Stephen King: quando una buona immaginazione diventa un problema

Ero in treno. Almeno fisicamente. Ero in treno e stavo per svenire. Ero in treno, ma anche nella nostra residenza estiva, ammanettata al letto da due giorni, mio marito Gerald morto ai piedi del letto, un polso grondante sangue, il mio sangue, e un principio di svenimento…

Ma andiamo con ordine.

Ho cominciato a leggere King, e chi di voi lo conosce sa già dove potremmo arrivare. Dicevo, ho cominciato a leggere King, prima per curiosità, poi per seguire un consiglio, infine perché non c’è due senza tre.

Il mio primo King è stato Misery, memore del film e dei palmi delle mani che mi sudavano come non mai mentre lo guardavo appallottolata dalla tensione sul divano di casa. Ho pensato che se il film era stato così intenso il libro non sarebbe stato da meno. Non sono rimasta delusa, credetemi, per quanto Kathy Bates sia stata magnificamente spaventosa nel film, Annie nel libro è molto peggio! Mi sono ritrovata a leggerlo tutta raggomitolata su me stessa seduta sulla poltroncina del treno per Milano (leggo spesso in treno). Una sofferenza, mi sentivo agitata e in apnea anche quando chiudevo il libro… una sensazione desiderabile e angosciante al tempo stesso. Se vi piace leggere/guardare horror sapete di che parlo, se li cercate questa sensazione vi piace, come a me!

Sono poi finita, seguendo il consiglio di un’amica, dentro l’eclissi di Dolores Claiborne, questo è andato via liscio, meno intenso, dal mio punto di vista almeno, forse è un libro da leggere con un’esperienza genitoriale alle spalle, per poter vivere appieno le emozioni di disturbo che King ci suggerisce.

Poi è arrivato lui… è arrivato Il gioco di Gerald, con la sua copertina soft porn, così anni ’90. Preso perché legato in qualche modo al precedente, per quella benedetta eclissi, per quell’odore metallico dell’acqua del lago… Ora, non credo che ci si possa lamentare di Spoiler in un articolo letterario riferito a libri degli anni ’90, ma non si sa mai, quindi ragazzi siete stati avvertiti, non garantisco scritti spoiler free.

Il gioco di Gerald parla di una donna ammanettata al letto dal marito, nella casa estiva al lago, fuori stagione, senza nessuno attorno. Tutto normale, soprattutto se letto adesso, nemmeno poi così scabroso. Ma le manette che ci legano al letto sono più antiche, fanno parte dell’infanzia della protagonista, infanzia dimenticata che riemerge quando il caro Gerald tira le cuoia e ci lascia ammanettati, per giorni, allora i nostri fantasmi ci fanno visita e per liberarci cosa saremmo disposti a fare?

Ora, io resisto piuttosto bene a tutta questa trafila psicologica, sì, sì, ha i crampi per tutto il corpo, povera bambina… sì, sì, ricordi di violenza… poi arriva quell’idea malsana per liberarsi… quell’antico spirito di autoconservazione si ribella, ne è disturbato.

L’idea è usare il proprio sangue come lubrificante per togliersi le manette.

Ecco. Lì ho ceduto. Quasi svenivo in treno! Maledetto King, tu e le tue descrizioni dettagliate, nemmeno Misery mi aveva fatto tanto effetto!

È il dramma di leggere horror, la vita quando guardi un film dello stesso genere è più facile! Chiudi gli occhi, ti tappi le orecchie e aspetti che passi, spii fra le dita per vedere se quella scena che ti fa tanto impressione è finalmente finita… ma mentre leggi non puoi! E quando la tua immaginazione funziona fin troppo bene il sangue lo senti scorrere lungo il tuo braccio e i luccichini davanti agli occhi li hai tu, e sei tu che ti senti svenire… e niente, fortuna che un buon signore mi ha ceduto il posto o sarebbe stata una gran bella scena:

“Signorina, si sente male?”
“Mi sono tagliata il polso, aiuto, muoio dissanguata!”
“…”

Vabbè, ho finito il libro, leggendo quel passaggio a dosi piccolissime e poi proseguendo veloce verso l’epilogo, ma devo dire che per un po’ King verrà accantonato, devo fortificarmi in altro modo prima XD

A voi è mai capitato di entrare tanto in un libro da sentirvi male? O arrabbiati o tristi come se le vicende dei protagonisti vi riguardassero direttamente, come se le storie vi scorressero prepotenti sotto la pelle? Quale libro ha influenzato il vostro spirito in maniera tanto profonda da farsi portare con voi nella vita reale?

Io ne avrei altri da raccontare, ma quasi svenire insieme alla protagonista del libro non mi era mai successo, e dovevo condividerlo con qualcuno!

Al prossimo libro!

G.

 

Ho letto i tre libri sopracitati nelle seguenti edizioni:

Stephen King, Misery, Milano, Club degli editori, 1991.
Stephen King, Traduzione di Tullio Dobner, Dolores Claibore, Milano, Sperling & Kupfer, 1994.
Stephen King, Traduzione di Tullio Dobner, Il gioco di Gerald, Milano, A. Mondadori, 1996.

Giulia Rossetti
Giulia Rossetti

Scorbutica e silenziosa, almeno fino a quando non le chiedete la sua opinione. Laureata in architettura collabora con Niente da Dire dalle sue origini, agendo nell'ombra. Si occupa di grafica e crea tutorial creativi. Ogni tanto straparla di libri, sua principale fonte di spesa.

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