Le trame della musica: quando una leggenda diventa canzone

Spesso ci si riferisce ad alcuni grandi artisti che passano alla storia per aver scritto e interpretato brani indimenticabili, o ai brani stessi, chiamandoli “leggende”. Esistono però anche canzoni “leggendarie” proprio nel senso letterale del termine, vale a dire quei brani nati a partire proprio da leggende, nei quali le trame delle storie tramandate oralmente con i racconti popolari vanno a intrecciarsi con musica e parole in metrica. A Sanremo 2023 appena concluso, coglierò la palla al balzo e andrò a pescare queste canzoni proprio dal repertorio sanremese. Di solito, la tematica più gettonata al centro dei brani in gara è (a volte un po’ banalmente) l’amore, ma nel corso delle varie edizioni abbiamo ascoltato anche composizioni che trattavano argomenti più originali e prendevano ispirazione dalle fonti più disparate. L’attuale cultura pop si può certamente considerare in molti casi una versione moderna dei miti e delle leggende antiche, e molti dei protagonisti di libri, film, serie tv e videogames sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo che talvolta ha “contaminato” anche la musica. Negli anni, anche al Festival di Sanremo, infatti, c’è chi ha tratto spunto per esempio dalla letteratura d’avventura: è il caso dell’eccentrico Davide Van De Sfroos, che nel 2011 con Yanez ci ha raccontato in dialetto comasco le fantasiose scorribande di Sandokan e i suoi compagni che, ormai anziani e pensionati, si rilassano passando la vecchiaia sulla riviera adriatica. Non sono mancati anche i richiami ai fumetti, come ad esempio nel 2013 con il brano Il postino (Amami Uomo) di Renzo Rubino. Il cantautore tarantino infatti si è ispirato alla storia del personaggio di Cinzia, spasimante di Rat-Man, che abbandona il suo lavoro di portalettere per assecondare la sua vera natura femminile. Infine, in modo molto peculiare, nel 1999 Eugenio Finardi dedicò alla protagonista del videogioco Tomb Raider il brano Amami Lara.

Ma con le due monetine che ho a disposizione oggi voglio farvi ascoltare due canzoni in particolare che si rifanno a leggende in senso più stretto. E sì, entrambe parlano d’amore, ma non in modo banale, lo giuro. Mentre Norma ci porta i menù per scegliere cosa sorseggiare insieme oggi, inserisco il primo gettone nel nostro Jukebox e le note di una storia fantastica si librano nell’aria:

“Si dice che adesso,
E non sia leggenda,
In un’alba
D’agosto
La bella Cristalda
Risalga
Dall’onda
A vivere ancora
Una storia
Stupenda”

max gazzè pizzomunno

La canzone in questione è La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, presentata in gara a Sanremo 2018 da Max Gazzè, che si classificò al sesto posto. Il testo trae ispirazione da un racconto popolare che si tramanda a Vieste, in Puglia, nato attorno all’origine di un grande monolite bianco chiamato proprio Pizzomunno, che nel dialetto locale significa “Pezzo di Mondo”. La leggenda vuole che Pizzomunno, prima di essere trasformato nel faraglione calcareo visibile ai giorni nostri, fosse un affascinante pescatore che in antichità viveva nel villaggio dove oggi sorge l’attuale Vieste. Come nelle migliori fiabe, il giovane Pizzomunno era innamorato, ricambiato, della bellissima Cristalda, e i due si giurarono eterna fedeltà. Quando nottetempo il ragazzo usciva a pescare con la sua barca, le sirene, colpite dal suo fascino, cantavano per lui nel tentativo di ammaliarlo. Ma Pizzomunno, forte del giuramento stretto con la sua amata Cristalda, non cedeva mai. Le creature marine tentarono più volte di incantare il fanciullo, promettendogli persino di diventare immortale, ma Pizzomunno non si fece sedurre nemmeno da queste offerte e rimase fedele alla sua bella. Le sirene allora, gelose, infuriate e incapaci di accettare un ulteriore rifiuto, una notte emersero dalle onde e scagliarono tutta la loro ira contro Cristalda, incatenandola al fondo del mare. Pizzomunno, seguendo la voce disperata di Cristalda, la cercò con la sua barca in lungo e in largo in mezzo al mare. Ma i suoi sforzi furono vani: stanco e distrutto dalla rabbia e dal dolore, alla fine il giovane si pietrificò trasformandosi nel candido scoglio che oggi ben conoscono a Vieste. Alcune varianti della leggenda prevedono che Cristalda fosse anch’essa una sirena, e che la trasformazione di Pizzomunno in monolite fu sempre ad opera delle sirene, sorelle di lei. In ogni caso, tutte le versioni hanno in comune il romantico finale in cui, nonostante tutto, l’amore trionfa: si narra infatti che ogni cento anni, il 15 di agosto, Pizzomunno ritorni in forma umana e Cristalda riemerga dagli abissi di cui è prigioniera. Per una notte soltanto, una volta ogni secolo, i due giovani si ricongiungono e sono liberi di rivivere il loro antico amore.

