Vi voglio raccontare una storia.
Lo faccio spesso, è vero. Ma questa volta, niente preamboli, niente nomi e nessuna spiegazione. Ve la racconto e basta. Perché per parlare di certi temi importanti, come quello che stiamo trattando questo mese, a volte bisogna partire di getto, narrare qualcosa che attiri l’attenzione non solo della mente ma anche del cuore, perché è lì che dobbiamo puntare, per citare indirettamente Clint Eastwood o il Green Goblin: Si deve puntare al cuore.
Okay, magari qualcosa ve la posso dire prima d’iniziare: questa storia parla di un’ossessione.
L’AFFASCINANTE CACCIATORE
Molto tempo fa, in un mondo che solo la fantasia può creare da ciò che è realmente esistito, viveva un giovane cacciatore, bello oltre ogni possibile immaginazione. Un ragazzo talmente splendido e affascinante che nessuno, donna o uomo, giovane o vecchio, poteva evitare di innamorarsi non appena lo sguardo si posava sul suo volto.
Persino gli dei creatori di quel mondo non furono immuni al fascino del ragazzo, che però rifiutava costantemente ogni singolo pretendente che giungeva da lui a mostrare il suo sconfinato amore. Il giovane era così crudele e insensibile all’amore altrui che arrivò addirittura a regalare una spada al più tenace dei suoi spasimanti per permettergli di suicidarsi con essa e lasciarlo in pace. Cosa che, ahimè, il giovane innamorato fece, maledicendo il cacciatore mentre moriva trafitto dal malefico dono.
Una maledizione che raggiunse le orecchie di una dea potente, molto potente, che decise che la spavalderia e la crudeltà del bellissimo cacciatore doveva essere punita severamente. E la punizione arrivò nella maniera più bizzarra e incredibile che potesse mai capitare: quando il cacciatore si sporse su uno specchio d’acqua purissima sul letto di un fiume per bere, vide per la prima volta il suo riflesso e s’innamorò perdutamente di ciò che trovò nell’acqua limpida. Un amore selvaggio e impossibile da domare, quello che il cacciatore provava… Per sé stesso.
L’amore divenne un’ossessione incontrollabile, che arrivò a togliere il sonno e la fame al giovane che non faceva altro che guardare il suo volto riflesso nell’acqua, bramandolo e desiderandolo con tutto sé stesso. Fino a quando al cacciatore giunse finalmente la consapevolezza di essersi innamorato di sé stesso, e quindi di non poter mai ottenere quell’amore tanto bramato. Ciò lo rese folle e desideroso di congiungersi a quell’immagine riflessa: il giovane si gettò nel fiume, affogandosi e lasciando che la sua ossessione lo portasse nella tomba prima del tempo.
UN MITO CONTEMPORANEO
Ovviamente conoscete tutti il protagonista di questo mito greco famoso in tutto il mondo, non c’è bisogno di aggiungere altro. Ma, per me, parlare del mito di Narciso nel numero di febbraio, nel quale il tema dell’ossessione ha deciso di prendere il posto di quello dell’amore che più e più volte abbiamo utilizzato, è importante per spiegarvi un concetto che è nato nella mia testa proprio mentre mi stavo per accingere a scrivere questo articolo: ovvero che viviamo in un epoca in cui Narciso vive in molti di noi, e con lui la sua ossessione.
Il suo mito è più contemporaneo di quanto possiamo pensare, rivisitato e ricomposto grazie agli strumenti che possediamo in quest’epoca, vale a dire i Social Network. Strumenti di comunicazione e condivisione in cui ci ritroviamo tutti connessi l’un l’altro e dove possiamo guardare e guardarci senza alcun filtro. Non più un solo specchio d’acqua ma un gigantesco fiume in piena in cui tutti possiamo riflettere il nostro volto e vedere quello degli altri.
E vogliamo che in qualche modo il nostro riflesso sia il più bello di tutti, lo curiamo e lo modifichiamo in ogni occasione affinché gli altri si girino a guardarci e ci ammirino, arrivando a dire cose che non pensiamo o peggio, che non conosciamo; cimentandoci in doti artistiche che non sono nostre e che rubiamo ad altri attraverso le intelligenze artificiali per voler emergere dalla massa, per poter dire “Io sono il migliore!”, più a noi stessi che agli altri.
E, proprio come Narciso, quando otteniamo quell’attenzione che spasmodicamente cerchiamo di ottenere, interiormente la ripudiamo, utilizzandola solo per appagare la nostra ossessione di apparenza, continuando a legarci a quel riflesso che abbiamo imparato ad amare più d’ogni altra cosa.
SUL FONDO DEL FIUME
Mi rendo conto che forse ho un tantino esagerato in questa mia analisi. Non siamo davvero tutti così, anzi. Moltissime persone, una stragrande maggioranza, è conscia del suo essere e delle sue capacità ma le usa in modo costruttivo in quel gigantesco fiume chiamato Social Network e di certo, non sono così ossessionati dalla loro immagine come lo fu il semidio Narciso, che in qualsiasi versione del mito fa davvero una brutta fine.
Alle volte, alcuni rifiutano totalmente di mostrarsi e di guardarsi allo specchio per un erroneo pensiero di inferiorità e inutilità, cadendo però in un altro tipo di estremismo e ossessione che se si può evitare è anche meglio. Quindi magari non è giusto discriminare così una generazione che si è ritrovata tra le mani uno strumento di comunicazione e condivisione che, se utilizzato nel modo giusto, può rivelarsi buono e utile per tutti.
Eppure…
Eppure ci sono, ahimè, molte altre persone nel mondo che rappresentano al meglio il nero significato che il mito di Narciso ha voluto lasciare ai posteri: amare solo ed esclusivamente sé stessi non porta nient’altro che il buio nelle nostre anime.
L’ossessione di apparire a qualsiasi costo, amando il nostro viso più della nostra idea, usando i social network per distorcere e mentire, mostrando un riflesso che è soltanto frutto del nostro ego, ci porterà a gettarci in quel fiume per inseguire qualcosa che non possiamo ottenere, ritrovandoci sul fondo senza nemmeno accorgercene e circondati da un buio che non si può dissipare con un click noncurante sullo schermo.
E, a differenza del bellissimo e tragico protagonista di questo mito, non ci sarà uno splendido fiore giallo a testimoniare la nostra esistenza, ma solo un pugno di post e foto di una persona che non eravamo noi, il cui unico pregio era quello di possedere un viso grazioso.
Attore Novizio al vostro servizio!