Lutti invisibili: 5 dolori di cui non si parla davvero

Quando parliamo di lutto, la prima cosa che viene in mente è quando viene a mancare una persona cara. La straziante sofferenza di non poter più interagire con chi amiamo.
Ci sono forme di cordoglio non propriamente riconosciuto come tale che sentiamo come se ci fosse stata strappata una parte di noi… E a volte è proprio così. Li chiamano lutti invisibili.
Ho letto qualcosa a riguardo qualche tempo fa, mi ha fatta molto riflettere perché abbiamo spesso la cattiva abitudine di giudicare troppo in fretta i sentimenti delle altre persone, di giudicare le altre persone in generale, senza effettivamente pensare con attenzione ai mondi che ruotano nelle vite dell’estraneo che incontriamo per caso lungo la via.

Di seguito un elenco di cinque lutti invisibili che puoi aver vissuto senza avergli mai dato un nome, gradi diversi vissuti in maniere differenti. Sono sono alcuni, dei molti che esistono e di cui non si parla davvero.

Perdita di un’aspirazione

“Da grande voglio fare l’astronauta… l’insegnante… la spia…”, dice la piccola versione di noi con gli occhi grandi e pieni di sogni.

Magari l’idea si modifica e cambia negli anni, ma in generale fino ad un certo punto abbiamo l’abbiamo avuta, quell’idea. Quella scintillante che ci dava una motivazione, una spinta e la voglia di impegnarci. Poi, ad un certo punto, senza una vera e propria ragione, quell’idea svanisce lasciando solo fumo e polvere.

Quello che rimane è solo un’immensa sensazione di vuoto, ti guardi intorno cercando di capire cosa fare ma sembra quasi che un’impresa di pulizie estremamente solerte abbia cancellato ogni indicazioni, senza lasciare neanche un vecchio cartello che cade a pezzi.

Come lo spieghi alla gente quel senso di perdita?
Non lo spieghi. Sai già che ti verrà detto “Eh ma pensaci bene, troverai qualcos’altro!”.
Certo, ovvio, si spera che non ti lascerai morire sul ciglio della strada.
Ma qualcosa che aveva fatto parte del tuo essere per decenni, aveva determinato le tue scelte, le tue giornate, una incalcolabile quantità di energia, ora non esiste più.
È disarmante. Sconcertante.
E fa male, molto.

Infertilità

Non tutti vogliono avere figli per forza. Alcuni li accettano volentieri senza cercarli con intenzione. Altri li desiderano ardentemente. Prospettive.
Pensate però alla situazione in cui vi hanno cresciuto facendovi credere che la riproduzione fosse la cosa più semplice e naturale del mondo.
“Siamo qui per quello”, direbbero alcuni.
“Mi raccomando, continuiamo a non insegnare bene educazione sessuale”, direi io.
E poi salta fuori che in realtà non è la cosa più semplice e naturale del mondo, anzi. In alcuni casi è praticamente impossibile.
Quando ci si trova davanti alla questione e la parola “infertilità” viene pronunciata, la prima cosa è sentirsi sbagliati, sminuiti… Mancanti.
La spirale in cui si sprofonda è uno stillicidio e la società si impegna particolarmente a renderlo sempre più doloroso.
Ci si sente persone a metà, create scavando via una parte che doveva essere fondamentale.
Non si avrà mai la possibilità di conoscere il proprio figlio.
Un lutto anche quello, a suo modo, nella non nascita.

Scomparsa della magia

La domanda classica è “Quanti anni avevi quando hai scoperto che Babbo Natale non esiste?”, sintomatica del concetto, non si deve per forza amare il periodo natalizio per averlo provato.
I momento in cui la fantasia si è consumata fino all’ultima goccia, non c’è più niente che scintilla, non ci sono storie nascoste dietro l’angolo o in quel baule dimenticato in soffitta.

Si è davanti all’arida e cruda realtà. Punto.

E con la magia, di solito, svanisce anche la speranza. Si smette di avere idea che ci possa essere qualcosa di meglio, che le persone possano essere migliori.
Che il mondo si possa salvare… anzi, che nel mondo ci sia ancora qualcosa che vale la pena salvare.
Quindi si comincia a vivere in una routine in cui ogni cosa è deprimente, oppure nell’apatia completa, comodi tra le sfumature di grigio.

La parte peggiore? Ricordare com’era.
Prima, quando la magia ancora c’era.

La fine di una relazione

Un’amicizia, un amore, un rapporto con un parente.
Non conta quale fosse il legame con una determinata persona, importa la forza di quella connessione e il peso che aveva nella nostra vita.
Scoprire che non c’è più nulla che vi avvicina, che non avete voglia di trascorrere del tempo insieme… che non avete più niente da dirvi.
Che avvenga dopo un litigio particolarmente intenso, o che sia un processo lento in cui i legami si sfilacciano un po’ alla volta, perdere emotivamente una persona importante è un lutto che proviamo anche in più occasioni nella vita e non smette mai di fare male.
Eppure capita che spesso si tenda a fare finta di nulla, senza darci il tempo di processarlo a dovere.
Allora rimane lì, una piccola ferita mai guarita, che torna a fare male quando viene la pioggia o tira il vento.

E, infine, l’unico tra i lutti invisibili che coinvolge anche una scomparsa fisica, ma che comunque spesso viene sminuito:

Perdita di un animale domestico

Non è un figlio, non è un genitore, non è un amico essere umano.
Ma se avete avuto almeno un animale durante la vostra vita lo sapete, è tutte queste cose insieme. È un pezzo della nostra anima, un’ancora che ci ha salvato in più di un’occasione.
Un animale domestico è una piega nello spazio tempo in cui troviamo la pace, una medicina che ci viene somministrata giornalmente senza neanche che ce ne si renda conto.
“Tanto ne puoi prendere un altro, ci sono così tanti randagi”, credo sia una frase involontariamente crudele pronunciata troppo spesso, figlia dell’ignoranza e della poca empatia.
Sì, se ne può prendere un altro, ma no, non sarà la stessa cosa.
Non sono dei soprammobili da sostituire in caso di rottura o giocattoli da buttare una volta diventati vecchi.
Sono famiglia.
La loro perdita ci uccide un po’.
E non lo si dimentica mai.

Sono lutti invisibili, questi, che non fanno tutti male nello stesso modo, ma ciò non toglie che facciano tutti male.
E cambiano il nostro essere in qualche modo; una volta provati, inevitabilmente si sarà una persona differente, nel bene o nel male.
Ce li si porta dietro fino alla fine.

Stay Kind
Love, Monigiri

Monica Fumagalli
Monica Fumagalli
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