Il 2025 si avvicina, portandosi dietro i preparativi per l’EXPO di Osaka.
Non è la prima volta che la città giapponese ospita questo evento.
Era il 1970 – come ci insegna anche lo splendido manga 20th Century Boys di Urasawa – quando, per la prima volta, il mondo si riunì nel Kansai per la Japan World Exposition.
Per l’occasione, il famoso artista Okamoto Taro creò diverse iconiche sculture che avrebbero caratterizzato il parco espositivo.
Una di queste è conosciuta come “La torre del sole”.
La torre del sole
Una volta conclusosi l’evento, i giapponesi si sono trovati con uno spazio immenso inutilizzato. Piuttosto che lasciar perdere anche solo un centimetro di prezioso terreno, hanno deciso di riconvertire il luogo a Parco commemorativo dell’Expo. La scultura di Okamoto ne è diventata il simbolo indiscusso.
Alta 70 metri, ha un diametro di base di 20. E già questo la rende immensa.
Tuttavia ha anche due braccia da 25 metri e troneggia in mezzo a un prato senza alte costruzioni intorno, così sembra ancora più massiccia e imponente.
Al suo interno, rimasto chiuso per 50 anni ma riaperto poco tempo fa, c’è un’esposizione chiamata “L’albero della vita”: 45 metri di rappresentazione della forza della vita, di come si sviluppa e si allunga verso il futuro. Tutt’intorno una scala a chiocciola permette di salire fino in cima godendosi la bellezza dei giochi di luce e varie tipologie di organismi viventi, dalle amebe, ai dinosauri, all’essere umano.
La Torre del sole appare anche in diversi anime e manga moderni, un simbolo che è difficile da dimenticare.
Oltre al già citato 20th Century Boys, in cui rappresentava il culto de “L’amico”, uno degli antagonisti più inquietanti della storia del manga, la troviamo anche in Naruto legata al personaggio di Deidara.
Infine uno dei Pokemon di Bianco e Nero, Larvesta, è ufficialmente, in parte, ispirata a questa scultura.
I volti della Torre del sole
Quello che rende tutto inquietante e affascinante, però, è un altro particolare.
La Torre ha 4 volti che fanno parte della scultura:
1. La maschera d’oro
Si trova in cima, ed è letteralmente un disco dorato, che rappresenta lo slancio verso il futuro. È il volto più alto, quello che ha la possibilità di guardare il più lontano possibile.
2. Il volto del sole
Spicca nel centro della scultura, nel corpo principale. È di cemento come il resto, ed è tra le più grandi. Questa faccia è il presente, radicato e concreto, che guarda in avanti (verso l’entrata del parco).
3. Il sole nero
Lo si scorge solo aggirando la torre, perché si trova sul retro. È dipinto con vernice nera e simboleggia ciò che abbiamo alle spalle, il nostro passato, cui possiamo guardare voltandoci.
La scultura nella sua interezza, quindi, è un simbolo delle energie che muovono la vita e l’universo, il tempo che nello stesso istante coesiste.
C’è una forza incredibile nell’attimo in cui tutto accade contemporaneamente, una forza che possiamo usare per creare qualcosa che supera i confini del possibile.
E il quarto volto?
Qui l’inquietudine si fa reale. Gli spazi espositivi non si limitavano all’interno della scultura e alla parte esterna.
Esisteva un padiglione sotterraneo.
Nascosto al di sotto della Piazza dell’Armonia, aveva come tema principale “Il mistero della vita”, un salone scuro, primitivo, che ha radici nelle viscere della Terra. Le nostre origini e ciò a cui torneremo.
Unica luce nell’oscurità da cui tutto comincia e dove tutto finisce.
Ebbene, il quarto volto è misteriosamente sparito.
Dopo la fine dell’Expo, nessuno sa, ancora oggi, che fine abbia fatto.
Ora ne esiste una riproduzione, che è possibile vedere, ma il dubbio rimane.
Una scultura di 11 metri di ampiezza e 3 metri di diametro… Sparita.
Come è possibile?
Che sia stata richiamata dall’oscurità?
Stay kind
Love, Monigiri