Buongiorno cari avventurieri, benvenuti in questa nuova rubrica de La Piuma D’Oca, il giornale più famoso di tutta Maarea.
Mi presento: io sono Maurice LaRou, viaggiatore instancabile, nomade raccontastorie. Ho girato in lungo e in largo Maarea al solo scopo di conoscere i popoli e le persone che la abitano.
Cosa trasforma una persona comune in un avventuriero? Questa è la domanda che mi ha spinto a viaggiare e raccogliere appunti su tutti i girovaghi che incontravo sul cammino.
Ho incontrato elfi briganti, carovane di chierici nudisti, goblin bardi terribili liutisti e altre figure caratteristiche che calpestano ogni giorno la nostra isola.
Qui in questa rubrica vorrei portarvi gli eroi più particolari che io abbia mai incontrato, quelli che mi sono rimasti nel cuore e per i quali ringrazio di aver scelto di intraprendere questo viaggio.
Spero che anche voi possiate amarli e, chissà, magari un giorno incontrarli in uno dei vostri viaggi.
Per battezzare questo nostro viaggio assieme mi voglio giocare un carico da novanta e farvi conoscere una delle persone più preziose con cui ho avuto l’onore di incrociare il mio cammino.
Oggi si parla di un avventuriero divenuto quasi mito, un nomade di cui spesso si sente raccontare in taverne da ubriachi e mitomani, oggi voglio raccontarvi di…
Sir Valentine: il marciatore scintillante
Svampito e a passo leggero un cavaliere con addosso una pesante armatura d’acciaio passeggia in lungo ed in largo per le lande di Maarea.
Il suo nome è Valentine e sulle spalle porta un pesantissimo zaino contenente i gingilli magici da cui è ossessionato.
A volto sempre coperto dall’elmo, gira per Maarea con l’unico scopo di accumulare oggetti magici.
Al nostro eroe non importa la potenza o l’utilità di questi, se un oggetto contiene una minima capacità arcana il Marciatore darà qualsiasi cosa per averlo.
La sua mente un po’ ingenua e toccata lo porta a scambiare anche potenti artefatti magici con ninnoli inutili, ciò lo pone spesso sotto il mirino di malintenzionati e truffatori.
Sir Valentine odia il denaro, non lo capisce e non lo vuole possedere, le uniche cose che gli interessano fanno rumori buffi, cambiano colore e saltellano, cose che le noiosissime monete d’oro non sanno fare.
Anche se è facile farla in barba allo Scintillante, sconsiglio in ogni caso il furto: ossessionato e gelosissimo dei suoi averi inseguirà il ladro fino in capo al mondo per vendicarsi del torto subito, e sono certo che nessuno di voi, cari lettori, voglia vedere Sir Valentine irritato.
Il nostro amichevole cavaliere nasconde, però, dentro di sé un torbido segreto: il vuoto, il terrificante e buio nulla che porta all’interno della sua scintillante armatura.
L’armatura scintillante: una condanna alla vita eterna
Questo preziosissimo cimelio venne ottenuto qualche secolo addietro da Valentine, ignaro della maledizione che covava al suo interno.
Splendente e impenetrabile questa armatura attira a sé i malcapitati promettendo loro niente di meno ,che vita eterna.
Una volta indossata, l’armatura costringe il corpo ospitante ad un perenne e caldo abbraccio, rendendola impossibile da rimuovere.
Dona, sì, l’immortalità ma la baratta con la linfa vitale dell’ospite: lentamente, anno dopo anno, infatti, questa comincia a prosciugare l’indossatore fino a farlo divenire soltanto un ammasso di cellule pulsanti, grande poco più di un pugno.
Finissimi e fitti filamenti nervosi vanno a collegare il corpo debole e atrofizzato dello sventurato a tutte le articolazioni dell’armatura permettendo così di muoverla e vestirla come una seconda pelle.
L’armatura divenne così, per il nostro avido cavaliere, la metafora perfetta della sua ossessione: un essere vivente nel giogo di un oggetto magico, ma che senza di esso ormai non sarebbe più nulla.
Un burattinaio che diviene il suo stesso burattino.
Il rituale per dissolvere le maledizioni è in grado di distruggere il maleficio dell’armatura, ma, ovviamente, se venisse effettuato, Sir Valentine non sopravvivrebbe al mondo esterno, e ci lascerebbe così, in una manciata di secondi.
Appunti di viaggio: il cavaliere arcano inesistente
Cavaliere arcano: secondo i miei studi credo di poter identificare Sir Valentine come un prode guerriero che ha fuso la sua passione per la magia con l’abilità cavalleresca, divenendo così un cavaliere arcano.
Razza imprecisata: lo Scintillante non è figlio della nostra epoca, vive a Maarea da secoli e secoli, la sua memoria vacilla e nessuno può decifrare la razza di questo pulsante groviglio rosso.
Penso che, ormai, poco importa quello che fu: fuso con l’armatura stessa ha dato vita ad un essere unico che nulla ha da condividere con i nostri popoli, un debole organo vestito da un potente esoscheletro d’acciaio.
Influsso della maledizione: l’armatura alla quale è legato lo ha portato lentamente alla pazzia facendolo regredire ad uno stato cognitivo molto infantile (-3 sag), ma ne ha sicuramente beneficiato dalla parte della robustezza e infrangibilità (+2 cos).
Corpo perfetto: l’armatura oltre a non far morire Valentine, ha eliminato dal suo corpo tutte le necessità base di ogni essere vivente: il cavaliere non mangia, non beve e non dorme.
Punti vitali: Sir Valentine non può morire, ma può rompersi.
L’armatura ha assorbito completamente i punti ferita del cavaliere e una volta che gli verrà inflitto un danno letale semplicemente si spaccherà, lasciando visibile il fragile corpo all’interno.
Per curarsi il Marciatore Scintillante avrà bisogno di riparare il suo corpo metallico, ovviamente non basterà una giornatina di sonno ristoratore.
Se, però, il corpo all’interno dell’armatura venisse anche solo toccato, anche in modo delicato e non aggressivo, questo causerà un drammatico tracollo del debole organismo portandolo in fretta al decesso.
Corpo scomponibile: i fini nervi dentro l’armatura crescono a velocità impressionante, ciò porta Sir Valentine a poter smontare a piacimento la sua bella armatura per sfuggire da situazioni pericolose.
Il cavaliere riuscirà a controllare solo tutte le parti attaccate all’addome, ovvero dove lui è situato: tutte le altre, staccandosi, perdono capacità vitali, ma se riassemblate all’armatura si riempiono in poco tempo di fini tendini, tornando un tutt’uno con lo Scintillante.
Un amico prezioso come la magia
Sir Valentine è un avventuriero tenero e sempre curioso, dà facilmente fiducia e confidenza a chiunque, che siano essi eroi puri senza macchia o torbidi goblin voltagabbana.
Comicamente imprevedibile, ama estrarre dal suo zaino ninnoli e gingilli per ogni occasione, mai azzeccati e per il più delle volte inutili, oserei dire: non conto più, ormai, le volte in cui ha estratto quei dannati fagioli canterini dallo zaino.
Sir Valentine mantiene gelosamente tacito dentro di sé il suo oscuro segreto: anche se fa amicizia con chiunque incontri, ho comunque impiegato mesi prima di riuscire a conquistare quella confidenza necessaria in grado di fargli alzare la visiera dell’elmo, e vedere così i suoi veri piccoli occhietti persi nel buio della sua prigione.
Maurice LaRou