Ti ricordi Sasha Grey?

Nel mulino che vorrei, [inserire qui qualsiasi altra cosa] e Sasha Grey.

Se hai frequentato quel bizzarro posto chiamato web tra il 2010 e il 2015, sicuramente ti sarai imbattuto in almeno una variante di questa pubblicità del Mulino Bianco che comprendeva il nome della pornostar. 

Sasha Grey è diventata la prima pornostar mainstream grazie ai social, che l’hanno fatta conoscere al grande pubblico a colpi di meme. Anche nel porno, però, ha lasciato un segno indelebile.

La carriera di Sasha Grey

Nata nel 1988, Sasha esordisce nel porno appena compiuti 18 anni. La sua prima scena è quella di un’orgia per il film The Fashionistas 2, e  si muove tra grandi produzioni come questa e scene per il gonzo, dove farà la differenza. Il gonzo è un genere porno in cui il regista/operatore di macchina prende parte all’azione in corso. Nelle scene gonzo la trama è secondaria o addirittura assente e il focus è tutto sull’azione. Una volta iniziata la sua carriera, Sasha Grey gira oltre 200 scene in soli tre anni, portandosi a casa 13 AVN Awards (è stata la pornostar più giovane a vincere il premio come Performer dell’anno nel 2008). Ha sempre lavorato come freelance, rifiutando i contratti milionari degli studios, per mantenere il controllo sulla sua carriera e la libertà di scegliere i progetti a cui partecipare.

Sasha Grey nel mainstream

Sin da subito si fa conoscere anche dal grande pubblico: partecipa a campagne pubblicitarie della PeTA, programmi televisivi come il Tyra Banks Show, film e videoclip musicali. Nel 2011 pubblica Neu Sex, un libro fotografico il cui scopo è dismettere quella che è l’aura glamour che circonda il porno nei media mainstream, mostrandone una versione più “sporca” e concreta. Materassi macchiati, bagni pubblici e assorbenti fanno da sfondo a questo libro, che illustra benissimo quella che è la filosofia porno di Sasha Grey.

I film più iconici

Il gonzo è stato il terreno fertile per raccontare la visione di Sasha del porno. Si è esibita in scene estreme che includevano vomito, annegamento, elettrocuzione e altri fluidi corporei, spingendosi al limite sia sul piano fisico che psicologico. Lo fa mettendosi in gioco in uno dei generi più criticati e problematici dell’industria. Il gonzo viene spesso additato come estremo, machista e degradante. 

Razordolls

Nel 2006, Sasha Grey è la protagonista di Razordolls, film gonzo che sembra la ripresa di alcune telecamere di sicurezza all’interno di un magazzino. I suoi coprotagonisti sono James Deen e Alec Knight si esibiscono in una serie di scene di sesso anche estreme (ad un certo punto James Deen la fa svenire mentre la tiene per il collo), ma il film presenta anche tutta una serie di sperimentazioni dal punto di vista tecnico: slow motion, colori invertiti, musica industrial che copre le voci. Visto così, Razordolls è una fiera della degradazione femminile a favore dell’occhio maschile. 

Squirt Gangbang

Però Sasha Grey ha anche recitato in Squirt Gangbang. Come suggerisce il titolo piuttosto esplicativo, si tratta di una Gangbang in cui un gruppo di donne viene ripetutamente in faccia alla pornostar. Sasha partecipa attivamente all’azione, e sembra più che contenta di essere ricoperta dei fluidi delle altre performer. Quando si tratta di pratiche degradanti, per Sasha non c’è differenza tra uomini e donne, lei è più che felice di partecipare.

Sperimentazione non eteronormativa

Il fatto che Sasha Grey non stia girando i suoi film per un occhio prettamente maschile è abbastanza chiaro a chi conosce la sua carriera. Ha caricato online video “how to” su come farsi clisteri o mettersi un piede intero in bocca; ha girato video di fisting e strap on con performer/attiviste come Madison Young e Nina Hartley. In Anal Acrobats 3 la troviamo vestita da coniglietta insieme ad un’altra pornostar, e le due si dedicano a delle scene anali tra donne decisamente poco comuni nel porno mainstream.

La filosofia di Sasha Grey

“Ti piace il cazzo, vero?”

“E a te piace scopare la figa, vero?”

Questo scambio di battute da Couch Candy descrive perfettamente la filosofia di Sasha Grey nel porno. Laddove il performer maschile spesso e volentieri umilia la pornostar, mettendo al centro dell’umiliazione la sua libertà sessuale, Sasha Grey ribalta il paradigma. È lei a umiliare l’altra persona, riprendendosi il potere e riappropriandosi della sua sessualità. A volte insulta il suo coprotagonista, accusandolo di non saper scopare. Spesso si rivolge direttamente allo spettatore, chiedendogli se gli piaccia quello che sta guardando. Toglie potere allo sguardo maschile, anche se è quella guardata è lei a comandare. Come Belladonna aveva fatto prima di lei, si riappropria della libertà di apprezzare il degrading porn.

L’eredità

Sono passati anni dal ritiro di Sasha Grey dalle scene, ma il suo nome è rimasto nella leggenda. Si è occupata apertamente di alcuni problemi del mondo del porno, come i contratti a zero ore, la scarsa sindacalizzazione del settore e i rischi sanitari. 

La sua esperienza ha permesso ad altre donne nel porno di capire il loro valore, di scegliere cosa fare e cosa essere. Ha anche però dettato un nuovo standard nel degrading porn, e da Sasha in poi in molti si sono aspettati che le altre pornostar seguissero il suo esempio, raggiungendo i suoi livelli. Una completa stortura della filosofia di Sasha Grey, che aveva messo al centro della sua carriera proprio la libera scelta di dedicarsi a pratiche estreme per il piacere personale e non per imposizioni esterne.

Ha tolto potere allo sguardo maschile. È lei quella nuda e umiliata al centro della scena, eppure è lei ad avere tutto il potere, e lo ha perché si lascia guardare. È libera di andarsene in un qualsiasi momento, ma sceglie di restare. Ribalta il paradigma, toglie il tabù della sessualità femminile non convenzionale, diventa un meme. 

Sasha Grey ha cambiato il porno, ma anche internet.

di Antonella Liverano Moscoviti

Antonella Liverano Moscoviti
Antonella Liverano Moscoviti
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