Sul finale di questa romantica storia frugo nelle mie tasche in cerca della seconda moneta. Nel frattempo, chiediamo a Norma una bevanda calda. In questo 15 di febbraio, la giornata fuori dai finestroni del Double R è piovosa, così come è piovosa l’atmosfera della canzone che stiamo ascoltando:

“Ciao ciao bambina, un bacio ancora
e poi per sempre ti perderò;
vorrei trovare parole nuove
ma piove, piove sul nostro amor”

domenico modugno piove ciao ciao bambina

Di origine più moderna e meno “sovrannaturale” è la leggenda che si nasconde dietro Piove (Ciao Ciao Bambina) di Domenico Modugno, canzone vincitrice del Festival di Sanremo 1959. Sebbene anche questa storia sia legata in qualche modo alla Puglia (terra di origine del cantautore) e a una giovane coppia innamorata costretta a separarsi come Cristalda e Pizzomunno, la sua dimensione è decisamente più “terrena”. Mr. Volare, dopo l’incredibile successo negli Stati Uniti del brano Nel blu dipinto di blu (con cui trionfò a Sanremo 1958) che rimase in testa alle hit parade per ben tredici settimane, partì oltreoceano in tour per l’intero continente con date che coprivano sia il Nord che il Sud America. Si narra che in uno dei numerosi viaggi per spostarsi da una località all’altra, mentre attendeva un treno alla stazione di Pittsburg in Pennsylvania, Domenico Modugno assistette a una scena che lo colpì e lo ispirò a scrivere i versi che abbiamo appena ascoltato. Era una giornata piovosa, proprio come oggi, e due fidanzati, sotto l’acquazzone, si tenevano stretti in un struggente abbraccio d’addio. Il cantautore pugliese ci vide il potenziale per trasformare questa immagine in una canzone: prese dal suo taschino un block-notes e scarabocchiò quelle frasi che poi sono diventate il ritornello del brano che lo portò a trionfare a Sanremo per il secondo anno consecutivo. A distanza di molti anni, la trama dell’origine di questa canzone va ad intrecciarsi in qualche modo con la trama de L’Ultimo Bacio, film di Gabriele Muccino del 2001. Il tema portante della pellicola è l’omonima canzone di Carmen Consoli, che nei suoi versi in più occasioni omaggia Modugno e la sua Piove. Anche L’Ultimo Bacio della “cantantessa” siciliana, infatti, racconta di un addio sotto una fitta pioggia che va a mischiarsi con le lacrime.

Mentre sfumano le ultime note, ci accorgiamo che ha smesso di piovere. Norma porta via le nostre tazze e spegne le luci. È ora di andare.

di Marta “Minako” Pedoni

Marta Pedoni
Marta Pedoni

Marta Pedoni è una cantante, attrice e performer. Ha inoltre studiato doppiaggio cantato a Roma presso la Scuola Ermavilo fondata da Ernesto Brancucci.
In arte Minako, sceglie questo nome in onore di Sailor Venus. Classe 1990, la sua vita (nonchè la sua personalità) si divide tra arte e scienza, in equilibrio tra razionalità e sensibilità. Tutto ciò si traduce, per farla breve, in una Principessa Disney laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico.
Quando non è su un palcoscenico a cantare, recitare e ballare o non viaggia su un aereo, parla di musica su Niente Da Dire e conduce con Daniele Daccò Il Cornetto Del Mattino sul canale Twitch de Il Rinoceronte Viola.

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