Il trailer di “Pirates” di Settembre 2005 si apre con un’affermazione piuttosto audace: “THE BIGGEST ADULT FILM PRODUCTION IN HISTORY!”.
E, quasi vent’anni dopo, dobbiamo dargliene atto. Aveva ragione.
Nato come parodia di uno dei film più amati del momento, Pirati dei Caraibi, Pirates è una vera e propria impresa: budget da un milione di dollari, collaborazioni tra studios diversi che avevano sotto contratto le star più amate, CGI, tour promozionali. Se non vivete su Marte, avrete sicuramente visto almeno una scena tratta da questo blockbuster del porno.
Digital Playground e Adam&Eve, i due colossi digitali che hanno co-prodotto Pirates, sanno bene come muoversi nel mondo dell’intrattenimento per adulti.
Adam&Eve e Digital Playgroud, case all’avanguardia
Adam&Eve è una casa di produzione, ma ha anche punti vendita fisici e uno shop online per i loro prodotti brandizzati come lubrificanti, preservativi e sex toys.
La Digital Playground è nata come una compagnia digitale e da subito ha investito nelle nuove tecnologie, come il porno VR interattivo. È stata anche la prima ad adottare le camere digitali sui set porno.
Entrambe le case di produzione avevano sotto contratto alcune delle star più amate dell’epoca: Carmen Luvana e Austyn Moore per la Adam&Eve; Jesse Jane, Janine, Tegan Presley e Devon per la Digital Playground. Produrre un film insieme è il modo perfetto per “unire le casate” in pieno stile Game of Thrones e farle incontrare.
L’uscita del film in DVD è stata accompagnata da un tour promozionale della durata di due mesi lungo tutti gli States, con apparizioni in radio e in store fisici dove le star autografavano le copie dei DVD e poster.
Quando Pirates irrompe nel mercato, l’industria del porno sta cambiando profondamente.
Con l’arrivo dell’Home video si è diffusa moltissimo la produzione di video amatoriali, che hanno soppiantato i film classici ad alto budget. Le produzioni vanno sempre più verso dei contenuti a basso budget, con una trama risicata. Pirates rappresenta l’eccezione, diventando il porno più costoso mai realizzato. Mentre le altre produzioni tagliavano i costi, qui si investe sulla CGI e le scenografie, oltre che sulla scrittura di una sceneggiatura organica.
Pirates, il porno incontra i Pirati dei Caraibi
A livello di trama, Pirates (come è facilmente intuibile) altro non è che una parodia di Pirati dei Caraibi, il fenomeno della Disney che a quei tempi aveva sbancato il botteghino. Parliamo di secoli fa, prima che Johnny Depp diventasse “quello che fa Jack Sparrow in qualsiasi film interpreti”. E non si tratta nemmeno dell’unica parodia porno esistente: possiamo citare “Girl Pirates”, “Surrender the booty”, “Butthole Pirates”, “Seymore Butt’s Butt Pirates of the Carribean”. Questi ultimi, però, spesso hanno il richiamo ai pirati solo nel titolo, per attirare il pubblico.
La storia si apre coi neo sposi Manuel e Isabella e la loro prima notte di sesso (Will Turner ed Elizabeth Swann, ci dispiace per voi) e il rapimento da parte di Manuel del perfido capitano Victor Stagnetti. Si scoprirà che Manuel è il discendente di un Re Inca, da cui ha ereditato un potere sovrannaturale. Qualcuno ha detto moneta, tesoro maledetto e rapimento di Elizabeth Swann? Il perfido Stagnetti ricorda nel look l’iconico capitan Jack Sparrow, anche se in Pirates la sua controparte porno è il capitano Reynolds, che condivide col personaggio di Johnny Depp la sbruffonaggine e le scarse qualità da capitano. Anche se era difficile renderlo più grottesco di quanto già fosse nella saga originale.
Il film è stato rilasciato in un cofanetto contenente ben 3 DVD: il primo contiene il film in definizione standard, il secondo la versione in HD, il terzo gli extra.
Pirates, un successo da sequel
È stato così tanto amato da portare alla realizzazione di un sequel, come nei blockbuster classici. Stagnetti’s revenge include tra le performer due grandi nomi del porno che sicuramente molti di voi ricordano: Sarah Grey e Belladonna.
Come per tutti i grandi capolavori del cinema, però, non sono mancate le critiche. In questo caso, in particolare rivolte a tutti gli anacronismi del film (performer con tatuaggi, piercing, vestiti di pailettes, donne completamente depilate) e alla recitazione di bassa qualità. Anche se forse su quest’ultima andrebbe fatto un appunto. Siamo abituati a dire che qualcosa è “recitato come un porno” per definire una performance di basso, bassissimo livello.
Tuttavia, forse, partiamo da un assunto sbagliato. Se ci basiamo esclusivamente su come vengono recitare le battute, ovviamente nulla da ridire. Ma dimentichiamo che nel porno la performance è molto di più che un paio di battute. Il porno richiede che sia il corpo a recitare, la performance è fatta da un insieme di cose e reazioni fisiche, oltre alla parte recitata che è solo un frammento di quello che vediamo.
Tendiamo a dimenticarci che quello che vediamo sullo schermo somiglia al sesso nella vita reale tanto quanto Fast&Furious somiglia ad una lezione di scuola guida.
A distanza di vent’anni, comunque, sembra che Pirates sia invecchiato molto meglio della sua controparte disneyiana. Almeno loro hanno saputo quando era meglio fermarsi.
di Antonella Liverano Moscoviti