, con il combattimento tra un Tylosaurus (un mosasauro) e un Elasmosaurus (un plesiosauro) simili a quelli di Zdeněk Burian. I riferimenti storici si vedono anche nell’anatomia, con il Tylosaurus avente una serie di spine sulla schiena e l’Elasmosaurus con un collo estremamente mobile (entrambe le caratteristiche sono, oggigiorno, confutate).
I carnivori
I dinosauri presenti nell’opera sono quelli tipici del Cretaceo Superiore, sebbene molti siano anacronistici. Come dinosauri carnivori abbiamo Tyrannosaurus, Stenonychosaurus, e persino dei dromaeosauridi piumati. La presenza di piume in dinosauri non aviani in un’opera commerciale nel 1991 è forse la cosa che più mi ha sorpreso. I paleontologi sapevano già da quasi un decennio che molti dinosauri potessero essere piumati, ma l’informazione doveva ancora essere recepita dal grande pubblico e dal mercato.
Gli erbivori
Gli erbivori costituiscono la maggior parte della fauna rappresentata,. Abbiamo Maiasaura, Parasaurolophus, Corythosaurus, Pachycephalosaurus, Triceratops, Styracosaurus, Einiosaurus, Alamosaurus e Ankylosaurus. Tra questi, Maiasaura e Alamosaurus ricoprono anche degli aspetti di trama che non vi rivelerò, ma saranno animali molto importanti nel prosieguo della storia.
Qui fuoriesce la genialità dell’autore.
A livello di cultura popolare si tende a pensare al Cretaceo Superiore come ad un immenso calderone dove tutti i dinosauri più famosi fanno a botte tra di loro. Ma, per dire, Maiasaura e Parasaurolophus non hanno mai incontrato il Tyrannosaurus. Triceratops non si è mai scontrato con suo cugino, lo Styracosaurus.
Molti di questi sono separati da più di 2 o 3 – persino 5 – milioni di anni, ma nell’immaginario collettivo, incentivato da film e documentari, queste specie interagivano costantemente tra di loro.
La presenza dei Blue Hole, che collegano varie ere tra di loro, risolve la questione. Ora ci sono specie del Maastrichtiano, del Campaniano, dell’Aptiano, persino dell’Ordoviciano, che convivono!
Gli inaspettati
Il team di protagonisti apprende l’esistenza di altri Blue Hole quando si trovano ad osservare, se non fronteggiare, animali molto più antichi di 65 milioni di anni fa. Dalle acque compare un enorme Kronosaurus, un pliosauro del Cretaceo Inferiore, ovvero quasi 60 milioni di anni prima. E, successivamente, abbiamo un enorme, quasi lovecraftiano, Orthoceras gigante che con i suoi tentacoli cattura il sottomarino dei protagonisti, e l’arrivo finale di Dunkleosteus.
Blue Hole: arte e narrazione
L’approccio narrativo di Hoshino si basa sullo sviluppo dei suoi personaggi e dei colpi di scena, magistralmente curati insieme alle scene d’impatto. Il ritmo narrativo è vigoroso e incalzante, e i momenti di pausa e riflessione hanno una implicita sensazione di ansia, come se al prossimo giro di pagina ci si aspetta di vedere uno dei protagonisti divorato tra le fauci di un predatore.
Il testo è subordinato alle immagini. I tratti neri e duri rafforzano la dinamicità e la pesantezza di molte scene. Molte volte si prova una sensazione di claustrofobia, vuoi che sia tra le roboanti onde dell’oceano o tra la fitta vegetazione di una foresta. Le onomatopee prendono il posto delle urla, relegando alla nostra immaginazione l’arduo compito di ricostruire la scena.
Di quando in quando, l’autore propone dei calmi scorci naturalistici a doppia pagina per far rifiatare sia il lettore, che i protagonisti.
Considerazioni finali
Pur essendo lineare, Blue Hole è un’opera complessa.
Sebbene si rifaccia a opere come Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne, le storie brevi di Ray Bradbury o altri romanzi d’avventura del XIX secolo, Blue Hole non è la classica storia sci-fi di viaggi temporali.
Discute di aspetti filosofici come la comparsa della vita sulla Terra, minandone la sacralità religiosa. Pone un’enorme attenzione sull’aspetto ambientale, di impronta umana sul pianeta, un tema che oggi, nel 2024, si fa estremamente importante. Espone l’egoismo e la malvagità delle persone, caratteristiche intrinseche ed ineluttabili della nostra specie.
Se ne avete la possibilità, recuperatela.
Purtroppo non vi è un’edizione italiana, ma se qualche editore stesse leggendo, sono pronto a darvi una mano!
di Filippo Bertozzo