A Walt Disney interessavano i dinosauri?
Non è una domanda semplice, dato che per avere una risposta certa bisognerebbe chiederglielo di persona.
Walt Disney era soprattutto un businessman, che sapeva cogliere al balzo i gusti del pubblico, sfruttare appieno le esigenze di mercato e “impacchettare” prodotti che sapeva avrebbero catturato l’attenzione della massa, e quindi venduto.
Difatti, l’arrivo di prodotti sui dinosauri potrebbe esser stato un guizzo, una trovata economica frutto anche del crescente interesse per essi, che sarebbe successivamente esploso nel 1969 in poi quando John Ostrom, professore e paleontologo alla Yale University, descrisse Deynonichus anthirropus, cambiando per sempre l’immaginario intorno a queste creature.
Walt Disney, ovviamente, non sapeva dell’arrivo quasi imminente della “Dinosaur Renaissance”, ma, forte dell’interesse suscitato da Fantasia, si interessò al mondo della preistoria e degli antichi rettili del passato. Aveva sicuramente intuito che i dinosauri possedevano una carica immaginifica che colpiva le persone nel profondo, e, grazie al fatto di vivere e lavorare negli Stati Uniti, riuscì ad entrare in contatto con alcune importanti figure di questo ambito.
FANTASIA 1940
Oggi consideriamo Fantasia come un capolavoro dell’arte d’animazione cinematografica. Ma, quando uscì, non ebbe lo stesso successo, fortemente debilitato dalla Seconda Guerra Mondiale e quindi anche dalla limitata distribuzione mondiale del film all’uscita (l’Europa non venne considerata, per ovvi motivi!).
Ciò nonostante, “Rite of Spring” rimane un macigno inamovibile di perfezione paleoartistica.
Cosa intendo dire?
Beh, le rappresentazioni visive degli animali preistorici che si vedono susseguirsi attraverso gli eoni del Pianeta Terra sono pressoché perfette. Perfette per l’epoca, ovviamente. Con l’occhio moderno individuiamo una vastità incredibile di inesattezze scientifiche, come l’anatomia, la morfologia, la postura, il clima, etc etc, ma bisogna contestualizzarlo per l’anno di produzione e uscita, appunto, quasi a metà del ‘900.
Walt Disney si avvalse, a tal proposito, dell’aiuto di personalità scientifiche di eccezione. Roy Chapman Andrews (direttore dell’American Museum of Natural History di New York, la figura che ha dato vita a Indiana Jones per capirci), Barnum Brown (paleontologo scopritore di Tyrannosaurus rex), Julian Huxley (biologo evoluzionista, uno dei primi a suggerire che la selezione naturale fosse il motore principale dell’evoluzione) ed Edwin Hubble (astronomo, il cui nome è stato dato al Telescopio Hubble).
La collaborazione con Andrews aprì le porte del museo a Disney e al suo staff. Se notate, infatti, TUTTE le specie raffigurate in Rite of Spring sono le stesse esposte o conservate al museo della Grande Mela (personalmente, devo citare la scena dei Parasaurolophus che mangiano le foglie da un alto albero, scena che io e i miei colleghi abbiamo discusso su una nostra pubblicazione scientifica).
Questa collaborazione multidisciplinare fece in modo che il prodotto finale fosse perfetto da un punto di vista dell’accuratezza scientifica del tempo. Anzi, ci sono scene dove si osano alcuni comportamenti che verranno solo successivamente confermate da ritrovamenti e studi (come la cura parentale dei piccoli, o dinosauri agili corridori).
Notevole anche la presenza di animali non dinosauri (come la bellissima scena della pesca degli pteranodonti, di cui uno catturato brutalmente da un Tylosaurus), anche se, per motivi penso registici, è stato fatto un calderone di varie specie provenienti dai più disparati angoli della storia geologica del Pianeta.
Per dirvi, il combattimento finale tra Tyrannosaurus e Stegosaurus è sbagliato. Ma perché? Beh, se vi dicessi che passa più tempo ( = milioni di anni) tra lo Stegosauro e il Tirannosauro piuttosto che tra noi e il Tirannosauro? Ecco. Vi lascio questo mindblow finale.
