Non si è mai abbastanza

“L’amore non è fingere.
Lo so perché io ho finto.
Solo per pochi mesi ma, fa schifo.
E ho pensato a quanto debba essere schifoso far finta di essere qualcuno che non sei per tutta la vita.
Pensavo esistesse solo un tipo di amore.
Uno solo giusto.
Ma ce ne sono altri.
Più di quanti ne conoscessi.
E non voglio essere qualcuno che smette di amare una persona solo perché ama diversamente.”

The half of it

Parlo per la mia generazione, nata negli anni ’80, cresciuta nei ’90, adulta in questo periodo (adulta per modo di dire).
Quando eravamo piccoli censuravano Sailor Moon facendo passare Michiru e Haruka come migliori amiche, perché non puoi far vedere ai bimbi che esistono forme d’amore diverse da Maschio + Femmina. Ci hanno cresciuto (e con questo “ci” intendo la società, non necessariamente i genitori) facendoci pensare che fosse l’unica opzione possibile.
Nel frattempo, nel mondo, esistevano persone che amavano in maniera differente rispetto a quello che passavano in tv e molti di loro erano costretti a fingere.

Non smettere mai di fingere

Tutt’ora molti di loro sono condannati a farlo, per varie motivazioni che non è mio compito indagare adesso.
E fingere non piace a nessuno, nel caso in cui comprenda obbligarsi a schiacciare il proprio io in una scatola scomoda e buia.
Il quesito che mi consuma in questi giorni è: se tutti conoscono questa sofferenza per quale ragione la imponiamo sugli altri?
Soprattutto per quanto riguarda una questione personale come l’amore, una questione che esula dalla nostra volontà o dalla possibilità di scegliere.
Badate bene, non mi riferisco solo alla dicotomia eterosessuali – omosessuali, mi riferisco anche alle critiche e ai giudizi che vengono espressi all’interno della stessa comunità LGBTQ+

Non si è mai abbastanza

I bisessuali non sono abbastanza gay.
Gli asessuali non sanno.
Gli agender non scelgono.
I transessuali non possono fare le drag queen.
E potrei andare avanti ancora a lungo.
Quindi anche in un gruppo in cui si dovrebbe trovare riparo, in cui ci si dovrebbe sentire a casa, perché, purtroppo, il mondo ci sta ancora lavorando, non si può essere in pace se stessi.
Perché?
Perché sapendo quanto si sta male quando si viene giudicati per ciò che siamo, bisogna sentirsi in dovere di puntare il dito e dire: “Non sei abbastanza”?
Si potrebbe ipotizzare che si tratti di qualcosa nascosto e insito nell’essere umano in generale, ma per una creatura capace di infinita empatia non dovrebbe essere difficile includere invece che escludere.

Non è mio diritto giudicare, altrimenti il mio articolo non avrebbe senso, è mio dovere però spingervi a riflettere e poi a riflettere ancora un po’ di più.
Che siate etero, gay, pansessuali, che siate drag queen o semplicemente se non avete ancora deciso o non ci avete mai ragionato, pensate a come vorreste essere accettati da chi vi sta intorno, da come vorreste poter vivere la vostra vita e siate un po’ più morbidi col prossimo, con le sue scelte, con il suo essere.
C’è un enorme potere nella gentilezza e nella comprensione, un potere immenso in grado di cambiare il mondo, un sorriso alla volta.

Stay kind
Love, Monigiri

 

Monica Fumagalli
Monica Fumagalli
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