Piggy: quando il bullismo ti porta alla vendetta

Fate un bel respiro, non sarà piacevole.

“Piggy” è un film spagnolo che parla di bullismo. Non so se avete mai subito del bullismo, delle prepotenze sia a scuola che a lavoro, mi auguro di no, ma se è successo una volta o l’altra avrete pensato a una sottile vendetta. Mi auguro anche che non l’abbiate messa in pratica, ma pensarla e alcune volte desiderarla, quando il bullismo colpisce duro, è assolutamente umano. Quello che dobbiamo fare è resistere alle cattiverie, non solo fisicamente ma anche impedire loro di trasformarci in una persona terribile o sarebbe come se i bulli avessero vinto. Ed è questo il tema di “Piggy”.

Sara è una giovane ragazza sovrappeso, lavora nella macelleria dei genitori e non viene capita, non viene ascoltata. Il fatto di essere grassa è una colpa, una colpa che deve scontare sia a casa che a scuola; perché in classe ci sono le fulgide compagne che non la rispettano, l’unica, Claudia, che sembrava provare qualcosa per lei ha preferito essere popolare, tradirla e entrare nella squadra dei prepotenti. A casa invece il padre è refrattario ad ogni tipo di emotività ed empatia, mentre la madre sa cosa sta passando la figlia, ma la colpevolizza ricordandole che, semplicemente, se non vuole essere presa in giro, dovrebbe dimagrire.

La differenza tra vendetta e giustizia.

Il bullismo può essere perpetrato a diverse intensità, alcune volte più fisiche e altre più psicologiche, qui l’umiliazione per la povera Sara è costante fino alla punta massima: quando dopo una nuotata le bulle di turno le rubano i vestiti, costringendola a tornare a casa in costume da bagno. Le hanno rubato anche la dignità e il resto del paesino non perde l’occasione di ricordarle il posto che il mondo vorrebbe per lei. Ma quando un maniaco rapisce le bulle e lei è l’unica testimone, Sara esita: cosa fare? Dire la verità oppure vendicarsi e tenersi tutto dentro?

Questo è un po’ il bivio che per un istante potrebbe passare anche per la nostra testa. Sara decide di non parlare, ma non per malvagità, ma perché per anni le hanno costantemente ricordato che ciò che lei ha da dire non importa, e questo per colpa del suo aspetto. La colpa del suo silenzio è ancora una volta dei bulli.
I genitori delle scomparse, la madre e perfino la polizia continuano a torchiarla sperando che dica la verità, in un certo modo sanno che lei ha visto e che si tiene qualcosa dentro, ma come sempre gli approcci sono ben lontani dall’empatia.

Un horror psicologico sui traumi del liceo.

Il rapitore però ha ricambiato lo sguardo di interesse di Sara, è anche lui un bullizzato, forse per la sua intelligenza, poca intelligenza, non ci è dato saperlo. L’unica cosa certa è che è il solo essere umano che riesce ad empatizzare con Sara, la tratta bene, la vuole proteggere e i due formeranno una simbiosi emotiva, un misto di paura, necessità e forse anche amore. Questo è Piggy, un horror che esplora quello che potremmo fare perfino noi, chi ha sofferto o chi era un bullo. La pellicola, nella tipica fotografia europea spagnoleggiante, ci racconta una storia cruda e reale, fondata sui dubbi che chiunque una volta o l’altra ha pensato: quanto è giusto vendicarsi? E quando so ha l’occasione di farlo, è giusto coglierla? Cosa ci rende uguali a chi ci fa del male?
“Piggy” racconta questo e fa paura di quanto scavi nella mente di chi ha subito queste angherie. Diretto da Carlota Pereda e interpretato dalla intensa quanto giovane Laura Galàn.

Daniele Dacco
Daniele Dacco
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