Il Florence Korea Film Fest: intervista a Caterina Liverani e Veronica Croce

Il Florence Korea Film Fest ha appena compiuto vent’anni e non intende fermare la sua corsa.

Nato nel 2003 da un’idea dall’Associazione Culturale fiorentina Taegukgi – Toscana Korea Association, il Florence Korea Film Fest è prima rassegna cinematografica dedicata al cinema sudcoreano in Europa e una delle più celebri nel Mondo. La manifestazione si compone di diversi appuntamenti, compreso il concorso che ogni anno premia il miglior film nella Selezione Ufficiale e nella categoria dei film Indipendenti, selezionati da una serie di esperti che, tra l’Italia e la Corea del Sud, negli anni hanno costruito una solida rete di rapporti, che nemmeno la pandemia è riuscita a fermare. L’edizione 2022, la ventesima della manifestazione, ha visto l’arrivo a Firenze dell’attore Lee Jung-Jae, conosciuto dal pubblico per il suo ruolo di protagonista nella serie dei record Squid Game.

Grazie al successo sempre crescente della cultura coreana in Italia ma anche all’impegno decennale della sua organizzazione, il Florence Korea Film Fest è oggi un’istituzione per il cinema e non solo, tanto da collaborare anche con realtà non strettamente legate alla settima arte. Il Festival ha collaborato con KST – K-Pop Show Time, un’associazione nata per promuovere la musica coreana in Italia, per portare un po’ di Corea del Sud anche all’interno del Lucca Comics & Games.

In quell’occasione, abbiamo avuto il piacere di conoscere Caterina Liverani e Veronica Croce, due dei membri della supervisione critica del Florence Korea Film Fest.

Intervista a tu per tu con Caterina Liverani e Veronica Croce

Come vi siete avvicinate al cinema coreano? Qual è il vostro ruolo all’interno dell’organizzazione del Korea Film Fest?

Caterina Liverani: sin da piccola ho sempre avuto una forte passione per il cinema, che è stato per me anche una grande compagnia. Ho iniziato a fare la critica cinematografica durante il periodo universitario, ma mi sono avvicinata al cinema coreano tempo dopo, nel 2011. Andai come reporter al Florence Korea Film Fest senza un obbiettivo particolare, ma proprio per una mia curiosità personale. In quella particolare edizione del Festival a presentare il suo film, Memories of Murder, c’era il sala il regista Bong Joon-ho, al tempo ancora sconosciuto all’estero. In quel momento mi sono appassionata al cinema coreano e ho partecipato ad altre edizioni del festival come reporter accreditata fino al 2015, quando venni chiamata per sostituire un collega, che era il critico cinematografico del Festival.
Oggi sono una delle selezionatrici dei film per la Selezione Ufficiale, mi occupo anche dei film di apertura e chiusura del Festival e dei rapporti con gli ospiti.

Veronica Croce: mi sono appassionata al cinema anni fa, quando ho creato Mugunghwa Dream, il mio sito dedicato alla cultura coreana. Ho iniziato a collaborare con il Florence Korea Film Fest prima come membro dello staff e poi come curatrice della sezione Indipendenti e Speciali. Oggi mi occupo anche delle interviste agli ospiti che durante la pandemia erano a distanza, mentre nell’ultima edizione sono tornate dal vivo.

Il Florence Korea Film Fest ha appena compiuto vent’anni. Come è cambiata in questi anni la manifestazione?

CL: una delle prerogative del Festival è sempre stata quella di avere registi e attori come ospiti, anche per “stuzzicare” l’attenzione del pubblico. Nel 2011 l’organizzazione fu lungimirante e presentò una retrospettiva su Bong Joon-ho [regista di Parasite, premio Oscar 2019, ndr], che al tempo era un regista già amato dalla critica ma poco conosciuto dal pubblico.
Il Festival non è solo un concorso cinematografico, ma è un insieme di eventi e di incontri che avvicinano il pubblico ai grandi nomi del cinema coreano. Durante la pandemia il Festival è continuato senza ospiti per due anni, grazie alla rete di amicizia e di rapporti professionali che la Direzione del Festival, formata da Riccardo Gelli e Chang Eun-Young, ha creato in questi anni. Questo ha permesso di organizzare videointerviste anche in un momento tragico come il periodo del coprifuoco.

VC: È cambiata la percezione del pubblico. Prima si trattava di un pubblico di nicchia, appassionato di cinema d’essai, di genere, mentre ora il pubblico è “onnivoro”, cerca sia il film indipendente che il successo del regista più famoso. Negli anni sono anche cambiate le location: prima erano cinema più piccoli, mentre oggi il Florence Korea Film Fest si svolge in grandi sale cinematografiche di pregio, che sono luoghi perfetti per ospitare gli ospiti più importanti.

Veronica, Caterina, cosa vi lascia senza Niente Da Dire?

CL: per quanto riguarda il Korea Film Festival, quando è venuto come ospite l’attore Ha Jung-Woo, che di recente è stato protagonista della serie Narcos Santos, una sera si è avvicinato e mi ha chiesto “Have you ever been to Seoul?” [“Sei mai stata a Seoul?” ndr] e io non ci ero mai stata ma ho comunque risposto “Yes”, poi “No”… sono stata costretta a rispondere ma ero proprio rimasta senza parole.

VC: appoggio la mia collega e rispondo tutti gli ospiti del Festival: il primo che mi ha lasciato senza parole è stato Bong Joon-Ho, che ho incontrato alla mia primissima esperienza al Korea Film Festival.

Ringraziamo Caterina Liverani e Veronica Croce per il tempo che ci hanno dedicato, oltre al Florence Korea Film Fest e a KST – K-Pop Show Time per aver portato un po’ di Corea del Sud al Lucca Comics & Games!

Tre film coreani consigliati da Caterina Liverani:
Burning di Lee Chang Dong
The Wailing (Goksung) di Na Hong-jin
Thirst di Park Chan-wook

Tre film coreani consigliati da Veronica Croce:
Two Sisters di Kim Ji-woon
My Boyfriend is a Type B di Choi Suk-won
Mother di Bong Joon-ho

di Silvia ‘Stovtok’ Pochetti 

Silvia Pochetti
Silvia Pochetti
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