Immaginate di vivere mille anni, accumulare vite, esperienze, ricordi e poi di dimenticare tutto all’improvviso. Impossibile, vero?
Eppure questo è il fardello che grava sulle spalle di Kaim Argonar e che, nonostante il suo peso, non l’ostacola dall’intraprendere una splendida avventura. Ma chi è Kaim? Cos’è Lost Odyssey? Seguitemi in queste poche righe per scoprire questo e altro su uno dei giochi di ruolo più riusciti, ma anche meno conosciuti e valorizzati degli ultimi 25 anni.
Un genere problematico
I JRPG nascono tra fine anni ’80 e inizio anni ’90 come idea geniale per aggirare limitazioni tecniche. Di certo i più avvezzi al medium video ludico conosceranno il genere, magari anche senza averlo giocato e, altrettanto sicuramente conosceranno quantomeno per fama la saga di Final Fantasy.
Tale serie che ha definito e ridefinito il genere negli anni fu ideata da Hironobu Sakaguchi, allora dipendente SquareSoft divenuta poi Square Enix.
Grazie anche al suo lavoro oggi possiamo definire come JRPG un videogioco di ruolo, con combattimento a turni, un focus particolare su trama, world building e colonne sonore epiche quanto le storie e i personaggi narrati.
Di quelle che ti emozionano e che ricorderai per sempre, insomma.
Eppure il “Papà dei JRPG” lascia Square Enix nel 2004. Molti sapranno dei travagliati e spesso mal riusciti i titoli della saga dopo l’abbandono del suo creatore. Pochi però sanno che quella mente brillante e appassionata ha continuato nel suo incessante lavoro artistico. Sakaguchi infatti fonda nello stesso 2004 MistWalker: una casa di produzione dove proseguire la sua filosofia creativa.
Nel 2007 esce Lost Odyssey: per molti che lo hanno giocato “l’ultimo vero Final Fantasy” non finanziato e prodotto da quella stessa Square Enix in cui la visione a guida del progetto è ormai soltanto un lontano ricordo.
La vera fantasia finale
E facile individuare le motivazioni che spingono a classificare Lost Odyssey come un vero e proprio Final Fantasy.
In primo luogo la direzione di Sakaguchi il quale ha iniettato nel progetto una pluridecennale conoscenza del genere, una scrittura matura e profonda, emozionale.
In aggiunta l’impareggiabile presenza di Nobuo Uematsu: lo storico compositore delle colonne sonore di quasi tutti i Final Fantasy. Amico di Sakaguchi negli anni d’oro, Uematsu ha sfoggiato in Lost Odyessey una maturità compositiva senza eguali, regalandoci note memorabili capaci di veicolare gioia, adrenalina e tristezza nonché di emozionare e, perché no, anche piangere.
Altro elemento cruciale è il world building dell’opera. Il titolo ci propone un mondo fantasy, con sfumature steampunk e fortemente industrializzato dove la magia è solo una e secondaria fonte di potere ed energia. Analogia quest’ultima che ricorda fortemente mondi come quello di Final Fantasy VII.
I personaggi giocabili e non, la loro caratterizzazione, il sistema di combattimento strategico ma allo stesso tempo interattivo e dinamico sono invece l’ennesima evoluzione dei jrpg proposta da Sakaguchi il quale ha introdotto novità o evoluto forme già consolidate in Final Fantasy e Dragon Quest. Innovazione ed evoluzioni che come sempre sono poi state fonti di ispirazioni per i titoli futuri, primi tra tutti il recentissimo Clair Obscur: Expedition 33.
Altrettanto facile e però individuare le motivazioni che hanno impedito a Lost Odyssey di essere quello che invece è stato il sopraccitato Expedition: l’esclusività del gioco su Xbox 360 per molti anni (superato solo con l’arrivo della retro compatibilità delle nuove console Microsoft) e l’uscita in una finestra temporale sfortunata che ha eclissato l’uscita del titolo rispetto ad altri videogiochi con più forza e fama nel loro nome.
Un Ulisse smemorato
Il numero di questo mese parla di ricordi e Kaim ne ha persi moltissimi. Ha vissuto millennio e ha di fronte a sé un’eternità per ricrearne di nuovi eppure parte in un lungo viaggio per recuperare quelli passati.
È un Ulisse moderno ma senza memoria, senza un’ Itaca alla quale tornare che affronta un’odissea persa nell’oblio come i suoi stessi ricordi.
Shen