Una delle caratteristiche poco piacevoli della nostra società è che sentiamo una necessità viscerale di giudicare le scelte degli altri, soprattutto quando sono diverse dalle nostre.
Per di più lo facciamo in maniera estremamente violenta, convinti che questo porterà l’altro a cambiare idea e salire sulla nostra barca.
Spoiler: non succederà.
Il rosa è un colore da bimbe, io non lo metterei mai, bruciamo tutti i vestiti rosa.
Il Natale è una festa consumistica, io lo odio, devi odiarlo anche tu.
La cucina giapponese? Che schifo tutto quel pesce crudo, io mangio solo cibo italiano, fallo anche tu o sei un traditore della patria.
Io non sposerei mai una persona del mio stesso sesso, non puoi farlo neanche tu.
E potrei andare avanti ancora e ancora e ancora.
Tra queste categorizzazioni inutilmente estreme c’è anche la questione di Disneyland: se dici che stai andando in uno dei parchi del franchise, ti viene detto “Ma perché lo fai se non hai figli o bambini al seguito?” mentre con cura ti viene attaccata alla giacca l’etichetta con scritto “Sindrome di Peter Pan”.
La risposta: Tokyo DisneySea
Nonostante tutti i loro difetti (chi non ne ha?) i Giapponesi da questo punto di vista sono diametralmente opposti, potremmo dire di mente aperta quasi in maniera eccezionale.
Per non farsi mancare nulla non hanno un solo parco Disney, ne hanno due.
Uno è quello classico, con il castello della Bella Addormentata, It’s a small world e tutta la magia necessaria.
Uno si chiama DisneySea, ma per tutti è la versione “per i grandi”.
Ma la caratteristica che gli ha permesso di ottenere questa etichetta non è derivata dal fatto che si allontana di più dal concept incantato, no. Si basa tutta sul cibo.
Sono infatti presenti ristoranti con un profilo di sapori più ricercati e inoltre vengono serviti alcolici, cosa vietata nel Tokyo Disneyland della porta accanto.
Quindi se hai voglia di lasciarti trasportare, di staccare la spina e allontanarti dalla realtà opprimente della vita di tutti i giorni, hai tutto il diritto di andare indiscriminatamente in uno dei due parchi e nessuno avrà qualcosa da dire in merito.
Probabilmente l’unica cosa che ti verrà chiesta sarà: “Come ti vesti?”, perché è abitudine mettersi d’accordo con amici e partner per un abbigliamento a tema e in coordinato.
Si sceglierà un film o un gruppo di personaggi e ognuno cercherà di combinare gli abiti in modo da avvicinarsi ai colori e alle fogge del tema scelto.
Non sarà strano quindi vedere amiche in versione Pooh e Tigro, oppure Cip e Ciop, oppure una coppia di Finn e Rapunzel pronta a salire sulle tazze.
Ma torniamo un attimo a Tokyo DisneySea.
Il concept principale è ispirato ai miti, le leggende e i racconti legati al mare (era abbastanza deducibile dal nome ma meglio specificare).
La mappa è composta da sette porti a tema.
Mediterranean Harbor
La parte per noi più kitsch ma più romantica in assoluto per i giapponesi, com’è per moltissime cose che troverete in Giappone. È strutturata come una città portuale italiana, ma nello specifico ha canali e gondole veneziane. In sostanza un posto dove vanno le coppie per gli appuntamenti sognando di essere nella capoluogo italiano senza dover prendere un aereo.
American Waterfront
Qui si punta sull’effetto fascino del passato. Infatti è stata ricreata una zona che ha l’atmosfera delle zone portuali intorno a New York, New England e Cape Cod ma del ventesimo secolo, con il battello a vapore S.S. Columbia in cui si trova un ristorante. Qui è possibile salire anche sull’attrazione Tower of terror.
Port Discovery
In contrapposizione al passato abbiamo il futuro, in questa zona. Un salto nella tecnologia avanzatissima e nelle costruzioni sperimentali. Le attrazioni ti portano a scoprire la vita in fondo al mare insieme a Nemo e Dory.
Non si dica che non si impara anche qualcosa.
Lost River Delta
Non può mancare l’avventura mozzafiato in perfetto stile Indiana Jones. Antiche rovine, templi e piramidi nascosti nella giungla del Centro America, qui è possibile anche fare un giro sul Raging Spirits Roller Coaster (da fare per forza!!!!!)
Arabian Coast
Le notti magiche di Aladdin, con gli spettacoli del Genio, trovano casa in questa parte del parco. Ma non solo anche il mistero dei viaggi di Sinbad il marinaio.
Mermaid Lagoon
Una laguna coloratissima ed emozionante, per potersi immergere (verbo scelto non a caso) nel mondo di Ariel e dei suoi amici pesci. Tra attrazioni e spettacoli è un concentrato di instancabile divertimento.
Mysterious Island
La base segreta di Capitano Nemo, nascosta nel cuore di un vulcano. Per fare letteralmente un viaggio al centro della Terra con veicoli sperimentali degni di Jules Verne.
Insomma ce n’è proprio per tutti i gusti.
Per quest’anno, dall’8 di Novembre fino al 25 Dicembre entrambi i parchi saranno opportunamente addobbati per Natale, festa in cui i giapponesi danno il 100% in fatto di decorazioni. Non c’è da scherzare!
A DisneySea è stato posizionato un albero alto 15 metri proprio al centro dell’American Waterfront, con il logo dell’anniversario bene in vista (si festeggiano anche i 40 anni dei parchi).Al Mediterrean Harbor non poteva mancare uno show sull’acqua, due volte al giorno. Il “Disney Christmas Greetings” dura 15 minuti e consiste in auguri a tutti direttamente da Topolino, Minnie & company, abbigliati in maniera natalizia per l’occasione. Naturalmente con loro non poteva certo mancare Babbo Natale, che si prende una mezz’oretta ogni giorno dal lavoro di preparazione dei regali e dalla progettazione delle consegne per andare a fare un saluto a Tokyo.
Tutti i giorni.
Per un mese.
Che dedizione!
Vi assicuro che non c’è sarcasmo nelle mie frasi, per quanto possa sembrare trasudare.
Quando ci dicono che “Disneyland è solo per i più piccoli” sorridiamo e lasciamoli nella loro ignoranza e piccolezza.
Perché, alla fin fine, sono coloro che devono per forza giudicare, coloro che non sono mai davvero diventati delle persone funzionali.
Ricordiamoci della sensazione che dà venir additati, quando stiamo per farlo noi.