Estate italiana, tra cibo e tormentoni per tutti i gusti

C’è un’immagine ben precisa che descrive l’estate italiana, o perlomeno quella sarda. Da queste parti l’abbiamo vista tutti almeno una volta nella vita. E se non l’abbiamo vista, allora significa che c’eravamo dentro. Quell’oasi mitologica composta da un agglomerato di ombrelloni – almeno cinque o sei – e una fila lunghissima di tavolini pieghevoli in plastica.

La colonizzazione della spiaggia inizia al mattino presto, dopo essersi ovviamente alzati alle cinque per preparare (come minimo sindacale) i malloreddus, friggere le cotolette e tagliare a cubetti il melone (che le chiamano ferie, ma poi ti servono le ferie per riprenderti dalle ferie). Dopo aver svuotato quelle tre o quattro borse frigo per nucleo familiare, si innesca il più classico dei “botta e risposta” tra bambini e genitori: la lotta imperitura tra “Posso fare il bagno?” e lo spauracchio della temutissima fantomatica “congestione”.

E come lo trattieni sotto l’ombrellone per le proverbiali “tre ore” un gregge di bimbi in picco glicemico dopo il pasto di dodici portate (più il gelatino al bar da Tore)? Ai miei tempi c’era una grande, unica, àncora di salvezza: il mitico radione a batteria marchiato Coca-Cola, che dalla spiaggia prendeva pure le stazioni francesi dalla Corsica, e (anche lui) si mangiava di tutto: le musicassette, persino i CD riscrivibili, non c’era formato che non riuscisse a leggere. L’equivalente anni ‘90 delle moleste casse bluetooth odierne, solo senza la trap. In compenso, avevamo i balli di gruppo e numerose, discutibili, hit estive.

A ben pensarci, quest’immagine appena descritta mette insieme due grandi protagonisti dell’estate italiana: i tormentoni e il cibo, onnipresente nei nostri pensieri non solo in estate, in effetti. Ma cosa succede se queste due ossessioni nostrane si fondono? Ecco tre canzoni italiane in cui i piaceri del palato trasformano i suoni estivi in un’esplosione di gusti e sapori.

1. Gusto salato: Sapore di Sale, Gino Paoli (1963)

Antesignano dei tormentoni estivi ma con un pizzico di raffinatezza cantautorale, Sapore di Sale unisce la penna di Gino Paoli agli arrangiamenti geniali di Ennio Morricone. Paoli decise di trasformare in musica la sensazione salata di un bacio tra due amanti dopo un tuffo nel mare.

La canzone è tutta un’impressione d’autore intorno al senso di torpore e di tempo sospeso tipico dei giorni di vacanza, lontani dal mondo reale. Il brano ebbe un successo tale da essere stato reinterpretato da numerosi cantanti, anche di altre nazionalità: Sapore di Sale è stata infatti tradotta in inglese, spagnolo, portoghese e persino in croato!

2. Gusti dolce e aspro: Banane e Lampone, Gianni Morandi (1992)

Banane e Lampone esce nell’estate del 1992 come singolo di punta del disco Morandi Morandi ed è una delle canzoni più note del cantante bolognese. Ma nel testo di questa dolcissima macedonia in salsa “latineggiante” prevale un certo gusto aspro che con il filtro della sensibilità odierna risulta essere un po’ rancido.

La canzone parla infatti di un uomo da solo in casa in preda a una crisi di gelosia perché la sua compagna è uscita da sola con le amiche in una sera d’estate. Frasi come “sì vabbè l’autonomia, ma ricorda che sei mia” non sono proprio invecchiate benissimo, ma al Gianni nazionale glielo possiamo anche provare a perdonare.

Meno indulgente sarei invece con Natalia Estrada, che al Festivalbar 1997 ne ha presentato una cover in spagnolo intitolata Bananas y Frambuesa, per la cui sentenza non è necessario aspettare i posteri.

In tempi più recenti, nel 2024, Banane e Lampone è stata reinterpretata da Gianni Morandi in duetto con Annalisa, prima live nel tour della cantante Tutti nel Vortice e poi nel disco L’Attrazione dello stesso Morandi.

3. Gusto amaro: 7000 caffè, Alex Britti (2003)

Sulla scia del secondo posto ottenuto a Sanremo 2003, il successo di 7000 caffè di Alex Britti proseguì inarrestabile durante l’estate, prendendo parte anche al Festivalbar di quello stesso anno.

Il cantante e chitarrista romano è un veterano di tormentoni estivi. Nel suo repertorio della prima ora si contano numerose hit che hanno popolato le spiagge italiane, intrattenendo migliaia di bambini in attesa di portare a termine i propri processi digestivi prima di ottenere il via libera per un tuffo rinfrescante. Alcuni esempi popolarissimi, oltre a 7000 caffè, sono Solo una volta (o tutta la vita), Mi piaci e La Vasca.

Una curiosità su questo pezzo dedicato a un’evidente dipendenza dalla bevanda amara per eccellenza però ve la segnalo. A Sanremo 1961 si classificò nono un brano interpretato da Sergio Bruni e Rocco Granata (noto per il successo Marina del 1959) – ai tempi vinceva la canzone, non il cantante, e infatti la stessa composizione veniva presentata in due versioni interpretate da due artisti diversi (n.d.r.). La canzone in questione si intitolava Carolina dai e il testo iniziava con la seguente frase: “Settemila caffè, li ho bevuti per te…”. Suona familiare, vero?

di Marta Minako Pedoni

Marta Pedoni
Marta Pedoni

Marta Pedoni è una cantante, attrice e performer. Ha inoltre studiato doppiaggio cantato a Roma presso la Scuola Ermavilo fondata da Ernesto Brancucci.
In arte Minako, sceglie questo nome in onore di Sailor Venus. Classe 1990, la sua vita (nonchè la sua personalità) si divide tra arte e scienza, in equilibrio tra razionalità e sensibilità. Tutto ciò si traduce, per farla breve, in una Principessa Disney laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico.

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