Dublino.
La magica, splendida, colorata Dublino.
Una città che vale la pena di visitare, in qualsiasi stagione dell’anno, anche se in realtà penso che il meglio di sé lo dia d’estate, se si escludono il giorno di San Patrizio o l’Arthur Guinness Day.
Se pensate che questi siano pretesti per bere e festeggiare, non avete sbagliato di molto, ma c’è una certa differenza tra il divertimento fine a sé stesso e quello che si osserva a Dublino in queste occasioni. Pur volendo mettere per un momento da parte la bevanda nazionale Irlandese, che da sola sarebbe sufficiente a spiegare il perché di tanta folla, non si può fare a meno di chiedersi cos’altro attiri tanta gente.
La risposta è semplice.
A Dublino, d’estate, alle due del pomeriggio, inizia anche la musica.
Dublino, la musica e i pub
Ogni pub, ristorante o angolo di strada si popola di musicisti. Nelle vie, all’aperto li trovi anche di giorno, ma di notte sono tutti stipati dentro l’Oliver St John Gogartys, al Fitzsimons, al Vat House, al Turk’s Head e così via all’infinito. In quei giorni era diventata nostra abitudine terminare la giornata in un piccolo pub semi nascosto dove, dopo le 23.00, potevi trovare un po’ di posto. Fu lì che in una delle tante serate trascorse ad ascoltare musica e bere (non sempre in quest’ordine) vedemmo l’uomo che Lindsey Buckingham vorrebbe sicuramente uccidere.
La coppia che stava suonando quella sera se la cavava alla grande e noi ci preparammo a trascorrere un paio d’ore con dell’ottima musica. Dopo mezz’ora però, succede una cosa insolita. L’uomo abbandona la chitarra e ne imbraccia una grande la metà. La sua accompagnatrice ne afferra una acustica e un momento dopo, al pari di Lindsey Buckingham e Stevie Nicks, i due intonano una splendida cover di Big Love.
Non sono un musicista, ma perfino io so che il brano in questione prevede una serie di assoli piuttosto articolati e veloci. Quel tipo di brano che esibisci se sei un bravo chitarrista insomma. Al termine dell’esecuzione si applaude e sono piuttosto sicuro che se Lindsey Buckingham fosse stato tra il pubblico, avrebbe sorriso compiaciuto.
Tutti abbiamo ascoltato e applaudito. Le nostre attese ampiamente soddisfatte.
Nessuno però si aspetta quello che segue.
Proprio alla fine dell’esecuzione, il musicista si attacca all’ultima nota, la lascia in sospeso nell’aria un secondo o due, e poi un attimo prima che venga soffocata dagli applausi, ripete l’ultima parte dell’assolo un’altra volta.
Molto più velocemente.
Big Love, un’esecuzione da applausi
Alla fine di questo secondo giro, chi tra il pubblico non aveva ancora applaudito perché era in bagno, si lascia andare a uno scroscio entusiasta. Sono certo che perfino Lindsey Buckingham, avrebbe applaudito ammirato. Il musicista allunga di nuovo l’ultima nota e indovinate un po’?
Ripete il miracolo per la terza volta.
Ancora più veloce, velocissimo. Le sue mani nella luce fioca si distinguono appena. La sua compagna fatica a stargli dietro e lì in quel momento penso che raramente ho avuto il privilegio di assistere a un tale sfoggio di bravura. Devono averlo pensato anche gli altri avventori perché alla fine, chi era seduto si alza in piedi e fa esplodere un applausone da paura.
L’unico a non applaudire è Lindsey Buckingham, che se fosse stato presente avrebbe preso di volata l’uscita di emergenza per non subire l’onta della sconfitta sul piano tecnico.
Beh… che ci crediate o no, quel tizio, quel prestigiatore del suono, ripete l’assolo una quarta volta. La sua compagna si arrende. Smette di suonare e batte le mani a ritmo, ma anche quello le riesce difficile perché lui è veramente troppo veloce.
Duecento paia di dita scorrono a una velocità inumana sulla chitarrina. Centinaia di note, perfette una dietro l’altra. L’assolo di Big Love diventa grande oltre ogni aspettativa e i presenti non capiscono più se quello che sentono è vero o l’effetto dell’alcol. Qualcuno sostiene perfino di aver visto del fumo uscire dal manico dello strumento. Le urla e gli applausi arrivano prima che il pezzo finisca perché era semplicemente impossibile trattenersi.
A quel punto, se il buon vecchio Lindsey fosse stato presente, avrebbe assoldato un killer.
L’uomo che Lindsey Buckingham vorrebbe uccidere
Ancora non lo avevo capito, ma quello là sotto era l’uomo che Lindsey Buckingham vorrebbe sicuramente uccidere.
Vorrei dire, ma lo vorrei solo per una sincera invidia, che quello è stato un caso isolato. Che non è cosa da tutti i giorni trovare musicisti così straordinari, capaci di farti sgranare gli occhi, spellare le mani e ingrandirti il cuore, grazie a un’esecuzione impossibile.
Racconterei una bugia.
In Irlanda questo è davvero all’ordine del giorno. La musica, l’arte della conversazione nei pub, una birra scura, simbolo e nel contempo potere economico di una nazione. Minuscole case di pietra al limitare delle strade, campi verdi e uomini dai capelli rossi.
Forse è l’aria più pulita che trasmette i suoni in maniera così cristallina o quella pinta di sidro in più che altera in sensi. In ogni caso, se amate la musica, quella vera fatta per stupire e deliziare, date retta a me. Fatevi un giro in Irlanda e infilatevi nel primo pub che trovate.
Possibilmente fatelo prima che ci vada Lindsey Buckingham.
di Alessandro Felisi