L’insegnamento dell’evoluzionismo, teoria originata dalla mente di Charles Darwin, ha sempre generato diatribe accese. Con l’inizio del nuovo anno scolastico 2023, cosa possiamo aspettarci dalla scuola italiana sotto questo punto di vista?
Correva l’anno 2004 e nel 2 Marzo apparivano sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana le nuove indicazioni ministeriali su cosa insegnare nelle scuole di tutti i gradi sotto diretto documento firmato dall’allora Ministro dell’istruzione, università e ricerca Letizia Moratti. Tra tutti gli argomenti trattati, ne mancava uno: Charles Darwin e l’evoluzionismo.
Nello specifico, scompariva l’insegnamento “Teoria dell’evoluzione delle specie” e i seguenti argomenti furono tolti dai piani formativi: “L’evoluzione della Terra”, “Comparsa della vita sulla Terra”, “Struttura, funzione ed evoluzione dei viventi” e “L’origine ed evoluzione biologica e culturale della specie umana”.
Un fatto che sconvolse non poco l’opinione di numerosi scienziati e anche dell’opinione pubblica, tanto da costringere il Ministro Moratti a fare dietro-front con un “è stato un disguido” e a cambiare la decisione in favore della scienza.
Ma è veramente così, adesso?
La situazione all’estero
È indubbio che l’insegnamento dell’evoluzione e della vita e opere di Charles Darwin abbiano sempre posto un grosso problema in quasi tutti gli stati nel mondo.
Già nel 1925, durante il famoso “Processo Alla Scimmia”, lo stato americano del Tennessee processava aspramente John T. Scopes, un insegnante che osò spiegare la teoria dell’evoluzione in una scuola locale contravvenendo alla “Tennessee’s Butler Act”, legge che vietava l’insegnamento di teorie diverse da quella biblica.
Negli anni a seguire, sebbene la Corte Suprema abbia abolito nel 1968 le leggi degli Stati che ostacolavano l’insegnamento dell’evoluzione, altri casi simili si sono registrati sul suolo americano, anche a causa della nascita dell’“Intelligent Design”. L’attuale situazione americana è preoccupante: quasi metà della popolazione americana crede che l’Uomo sia stato creato dal divino solo poche migliaia di anni fa.
Nel 23 Giugno 2017, la Turchia si unisce in questa censura, vietando l’insegnamento della teoria dell’evoluzione nelle scuole di grado inferiore. Recentemente, anche l’India ha completamente bannato qualsiasi opera e scritto sulla teoria più famosa al mondo, promuovendo un movimento di oscurantismo scientifico che farà solo danni sul lungo andare.
La decisione presa dal Governo Italiano nel 2004, quindi, si pone sotto i riflettori di un movimento, quello creazionista, che lentamente sta spargendosi dagli Stati Uniti d’America a tutto il mondo, soprattutto in stati dove una politica di “destra” è al comando del paese (sebbene la censura evoluzionista è arrivata anche in governi di “sinistra”). Ed è un fatto che deve essere tenuto in considerazione quando si parla della condizione scolastica attuale italiana.
La mia esperienza
Ho studiato in un istituto tecnico superiore sperimentale, dove l’aspetto biologico era preponderante. Un “Istituto Tecnico Biologico” quindi, dove, assieme a italiano, storia e matematica, ho seguito lezioni di biologia, ecologia, biochimica, microbiologia, anatomia etc. Una scuola dove l’aspetto naturalistico era basilare, quasi centrale, una situazione dove una persona si aspetterebbe di analizzare la teoria evolutiva in maniera quanto più completa e profonda.
Sapete dove ho sentito parlare di Charles Darwin? In due lezioni di italiano, solo perché – miracolosamente – vi erano due pagine de L’origine della Specie nel libro scolastico di Letteratura. Quindi, analizzate solo per la loro natura “letteraria”, non scientifica. Niente più. Certo, ogni tanto il termine “evoluzione” appariva nelle lezioni più biologiche, ma senza una analisi approfondita.
Per tutta la durata del mio percorso di studi secondario (2004-2009), quella fu la cosa che più mi fece alterare. Come era possibile NON studiare la teoria che è alla base della biologia stessa, in un istituto dove le materie biologiche erano centrali?
