Quando una persona come Michela Murgia scompare, secondo me, il modo per omaggiarla, forse l’unico, è ricordare le sue idee. Farne esempio, “eredità”, come diceva lei ridendo.
Ma farlo subito è sempre pesante, sembra che si voglia andare a tastare la terra ancora calda e visto che questo mese parliamo di Evoluzioni ho cominciato di iniziare da lei, che di rivoluzioni ed evoluzioni ne voleva tante ed è giusto non dimenticarle.
Allora vorrei ricordare un evento che le è capitato qualche tempo fa, quando si è ritrovata costretta a sposarsi con rito civile. Quando dico “costretta” non parlo della malattia, non è stata una questione di tempo, ma di leggi.
Leggi che ancora ci costringono a entrare in un sistema patriarcale annesso alla cultura per poter, semplicemente, stare insieme a chi amiamo.
Lei si è sposata Lorenzo, ma avrebbe voluto un rito che non esiste ancora, più ampio e che comprendesse più persone, di qualsiasi sesso.
Michela aveva precisato, infatti, che la loro è stata “una scelta fatta controvoglia” per garantire i propri diritti. La legge dovrebbe tutelarti, accompagnarti in ciò che sei nel rispetto degli altri, non obbligarti ad andare contro te stesso quando il tuo “te stesso” è solo un modo di essere.
“Se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato”. Diceva.
Matrimonio: tra tradizione e concetto d’amore
Il matrimonio da molti è visto come la culla dell’amore, e questo va rispettato, ma bisogna ricordare che il matrimonio a livello di dinamiche, soprattutto quello religioso, non è sinonimo di libertà.
L’amore esisteva ben prima del matrimonio e questo rito non deve essere abolito, ma diventare qualcosa che ancora non esiste.
Il matrimonio spesso trasmette e rafforza le norme di genere tradizionali, dove le donne sono considerate come oggetti da proteggere e da “dare in sposa”. Questo crea una dinamica di dipendenza economica e sociale, in cui le donne possono trovarsi intrappolate in ruoli specifici e limitanti.
Il matrimonio può costringere le donne e gli uomini a conformarsi alle aspettative sociali e familiari, limitando la loro libertà di scelta e di autodeterminazione.
È essenziale sfidare le radici patriarcali per creare un mondo in cui le relazioni siano basate sulla parità, il rispetto reciproco e la vera autenticità. Il rito del matrimonio dovrebbe riflettere questi valori anche a livello pratico. Se il rito civile è un mero contratto fra due parti, bisogna lavorare comunque su come questa unione viene vista all’esterno dalla società.
Michela non c’è più, ma questo non significa che le sue idee debbano sbiadire e che non ci sia tempo per evolverci.
Daniele Il Rinoceronte Daccò