La più grande Piratessa

A parlare di pirateria sembra sempre che si debba fare riferimento a qualcosa di poeticamente sei-settecentesco che riguardi i soli mari inglesi – delle loro colonie almeno – anche se i razziatori dei mari di base mediterranea risalgono ai Fenici.

Probabilmente prima ancora, in fin dei conti basta una nave, un mare e della gente armata che vuol prendere con la forza ciò che non le appartiene. Ma senza il benestare del proprio governo.

A riferirsi a un’epoca più recente si pensano ai fenomeni online di accaparrarsi in maniera illegale prodotti che andrebbero acquistati, come musica, videogiochi, film eccetera eccetera… a pochi viene in mente, tuttavia, che la questione della pirateria “classica” è una tematica piuttosto attuale di varie zone del mondo.

Non è qualcosa che ci può tangere se rimaniamo nel Mediterraneo, dove ci sono problemi umanitari di altro genere, ma tutto sommato sono acque tranquille.
Tra l’altro, c’è sempre un certo fascino nel parlare dei pirati, immaginando meravigliose uniformi, tesori nascosti e magici segreti… ma la realtà attuale è ben diversa.

Giusto per autocitarmi, nel precedente articolo vi ho raccontato di come Barbie, il film, sia stato bandito dal Vietnam e la ragione ha proprio a che fare coi mari. Ok, non si tratta di pirati ma di riconoscimento di territori marittimi, ma in ogni caso, nel sud est asiatico, la situazione della pirateria è una tematica ancora piuttosto attuale.

Filippine e Malesia sono le aree ancora più a rischio, ma la storia affonda le sue radici nel Settecento e soprattutto nell’Ottocento, coinvolgendo per lo più Vietnam e Cina. Ah, e ovviamente tutti gli Occidentali che cercavano di conquistare – e spesso riuscivano – con la violenza i porti per aprire nuove rotte commerciali. Ma quello era approvato dallo Stato, quindi non era certo pirateria o qualcosa di illegale.

Proprio in quel periodo si erge la più grande piratessa della storia

Più grande di ogni uomo o donna che abbia solcato i mari: Ching Shih. O Zheng Shi. O Zheng Yi Sao… va beh è sempre lei, che sia la pronuncia cantonese, cinese o il nome preso dal primo marito.
Chiamata a buon motivo “il Terrore dei Mari”, la donna rese la vita un inferno a tutti: cinesi, portoghesi, vietnamiti, inglesi… era molto egualitaria, depredava chiunque, non importava che fosse un nativo o un colonizzatore.

La sua vita è stata pazzesca per moltissimi motivi, a partire dal fatto che nata povera, pare abbia usato i segreti appresi come prostituta per esercitare il potere sui suoi clienti ricchi e politicamente rilevanti per cominciare a farsi strada e acquisire autorità. Dopo aver sposato un pirata, con la sua intelligenza e la sua ambizione, fu lei ad aiutare ad ampliare la famosa Flotta della Bandiera Rossa, fino alla misteriosa morte di lui, dopo la quale divenne lei stessa leader.

Come molte figure al limite del leggendario, le notizie certe sono relativamente affidabili, dunque si dice fosse a capo di una flotta di 80.000 uomini anche se altre fonti raggiungono al massimo i 30.000… comunque non pochi, ecco.

Sconfisse la flotta imperiale cinese, sconfisse i portoghesi

Era diventato impossibile fare affari o anche solo passare tranquillamente dai suoi territori senza doverla pagare cara: ed è così che lei è anche l’unico caso di pirata che, giunto di fronte a un tribunale, non è stato punito per i suoi crimini.

Infatti per garantirsi la serenità marittima, il celeste impero concesse l’amnistia totale in aggiunta a un’ingente somma di denaro che permise alla nostra Ching Shih di rifarsi una vita.
Aprendo una catena di bordelli e diventando una delle più grandi matrone della storia.
Insomma, una figura incredibile, a testimonianza che l’ispirazione può arrivare non necessariamente solo da un modello di convenzionale virtù etica e morale.

(Parentesi autopromozionale: se volete conoscere di lei o di altre donne influenti nella storia cinese, vi lascio il link  al mio video su youtube in cui ne parlai anni orsono.)

Se la sua storia già così sembra incredibilmente avvincente

Ho un consiglio di lettura per questo agosto che vi terrà compagnia. Anche se a essere onesta a me ha accompagnato per un pomeriggio, perché non sono riuscita a staccarmi dall’incantesimo di quelle pagine fino all’ultima lettera.
“La più grande” di Davide Morosinotto non è una biografia romanzata, ma una ricostruzione magica della vita improbabile della piratessa Ching Shih.
Una vita così assurda in un contesto così lontano trova la sua cornice perfetta in una narrazione dove il confine tra wushu e attacchi magici, poesia e brutale realismo continuano a oscillare come un imperturbabile moto ondoso.
Non spoilero altro, ma davvero, fatevi un regalo e iniziate a essere più pirati con questa lettura, ne uscirete sicuramente arricchiti.

di Alessandra “Furibionda” Zanetti

 

Alessandra Zanetti
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