Perfino durante la mia prova di maturità mi son trovato in forte disappunto verso le decisioni governative. In quell’anno, 2009, correvano ben due importantissimi anniversari legati alla figura del naturalista britannico: i 200 anni della sua nascita, e i 150 dalla pubblicazione del suo famoso libro “L’origine della specie”. Ero giovane, molto naïve, ed ero convinto che, almeno tra le tracce della prima prova, qualcosa di collegato ci fosse. Ahimè, quanto mi sbagliavo…
Mi son ritrovato a insegnare in alcune scuole elementari la storia e l’evoluzione dei dinosauri e ho potuto constatare – ricordandomi cose molto simili alle mie esperienze da bambino qualche decina di anni prima – come tutta la storia evolutiva non solo del pianeta, ma anche dell’uomo stesso, fosse riassunta in due paginette scarse del testo di storia. Una forzatura che, secondo me, era ed è inammissibile. Questi argomenti sono estremamente sensibili e il fatto che vengano solo accennati da insegnanti che, generalmente, non hanno dimestichezza con l’argomento, è un aspetto che dovrebbe giustamente cambiare. Ma così non era e ancora non lo è.
La questione dell’assenza o scarsità di attenzione sulla teoria evolutiva causata, anche, dalla Riforma Moratti, fu modificata nel 2005, dopo gli sforzi di una commissione istituita dal Ministro Moratti per analizzare il problema dell’assenza di Darwin nel programma statale. Ma, a quanto pare, esattamente come in America dove molti professori decidono di loro spontanea iniziativa di non parlare della cosa, anche a me capitò questa triste faccenda. E ancora non me lo spiego.
Gli insegnamenti dell’evoluzione
In realtà una spiegazione è plausibilmente facile da trovare. La teoria dell’evoluzione, al momento profondamente diversa rispetto a quella ideata e pubblicata dal naturalista britannico nel 1859, è in pieno contrasto con la visione religiosa del posto dell’Uomo nel mondo. Toglie alla nostra specie quella posizione di eletti dal divino, ci fa scendere dal piedistallo che ci siamo creati sopra al mondo naturale, ricordandoci come noi siamo parte del tutto.
Non siamo produzioni divine, ma siamo l’ultimo ramoscello di una lunga, lunghissima strada evolutiva fatta di “infinite forme meravigliose” che si sono avvicendate nel corso di milioni e milioni di anni. Una storia di continui insuccessi evolutivi, di estinzione, di morte e rinascita, ma una storia che ci rende umili, che ci rende parte di un’unica storia di vita sul nostro Pianeta.
Personalmente, io trovo questa visione del posto dell’Uomo nella Natura di gran lunga preferibile a quella di privilegiato figlio capriccioso che fa tutto quello che vuole col giocattolo del padre.
Perché insegnare l’evoluzione a scuola?
Tralasciando visioni che sono mie personali su questa faccenda estremamente sensibile, l’insegnamento della teoria dell’evoluzione DEVE (dovrebbe…) essere inserita nel programma scolastico italiano già fin dalle elementari. Perché? È presto detto.
La teoria evoluzionistica si collega a tutti i campi della cultura umana, non solo della biologia.
Sì, questa teoria tanto semplice quanto elegante, ci spiega come la vita biologica è vissuta sul Pianeta ed è arrivata fino ai giorni nostri, evolvendosi e adattandosi alle situazioni più differenti. Ma ci spiega anche come le leggi del mercato si modificano nel tempo, come lingue e culture si intrecciano e si plasmino, ci insegna delle crisi dell’era contemporanea, tra cui quella climatica e la perdita di biodiversità, fino agli sconvolgimenti sanitari (es. COVID-19 e tumori).
Non solo. La teoria dell’evoluzione è un potente strumento contro l’irrazionalismo, che offre agli studenti una serie di strumenti per far crescere e sviluppare il loro senso critico e la loro capacità cognitiva.
Negare loro la possibilità di analizzare il mondo naturale, di conoscere la nostra storia, e perché no, anche di empatizzare con le altre specie viventi, è un danno verso loro, verso noi, verso la nostra società e il nostro mondo. Anche e soprattutto per gli anni a venire, quando la nostra specie si ritroverà ad affrontare i rischi più grandi mai visti durante la nostra storia.
Filippo DiceNDinosaur Bertozzo