WORLD’S FAIR 1964
In un documentario dedicato alla preparazione dei materiali e delle attrazioni targate Disney alla New York World’s Fair del 1964, indirizzate per quella che verrà chiamata “Ford Magic Skyway”, compare proprio Walt Disney che introduce il tutto con… dei dinosauri.
E la cosa fa sorridere, perché la World’s Fair è stata concepita come un’enorme esibizione delle tecnologie del futuro, del mondo che verrà, delle speranze poste dall’uomo verso la scienza e le costruzioni. Uno sguardo rivolto interamente al futuro. E Walt Disney si presenta con dei dinosauri, a quei tempi il sinonimo per eccellenza di vecchio, stempiato, dimenticato, obsoleto.
Walt si presenta vestito di tutto punto, tenendo in mano il classico frustino da circo, o per meglio dire, da esibizione di animali da competizione. Il classico bastoncino con la punta costituita da un’asola di tessuto elastico. E ci presenta tre piccoli “brontosauri”, animatronics che rappresentano dei cuccioli di “collo lungo”. A quell’epoca, “brontosauro” era più un soprannome dato dai non addetti ai lavori a questi animali, dato che quel nome era stato rimpiazzato scientificamente da Apatosaurus (nota, recentemente Brontosaurus ha riacquisito lo status di nome di genere e specie effettivo, quindi lo si può pure nominare!).
Questi tre dinosauri furono costruiti e assemblati seguendo principalmente i lavori fatti con Fantasia, dato che rispecchiano quasi fedelmente la massa e il colore che si vedono nel lungometraggio. E, insieme ad essi, altri modelli furono realizzati: Brontosauro adulto, Triceratopo, Stegosauro, Tirannosauro e Gallimimo. I non dinosauri prodotti furono Pteranodonte, Dimetrodonte e Meganeura.
Mi diverte sempre sottolineare come i tre piccoli sauropodi sono stati chiamati Huey, Dewey e Louie.
Si, quei tre brontosauri si chiamano Qui, Quo e Qua.
Successivamente, questi modelli furono spediti a Disneyland California e a Tokyo Disneyland come parte dell’attrazione chiamata Primeval World.
Disney Dinosaurs (2000)
Walt Disney morì nel 1966, quindi forse è inutile parlare di Disney Dinosauri del 2000. Sarebbe piaciuto a Disney? Probabilmente no, dato che fu fatto totalmente in computer grafica, e la storia non pare riportare i “canoni” richiesti dalla narrativa Disney.
Forse è anche per questo che il film dell’Iguanodon Aladar non ebbe successo negli anni a venire…
… cosa a cui mi oppongo totalmente! Disney Dinosauri è un ottimo film da un punto di vista tecnico, dalle animazioni alle fotografie, dalle ricostruzioni paleontologiche alla musica, e vedere come sia snobbato dalla maggior parte della fanbase disneyana mi urta non poco.
Nel film ci sono dinosauri -quasi- mai visti in precedenza sul grande (e piccolo) schermo, tra cui Carnotaurus (i villain del film), Pachyrhinosaurus (il cugino del Triceratopo che viene abbattuto all’inizio del film) così come gli stessi iguanodonti, qui persino protagonisti. Opinabile la scelta di mettere lemuri (che a quell’epoca non esistevano), il film avrebbe retto da solo ma evidentemente era richiesta una “quota di pelo” per far leva sul pubblico.
Certo, la trama è semplice e sa di già visto. E’ la classica storia del viaggio, con protagonista un personaggio fatto e finito. Ma abbiamo molti film così che sono apprezzati, e non ci sono critiche mosse su questo punto di vista.
Quindi, perché questo film non funzionò?
Io credo che la risposta sia proprio nel tema: i dinosauri. Sebbene l’audience dica di apprezzarli, di essersene innamorata in giovane età, mi sembra che vi sia un enorme problema tra pubblico e tema “dinosauri”. E Disney Dinosauri ha sofferto di ciò.
Ma sia una discussione sul film in sé, che il tema “dinosauri nel mondo nerd”, sono valevoli di articoli separati, quindi per ora vi lascio con questo cliffhanger.
Per ora, vi auguro un ottimo e felice periodo di feste di fine anno!